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Conferenza droga
Partito Radicale Nikolaj - 27 maggio 1991
Vivere con le droghe?

di Leonide Ionin

("Le Temps nouveau",No. 20, 1991)

"La droga e' il male". L'autenticità di questa affermazione è dubbia.

Le droghe sono le combinazioni chimiche, naturali o sintetiche, è l'uomo, che le fa "buone" o cattive.

Si può formulare diversamente: "la consumazione di droghe è male".

Questa affermazione che, a primo avviso, sembra più giusta non lo è assolutamente. L'idea di male e di bene è relativa. La passione da parte della gente per le droghe è il bene per chi la vende e per chi le produce. In diversi paesi dell'asia e dell'america del sud la produzione di papavero e di canapa è una condizione di sopravvivenza per una grande quantità di famiglie di contadini.

La consumazione di droghe non è obbligatoriamente il male anche per colui che le utilizza. C'è una netta separazione tra il consumo di droga e la narcomania, malattia psicosomatica. La maggior parte delle persone che prendono droghe, non passano la linea di demarcazione. Vale a dire che essi non scendono mai questo gradino fatale, dopo il quale la passione per la droga diviene una forza esterna che deforma e viola la volontà.

Allora ci resta la formula seguente: "l'abuso di droga è male".

Questa formula è più dolce, essa leva "la traccia" delle droghe e dà la possibilità di elaborare la nuova strategia di lotta contro le stesse.

In cosa consiste la strategia tradizionale?

E' la lotta, giustamente, contro le droghe e la loro consumazione. La parola "strategia" in questo caso è utilizzata in senso stretto - strategia militare. I comunicati militari della Bolivia, del Triangolo d'oro, delle repubbliche dell'asia centrale sono molto impressionanti. I giornali annunciano la vittoria dei doganieri sull'immenso territorio dell'emisfero boreale: a Toronto, a Francoforte, a New York, a Mosca.

Ma nello stesso tempo, la vanità di tutte queste vittorie è impressionante. Maggiore è la vittoria, maggiore è la scala del business della droga. Se 10-20 anni fa un chilo di hascisc passava per un grande trofeo, adesso, si parla già di tonnellate.

Le vittorie si cambiano in disfatte: per una strada bloccata un'altra se ne apre immediatamente. Vinto in un paese, il business della droga rinasce in un altro. Il mercato non soffre il vuoto. E come bilancio di tutte queste battaglie si ha un aumento del numero dei drogati e del volume delle droghe consumate.

Che cosa aumenta ancora? Il numero dei poliziotti e dei militari che lottano contro la droga, il denaro speso per questa lotta. Sicuramente il rischio dei commercianti e dei fornitori aumenta e, di conseguenza, si ha l'aumento dei prezzi. I "superprezzi", in caso di successo, garantiscono un "superprofitto". Come conseguenza noi vediamo l'aumento del numero dei cavalieri d'industria. Ciò assomiglia al processo di formazione della palla di neve.

Ma ciò che è peggio è l'aumento della criminalità, detta "secondaria", legata alla ricerca del denaro per acquistare le droghe. Il bisogno di denaro provoca il crimine. E più lo stato perseguita, punisce e mette fuori legge coloro che si drogano, più questi qui vengono isolati dalla società, imbrogliati, senza la speranza di cavarsela, e allora essi cadono nelle mani dei commercianti di droga.

Tutta questa triste realtà è basata sulla salda premessa, secondo la quale la droga è male come la sua consumazione.

C'è un'uscita da questo circolo vizioso?

Io non sarò molto originale dicendo che io vedo l'uscita nell'unione dei drogati con la società. Invece di prendere i drogati per criminali, bisogna elaborare dei mezzi accetabili e sopportabili per tutte le relazioni con i drogati.

"Accetabili e sopportabili" non significa che li si approvi e sostenga. La differenza si può vedere da questo esempio. La società non approva il consumo di alcool (la droga più diffusa). In diversi paesi la pubblicità degli alcolici è proibita. In quasi tutto il mondo esistono delle limitazioni per la vendita di alcolici: l'età dell'acquirente, il posto e il tempo di vendita. E allo stesso tempo la consumazione dell'alcool è accetabile e sopportabile. E' introdotto nel "contesto" dell'esistenza sociale: esistono determinate tradizioni, convenzioni, accordi, che regolamentano il consumo di alcool. Esiste ancora l'idea di ciò che significa l'abuso di alcool e di come bisogna lottare contro di esso: con l'aiuto delle leggi e con l'educazione.

Questa regolarizzazione sociale è molto più fruttuosa di qualsiasi lotta per la liquidazione assoluta delle droghe.

E' chiaro che non si può eliminare ciò che si è radicato nei millenni. Le droghe sono vecchie quanto l'umanità.

Storie di culture sia vive che morte, di religioni e dell'arte ci mostrano ugualmente i modi per vivere con le droghe e non la lotta per la loro eliminazione.

Si diceva diverse volte, che il vino è il male, ma la gente ha imparato a bere il vino e a cantarlo; pertanto i papaveri rossi non sono meno poetici che i tralci di vite.

 
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