Il giudice, nel proscioglierli ancora, ha detto "non più processi".
di Giuseppe Sacchi
(America Oggi, mercoledì 17 aprile 1991)
Altro colpo di scena ieri mattina, in tribunale, per il caso di Emma Bonino e Marco Taradash. Doveva esserci l'udienza per decidere la data del secondo processo contro di loro, dopo essere stati arrestati, e poi rilasciati, lunedì pomeriggio per aver nuovamente distribuito, per protesta contro la legge vigente, delle siringhe sterilizzate, ma per la seconda volta, in due giorni, il P.m. ha deciso di non procedere nei loro confronti. Anzi, ha detto ai due parlamentari italiani che d'ora innanzi se distribuiranno le siringhe verranno arrestati e poi rilasciati ma non verrà istituito alcun processo contro di loro!
Non più udienze in tribunale. "Estremizzando" la decisione, si potrebbe dire che il giudice li ha autorizzati a... violare la legge che vieta il possesso di siringhe senza prescrizione!
La logica politica usata dal pubblico ministero newyorkese sembra insomma essere quella "dello struzzo", per non arrivare alla discussione dell'effettiva efficacia o no della legge vigente.
Da noi interpellato, così Marco Taradash ha commentato quanto avvenuto in tribunale:
"Possono cercare di azzittire le nostre voci, possono sfuggire al confronto con i risultati straordinariamente positivi ottenuti a Liverpool, Amsterdam, Zurigo o Tacoma nel rallentamento dell'epidemia dell'Aids, della delinquenza e della prostituzione, con la distribuzione tra i tossicodipendenti di siringhe sterilizzate, di farmaci sostitutivi e preservativi, ma non per questo rinunceremo all'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica americana sull'inutilità e dannosità del proibizionismo".
- L'abolizione del proibizionismo è forse la "bacchetta magica" con cui risolvere tutti i problemi che la droga porta con sé?
"No, niente "bacchetta magica", però, è innegabile, facilita la cura di coloro che hanno bisogno di assistenza e fa risparmiare enormi risorse economiche e umane, oggi sprecate nella repressione, che potrebbero invece essere investite nelle cure ai tossicodipendenti. La distribuzione delle siringhe sarebbe nient'altro che un aiuto nel limitare il propagarsi di malattie come l'Aids, provocate, anche, non dalla droga ma da aghi infetti dal virus, usati e riusati senza nessuna precauzione igienica".
- Ritiene che la distribuzione libera di siringhe sterilizzate possa dare il via alla riapertura del dibattito sulla liberalizzazione delle droghe, cioè un problema che divide da tempo la società internazionale?
"Nessun paese al mondo, dall'italia agli Usa, può realisticamente sopportare il peso, economico e sociale, di una politica proibizionistica sulle droghe. Le droghe legali sono nocive alla salute di chi le usa, ma le droghe proibite sono nocive anche all'ordine pubblico, alla sicurezza delel persone (soprattutto le più indifese, giovani, donne, minoranze, disoccupati, ecc.), alla legalità stessa".
- Può precisare il perché?
"Presto detto. Il proibizionismo fa moltiplicare mille volte - anzi 1.700, secondo il ministero degli Interni italiano - l'investimento di un dollaro nel traffico dell'eroina, mentre un dollaro investito in cocaina si moltiplica per seicento volte. Di fronte a questi arricchimenti immediati e illimitati, la repressione è inefficace. Dagli Usa alla Germania, all'italia, è dimostrabile il fallimento della durezza teorica delle leggi. Ogni consumatore di droghe proibite diventa un potenziale venditore e allarga il giro d'affari dei trafficanti. Se non riesce a trasformarsi in uno spacciatore anche lui allora deruba, rapina, uccide o si prostituisce. Il proibizionismo, insomma, genera violenza".