E' indirizzata a Pietro Arcari, presidente dell'"A.I.D.A" (associazione per la lotta all'AIDS, molto sensibile ai problemi dei detenuti malati di AIDS e sieropositivi)Ciao Pietro,
sono Fabrizio, Luciano il referente della cella "46" mi ha fatto pervenire la tua lettera, eccoci in risposta.
Ci fà molto piacere sapere che all'interno delle carceri nascano dei gruppi analoghi al nostro, ciò permetterà di far sapere all'opinione pubblica e alle forze politiche come si vive alle soglie del 2000 lo stato di imprigionamento nonostante l'AIDS.
Come tu asserisci le iniziative trovano poco riscontro proprio in coloro che purtroppo sono colpiti in prima persona dal dramma AIDS.
Abbiamo fin dall'inizio cercato di trovarne le cause, la risposta che abbiamo potuto formulare è la seguente.
E' stato riscontrato che i sieropositivi hanno pene relativamente brevi, ciò comporta un flusso fluidificante dei medesimi, il breve tempo non facilita a far prendere una coscienza politica, una volta fuori poi i destini di questi si perdono nelle vie più disparate.
Il problema con un sadismo istituzionale inimmaginabile, nasce quando il soggetto colpito da HIV ha sulle spalle svariati anni di carcere, questi si ritrova in qualche CDT in isolamento medico coatto ad attendere la conclamazione della malattia per poter godere degli ultimi attimi di libertà, quando poi li citt. ristretto viene colpito da infezioni opp. più gravi, dai CDT si ritrova trasferito c/o le strutture esterne ad attendere la morte poichè la lentezza della burocrazia il più delle volte si ritrova ad archiviare le istanze di sosp. pena art.147 c.p. per causa decesso.
Ciò non è ammissibile in uno stato che vanta di essere patria del diritto di conseguenza essendo stati testimoni oculari di questi fatti ed essendoci rispecchiati nel compagno che giorno dopo giorno consumava gli ultimi attimi di vita, ci siamo posti il problema cardine e cioè attendere la forma conclamata o far cambiare la legge, abbiamo scelto la seconda, di conseguenza abbiamo costituito il nostro gruppo che come meta ha la modifica delle attuali tabelle ministeriali emanate dalla CNLA e dal MGG.
Siamo riusciti a far scattare l'incompatibilità col regime carcerario in fase ARC, per ora c/o il tribunale di sorv. di Firenze incaricato di vagliare le istanze in tutto il territorio Toscano, la cosa ci ha in parte gratificato, diciamo in parte purché il nostro obbiettivo è tutto il territorio Nazionale.
Se volete far vostro questo consiglio vi proponiamo di chiedere il trasferimento c/o il CDT di Pisa dove la liberazione in fase di ARC è scontata.
Ci parli dell'incontro che terrete il giorno 8 maggio, per tale data vi faremo avere un nostro documento.
Il 18 aprile siamo invitati c/o il cons. reg. Toscano per evidenziare alle varie forze politiche il problema AIDS e carcere purtroppo troppe volte accantonato, se volete mettetevi in contatto telefonico o Fax, potremo così confrontare i punti e focalizzare i progetti di discussione.
Insieme alla LILA Toscana stiamo lavorando come voi per il congresso di Firenze, senz'altro sapete che il lavoro delle varie città è svolto in concomitanza tra loro, a mò di cronaca vi facciamo sapere che gli americani si stanno preparando da più di un anno e bisogna far sì che non ci trovino impreparati.
I tempi non sono lunghi e poichè verranno rivendicate tematiche non comuni ci aspetta un assiduo lavoro, confidiamo in tutti.
Al fine di poter far emergere con tutta la sua inciviltà, vi saremo grati se ci poteste fornire copie di rigetti istanze art.147 c.p.
Mi auguro a nome di tutto il gruppo di avervi dato una piccola visione della nostra attività.
In attesa di un vostro riscontro porgiamo sentiti saluti.
Favaro Fabrizio
N.B.
Luciano Dall'Agnol referente c/o la cella 46, il 17 c.m. discuterà la sosp, pena di conseguenza per corrispondenza servitevi dell'indirizzo in calce.
COMMENTI
Pochi, nessuno.
L'unica cosa : forza Luciano ti auguro con tutto il cuore di farcela.
In bocca al lupo per giorno 17.
GA