-----------------------------------------------------dal Corriere della Sera del 11/7/1991, rubrica "Giro di Posta" a cura di Luca Goldoni.
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"MI PROSTITUISCO PER PAGARE LA DROGA A MIO FIGLIO
LO FACCIO PERCHE' HO ANCORA SPERANZA DI SALVARLO"
"Ho 34 anni e da qualche mese mi prostituisco. Perché lo faccio? Per procurare la "dose" a mio figlio tossicodipendente. Non ho perduto la speranza di salvarlo, ma credo che il primo passo sia quello di strapparlo al mondo criminale che lo domina e che sta facendo di lui stesso un piccolo delinquente: ha rubato e scippato . Io perlomeno faccio violenza solo a me stessa. Ci pensi un attimo prima di cestinare questa lettera, anche se non ho il coraggio di firmarla." N.N. (Milano)
Ci ho pensato un attimo solo e la pubblico.
Soprattutto perché dà il colpo di grazia a certe mie già vacillanti convinzioni. Sono stato un sostenitore della linea dura, della filosofia "il drogato deve sapere che vive contro la legge", mi sono illuso che punizioni come il ritiro del passaporto avrebbero agito da deterrente. Soprattutto mi appariva mostruosa l'idea dello Stato dispensatore di eroina.
Le prime mazzate alla mia intransigenza sono arrivate dalla cronaca: un drogato aveva ucciso per procurarsi il denaro necessario a qualche dose.
Se la sua allucinazione lo aveva spinto all'omicidio , immaginiamoci quanto lo avrebbe trattenuto la minaccia di perdere il passaporto.
Poi sono arrivate le statistiche, desolanti, sul moltiplicarsi dei tossicodipendenti nonostante la linea dura.
Infine, il fenomeno degli spacciatori-baby, assoldati dalla criminalità, i quali in una settimana guadagnano abbastanza per comprarsi la Honda. Se li beccano, fanno qualche giorno al buio, poi escono e si comprano la Bmw.
La liberalizzazione della droga, quella che mi era sembrata un'intollerabile provocazione, comincia ad apparirmi come l'unica alternativa, mortificante, ma da tentare.
La madre che mi ha scritto ha già fatto la sua atroce scelta: meglio per lei far violenza a se stessa piuttosto che suo figlio usi violenza agli altri diventando anche lui un criminale al pari di quelli che gli vendono come oro la morte a grammi.
Il primo passo, scrive la donna e io concordo, è strapparlo a questo gorgo infame, poi si potrà tentare il recupero.
Droga in farmacia. L'idea è sconvolgente, ma le conseguenze pratiche forse lo sarebbero meno.
Vediamole, cominciando dalla "immoralità" dello Stato (che già immorale è, perché, con tabacco e superalcolici, vende cancro e cirrosi).
Il fatto di poter acquistare eroina come Alka-Seltzer incoraggerà anche quelli che fino ad oggi sono stati trattenuti dall'illegalità del loro gesto? Può essere. Ma potrebbe esser vero anche il concetto ribaltato.
Infatti non è spesso questo mondo trasgressivo e "tenebroso", esaltato da una saggistica e una letteratura, a esercitare il primo fascino "maudit"?
Con la droga libera, almeno questo falso alone di martirio scadrebbe a pratica di dispensario.
Ma ammettiamo la che liberalizzazione possa anche accrescere il numero di coloro che hanno deciso di bruciarsi il cervello e la vita.
Lo si potrebbe considerare un prezzo doloroso per la vera e grande risoluzione del nostro tempo: l'azzeramento del narcotraffico, di quell'industria criminosa che, come leggiamo, scavalca ormai i fatturati delle multinazionali.
Il mostruoso pallone si affloscerebbe con i suoi delitti, le sue faide, il suo riciclaggio, il terrore che semina.
La verità brutale è che attualmente una minoranza di tossicodipendenti provoca un danno assolutamente sproporzionato all'intera collettività: il denaro facile del vender droga assicura una sterminata potenza economica alla criminalità, che ha dunque i mezzi per corrompere i politici, per impadronirsi di nuove regioni, per finanziare altre attività malavitose.
E il denaro difficile del procurarsi droga moltiplica la microcriminalità, che attraverso scippi e furti si allena alla
violenza più dura e senza ritorno. Non esprimo concetti nuovi: il nuovo per me è esserci approdato.
Comincio a pensare che, se questa povera donna che scrive è arrivata a prostituirsi, forse è venuto il momento che anche lo Stato "si prostituisca": questa sua scelta "immorale" potrebbe essere benedetta domani.
Certo la criminalità cercherebbe altre strade per sopravvivere, ma intanto quella più facilmente stramiliardaria sarebbe eliminata.
Comincio insomma a credere che la dose di Stato otterrebbe più risultati di un milione di carabinieri.