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Conferenza droga
Fiorenzi Massimiliano - 4 giugno 1991
Overdose: alternative alla morte.

Ancora una volta un cittadino tossicodipendente ha rischiato la vita

a causa della irreperibilità del Narcan e della non fruibilità da

parte delle persone a rischio di overdose.

Oggi mi sono trovato, per l'ennesima volta, a soccorrere una persona

vittima di una overdose, trovandomi del tutto sprovvisto del benché

minimo farmaco antagonista quale è il Narcan;

Questo a causa di disposizioni sanitarie che non tengono in nessun

conto la tutela del bene primo,la vita, delle persone a rischio di

overdose.

Una serie di circostanze favorevoli e l'intervento di due persone in

grado di eseguire pratiche rianimatorie hanno evitato l'ennesimo

"morto per droga". (così come vengono genericamente indicati i

decessi per overdose.-N.d.R.-)

Non desidero soffermarmi sul fatto in se, ma prenderne spunto per

sottolineare ancora una volta la grave situazione di stallo in

materia di disposizioni sanitarie mirate a rimuovere e risolvere un

problema che, con l'inizio dell'estate, tenderà a raggiungere il suo

picco più alto: come anche le ultime statistiche hanno evidenziato.

I morti per overdose sono ancora in aumento, i politici che a parole

dicono di volersene occupare sono,di fatto,assolutamente inadempienti

nei confronti di chi,per motivi procedurali,non può occuparsene in

prima persona.

Il Comune di Roma è "storicamente" inadempiente di fronte alle

questioni connesse alla prevenzione in materia di droga o Aids, anche

nei casi in cui è previsto il suo intervento.

Lo stesso Ministero della Sanità è latitante proprio come lo stato

che rappresenta.

Una delle critiche più in auge in questi ultimi tempi è quella che

disegna i cittadini tossicodipendenti come:"persone che non si sanno

organizzare perché il livello di individualismo e la scarsa

attitudine alla aggregazione li rende totalmente inaffidabili e privi

di un leader in grado di rappresentali".

Se questo può, parzialmente, rispecchiare caratteristiche anomale in

un gruppo cui si nega, a priori, anche la capacità di aggregazione,

è pur vero che mai queste persone sono realmente rappresentate poiché

, generalmente, non vengono interpellati mai; Salvo poi andare a

cercare il "fatto" di turno quando occorre un filmato su quanto

queste persone non siano in grado di badare a se stesse ed esibirlo

come prova a supporto delle teorie dell'oratore di turno.

Poiché siamo noi, storicamente non rappresentati, all'interno dei

luoghi ove si decide della nostra sorte, e non si attuano le benché

minime disposizioni affinché ci sia concesso di poterci tutelare (ne

più ne meno) nella stessa misura degli altri cittadini, per tutto ciò

e per molto altro ancora, mi domando (in qualità di membro attivo di

questa comunità) in che modo potremo agire al fine di veder

realizzato quello che noi riteniamo essere un diritto primario:la

possibilità di avere a disposizione il NARCAN a livello individuale

sopperendo così alla attuale carenza di strutture dotate di questo

farmaco, che per noi sta alla overdose come la coramina sta ai

cardiopatici.

Siamo a conoscenza delle interrogazioni presentate al Comune di Roma

dagli Antiproibizionisti e ne prendiamo atto ma,coscienti quali noi

siamo, ci sentiremmo molto più sicuri circa il nostro futuro se,

oltre alle buone intenzioni, potessimo annoverare la certezza della

disponibilità individuale di Narcan,sulla somministrazione tempestiva

del farmaco anche in luoghi distanti o poco accessibili in tempi

compatibili con quelli assai ristretti della morte per overdose.

A coloro i quali ci contestano già da ora che la reale disponibilità

personale di Narcan possa indurci ad una distorta valutazione dei

fatti, ribadisco che non consideriamo il possesso di Narcan come un

passaporto per l'oltretomba, bensì una opportunità indispensabile la

dove l'esistenza di strutture di quartiere operanti 24 ore su 24

ridurrebbero - ma non annullerebbero - l'esposizione al rischio di

overdose: così come il Narcan non può essere,da solo,la risposta ad

un problema strutturalmente più complesso.

Noto con disappunto che la stampa si occupa di questo problema solo

in concomitanza all'apparizione di qualche nuovo necrologio e mai se

ne parla, in termini realistici, circa una sua rapida attuazione.

Anche il dibattito,, la dove saltuariamente si svolge, raramente

raggiunge le pagine di un giornale dove mai è stato presentato in

maniera propositiva, realistica ed attuabile, solo a volerlo.

 
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