-----------------------------------------L'Italia settima nel mondo e seconda in Europa nella graduatoria dei casi da HIV secondo l'Oms al 1o marzo 91
EUROPA: CONFERMATO CHE L'AIDS CORRE SULL'AGO
Settima nel mondo e seconda in Europa. Queste le posizioni occupate dall'Italia nelle "classifiche" che è possibile dedurre dai dati ufficiali aggiornati al 1o marzo di quest'anno dall'Organizzazione mondiale della Sanità, relativo al numero complessivo di casi di Aids segnalati.
Nel mondo infatti (che conta ormai 334.216 casi "ufficiali") il nostro Paese, con i suoi 8.227 casi segnalati al 31.12.1990, è preceduto da Stati Uniti, Uganda, Brasile, Francia, Zaire e Kenia. Ma sono gli Usa a detenere di gran lunga il primato mondiale, con ben 161.288 casi.
In ambito europeo, invece, l'Italia è seconda soltanto alla Francia (13.145 casi) ed è seguita immediatamente da Spagna (7.489 casi), Germania (5.612), Regno Unito (4.228), Svizzera (1.651) Olanda (1.565) e Romania (1.226). Tutte le altre nazioni del nostro continente sono ancora (e alcune ampiamente) al di sotto di "quota mille".
Il quadro cambia però esaminando la "classifica" europea composta in base ai dati cumulativi per milione di abitanti, redatta dall'Oms alla data del 30 settembre 1990 (epoca nella quale, peraltro, i dati francesi disponibili erano ancora quelli del 31 marzo 1990): in questo caso, infatti, l'Italia si colloca al quarto posto con un tasso di 131,7 per milione, mentre troviamo al primo posto la Svizzera (225,1), seguita da Spagna (181,2), Francia (173) e Monaco (142,9). A titolo comparativo, il tasso cumulativo per milione d'abitanti negli Stati Uniti d'America è di 611,3. Nel caso del Principato di Monaco, tuttavia, l'interpretazione del dato deve tener conto del basso numero degli abitanti.
Aids e droga in Europa
Uno studio specifico dell'Organizzazione mondiale della Sanità effettuato sui dati ufficiali relativi all'epidemia di Aids in Europa disponibili al 30 settembre 1990, pubblicati lo scorso febbraio, ha messo in evidenza un incremento annuo del numero cumulativo dei dati diagnosticati e notificati del 58,3 per cento in un anno (vale a dire 11.727 nuovi casi), ma soprattutto ha confermato che la Regione europea continua ad essere caratterizzata dalla diffusione dell'infezione da HIV tra i tossicomani per via endovenosa.
In particolare, è stato studiato il fenomeno del "ritardo di notifica" nei paesi che hanno dichiarato almeno 50 casi di Aids alla data del 30 giugno 1990: il fenomeno sembra essere divenuto più stabile rispetto all'inizio dell'epidemia nella maggior parte dei Paesi europei e più marcato nelle nazioni con un più elevato numero di casi.
Dal 1982 alla data dello studio Oms, quello dei tossicomani per via endovenosa eterosessuali si è rivelato il "gruppo di trasmissione" con il più rapido incremento del numero dei casi di Aids.
Inoltre, questi soggetti tendono a contrarre la malattia in età più giovane rispetto agli eroinomani omo e bisessuali e comunque in età precoce nelle regioni sudeuropee, dove esiste una particolare concentrazione di casi nei tossicomani per via endovenosa.
Quanto al sesso, le differenze mostrano un incremento maggiore di casi tra gli uomini, soprattutto nelle classi di età meno giovani, mentre evidenziano una significativa diminuzione in entrambi i sessi al di sotto dei 25 anni.
Queste variazioni, afferma un rapporto del Centro Europeo Oms per la sorveglianza epidemiologica dell'Aids, potrebbero riflettere un cambiamento comportamentale dei tossicomani rispetto alle droghe iniettabili e, per quanto riguarda le classi di età meno giovani, il verificarsi tardivo di casi diagnosticati dopo un lungo periodo di incubazione.
Fatto sta che tutti i 10.326 casi di Aids connessi alla droga diagnosticati in Europa sono stati dichiarati da sole dieci nazioni e ben 9.138 (pari all'88,5 per cento del totale) sono stati segnalati da sole tre nazioni: Spagna, Francia e Italia.
La particolare concentrazione di questa modalità di trasmissione dell'infezione, affermano gli epidemiologi dell'Oms, presenta nel nostro continente una ripartizione "a cintura" che va dalla Spagna alla Yugoslavia, passando attraverso il sud della Francia, l'Italia e la Svizzera. In particolare, in Spagna, Italia e Yugoslavia il numero di casi di Aids tra i tossicomani eterosessuali è superiore a quello rilevato tra gli omo/bisessuali, mentre in Svizzera corrisponde al 32,9 per cento.
Tossicomani eterosessuali
Fatto sta che dal 1982 ad oggi, il numero dei casi tra i tossicomani per via endovenosa eterosessuali è aumentato più che in qualsiasi altro "gruppo di trasmissione" e i più rapidi incrementi si sono rilevati in Germania, Spagna, Francia, Italia e Svizzera.
Quanto all'età al momento della diagnosi, i dati disponibili mostrano che la popolazione dei tossicomani eterosessuali è più giovane di quella degli omo/bisessuali (25-29 anni contro 35-39).
Le tendenze europee del fenomeno mettono in evidenza un generale aumento dei casi in entrambi i sessi e il fatto che nel 1989 l'incremento appaia meno marcato rispetto al passato è probabilmente da attribuirsi solo al fenomeno del ritardo di notifica.
Tuttavia, in Spagna, Francia, Germania, Italia e Svizzera si nota nei due sessi una significativa riduzione sotto i 25 anni rispetto agli altri gruppi di età, mentre in Germania un fenomeno analogo riguarda le età comprese tra i 25 e i 29 anni.
Per quanto riguarda le differenze rapportate al sesso, il cosiddetto "rapporto di mascolinità" del numero complessivo dei casi di Aids tra i tossicomani per via endovenosa eterosessuali europei è di 3,4 (vale a dire 7.987 maschi contro 2.337 femmine) e questo fenomeno riguarda soprattutto Germania, Spagna e Francia.
Sempre in questo gruppo di trasmissione, le principali malattie indicative dell'Aids continuano ad essere le infezioni opportunistiche. Pochi casi sono stati diagnosticati con un sarcoma di Kaposi, mentre l'11 per cento (anno 1989) appartengono alle categorie diagnostiche "encefalopatia da HIV" e "sindrome cachettica", aggiunte nel 1987 nella "definizione di caso di Aids".
Tossicomani omo/bisessuali
Se questo gruppo di trasmissione rappresenta complessivamente in Europa appena il 2,1% del totale cumulativo dei casi di Aids, in Spagna, Francia e Italia è concentrato ben l'80,6% di questi casi. Tuttavia, le tendenze mostrano un incremento regolare ma comunque più lento rispetto ai tossicomani eterosessuali. La ripartizione dei casi per età mostra una media tra i 25 e i 29 anni, mentre il 12% riguarda la classe di età 20-24 anni e il 28% quella 30-34 sia tra i tossicomani eterosessuali che tra gli omo/bisessuali. Ma nel gruppo di età dai 35 anni in su gli omo/bisessuali costituiscono il 21% e gli eterosessuali il 10%.
Anche in questo gruppo di trasmissione, come in quello degli eterosessuali tossicomani, le infezioni opportunistiche rappresentano le principali malattie indicatrici di Aids.
Trasmissione al feto e al neonato
Il 49 per cento dei 528 casi europei di Aids pediatrico diagnosticati al 30/9/90 (259 casi) avevano una madre tossicodipendente per via endovenosa. Come è logico, la maggior parte di questi casi sono stati dichiarati dai cinque Paesi con il più elevato numero di tossicomani eterosessuali (Francia, Germania, Spagna, Italia e Svizzera), nei quali i figli di madri eterosessuali tossicodipendenti per via endovenosa rappresentano rispettivamente il 40, il 63, il 64, il 51 e il 57 per cento. E come si vede, purtroppo, in questa "classifica" l'Italia si colloca al primo posto.
G.S.
Tabella 1
Sindrome da immunodeficenza acquisita (Aids)
Dati al 1o marzo 1991
EUROPA
fonte: Organizzazione mondiale della Sanità
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Nazioni n. di casi Notifica
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Albania - 30.06.90
Austria 502 31.12.90
Belgio 824 31.12.90
Bulgaria 9 31.12.90
Cecoslovacchia 24 31.12.90
Danimarca 738 31.01.91
Finlandia 75 31.12.90
Francia 13.145 31.12.90
Germania 5.612 31.12.90
Grecia 412 31.12.90
Ungheria 49 31.01.91
Islanda 16 31.12.90
Irlanda 179 31.12.90
Italia 8.227 31.12.90
Lussemburgo 33 31.12.90
Malta 15 31.12.90
Monaco 5 31.12.90
Olanda 1.565 31.01.91
Norvegia 197 31.01.91
Polonia 51 31.01.91
Portogallo 584 31.01.91
Romania 1.226 31.01.91
San Marino 1 31.12.90
Spagna 7.489 31.12.90
Svezia 510 31.12.90
Svizzera 1.651 31.01.91
Urss 48 31.12.90
Regno Unito 4.228 31.01.91
Yugoslavia 179 28.02.91
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Totale 47.594
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Tabella 2
Sindrome da immunodeficenza acquisita (Aids)
Tassi cumulativi di incidenza per milione di abitanti
EUROPA
Dati O.M.S. al 30 settembre 1990
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Nazioni Tassi per milione (1)
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Albania -
Austria 62,1
Belgio 78,9
Bulgaria 0,8
Cecoslovacchia 1,5
Danimarca 129,2
Finlandia 14,3
Francia 173,0
Germania est 1,5
Germania ovest 84,7
Grecia 37,4
Ungheria 4,0
Islanda 56,0
Irlanda 45,9
Israele 27,2
Italia 131,7
Lussemburgo 79,6
Malta 42,9
Monaco 142,9
Olanda 97,2
Norvegia 41,6
Polonia 1,1
Portogallo 46,6
Romania 43,1
San Marino 43,5
Spagna 181,2
Svezia 57,3
Svizzera 225,1
Turchia 0,6
Regno Unito 66,3
Urss 0,1
Yugoslavia 6,2
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(1) La modesta entità numerica di alcune nazioni
(per esempio Islanda, Monaco, San Marino) spiega
i tassi elevati osservati
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