Ancora una volta un cittadino tossicodipendente ha rischiato la vita
a causa della irreperibilità del Narcan e della non fruibilità da
parte delle persone a rischio di overdose.
Oggi mi sono trovato, per l'ennesima volta, a soccorrere una persona
vittima di una overdose, trovandomi del tutto sprovvisto del benché
minimo farmaco antagonista quale è il Narcan;
Questo a causa di disposizioni sanitarie che non tengono in nessun
conto la tutela del bene primo,la vita, delle persone a rischio di
overdose.
Una serie di circostanze favorevoli e l'intervento di due persone in
grado di eseguire pratiche rianimatorie hanno evitato l'ennesimo
"morto per droga". (così come vengono genericamente indicati i
decessi per overdose.-N.d.R.-)
Non desidero soffermarmi sul fatto in se, ma prenderne spunto per
sottolineare ancora una volta la grave situazione di stallo in
materia di disposizioni sanitarie mirate a rimuovere e risolvere un
problema che, con l'inizio dell'estate, tenderà a raggiungere il suo
picco più alto: come anche le ultime statistiche hanno evidenziato.
I morti per overdose sono ancora in aumento, i politici che a parole
dicono di volersene occupare sono,di fatto,assolutamente inadempienti
nei confronti di chi,per motivi procedurali,non può occuparsene in
prima persona.
Il Comune di Roma è "storicamente" inadempiente di fronte alle
questioni connesse alla prevenzione in materia di droga o Aids, anche
nei casi in cui è previsto il suo intervento.
Lo stesso Ministero della Sanità è latitante proprio come lo stato
che rappresenta.
Una delle critiche più in auge in questi ultimi tempi è quella che
disegna i cittadini tossicodipendenti come:"persone che non si sanno
organizzare perché il livello di individualismo e la scarsa
attitudine alla aggregazione li rende totalmente inaffidabili e privi
di un leader in grado di rappresentali".
Se questo può, parzialmente, rispecchiare caratteristiche anomale in
un gruppo cui si nega, a priori, anche la capacità di aggregazione,
è pur vero che mai queste persone sono realmente rappresentate poiché
, generalmente, non vengono interpellati mai; Salvo poi andare a
cercare il "fatto" di turno quando occorre un filmato su quanto
queste persone non siano in grado di badare a se stesse ed esibirlo
come prova a supporto delle teorie dell'oratore di turno.
Poiché siamo noi, storicamente non rappresentati, all'interno dei
luoghi ove si decide della nostra sorte, e non si attuano le benché
minime disposizioni affinché ci sia concesso di poterci tutelare (ne
più ne meno) nella stessa misura degli altri cittadini, per tutto ciò
e per molto altro ancora, mi domando (in qualità di membro attivo di
questa comunità) in che modo potremo agire al fine di veder
realizzato quello che noi riteniamo essere un diritto primario:la
possibilità di avere a disposizione il NARCAN a livello individuale
sopperendo così alla attuale carenza di strutture dotate di questo
farmaco, che per noi sta alla overdose come la coramina sta ai
cardiopatici.
Siamo a conoscenza delle interrogazioni presentate al Comune di Roma
dagli Antiproibizionisti e ne prendiamo atto ma,coscienti quali noi
siamo, ci sentiremmo molto più sicuri circa il nostro futuro se,
oltre alle buone intenzioni, potessimo annoverare la certezza della
disponibilità individuale di Narcan,sulla somministrazione tempestiva
del farmaco anche in luoghi distanti o poco accessibili in tempi
compatibili con quelli assai ristretti della morte per overdose.
A coloro i quali ci contestano già da ora che la reale disponibilità
personale di Narcan possa indurci ad una distorta valutazione dei
fatti, ribadisco che non consideriamo il possesso di Narcan come un
passaporto per l'oltretomba, bensì una opportunità indispensabile la
dove l'esistenza di strutture di quartiere operanti 24 ore su 24
ridurrebbero - ma non annullerebbero - l'esposizione al rischio di
overdose: così come il Narcan non può essere,da solo,la risposta ad
un problema strutturalmente più complesso.
Noto con disappunto che la stampa si occupa di questo problema solo
in concomitanza all'apparizione di qualche nuovo necrologio e mai se
ne parla, in termini realistici, circa una sua rapida attuazione.
Anche il dibattito,, la dove saltuariamente si svolge, raramente
raggiunge le pagine di un giornale dove mai è stato presentato in
maniera propositiva, realistica ed attuabile, solo a volerlo.