---------------------------------------------------COMMISSIONE DELLE COMUNITA' EUROPEE
Bruxelles, 13 dicembre 1990
PROPOSTA DI DECISIONE DEL CONSIGLIO E DEI MINISTRI DELLA SANITA' DEGLI STATI MEMBRI RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO RIGUARDANTE L'ADOZIONE D'UN PIANO D'AZIONE NEL QUADRO DEL PROGRAMMA 1991-1993 "L'EUROPA CONTRO L'AIDS"
presentata dalla Commissione
e approvata dal Parlamento Europeo il 15-5-91
con 259 voti a favore, 14 contrari e 5 astenuti.
Il testo è comprensivo degli emendamenti approvati.
---------------------------------------------------
TESTO
IL CONSIGLIO E I MINISTRI DELLA SANITA' DEGLI STATI MEMBRI,
RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO,
visto il Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea;
vista la proposta di risoluzione presentata dalla Commissione;
visto il parere del Parlamento Europeo;
visto il parere del Comitato Economico e Sociale;
considerando che la diffusione dell'epidemia dell'AIDS costituisce un motivo di grave preoccupazione per gli Stati membri della Comunità e che questa epidemia esige un approccio che tenga conto degli aspetti culturali, medici, sociali e civili;
considerando che la risoluzione del Parlamento Europeo del 30 marzo 1989 sulla lotta contro l'AIDS sollecita la Commissione ad assumere iniziative, in particolare nei settori dell'informazione e della formazione del personale sanitario;
considerando che nella risoluzione dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio del 29 maggio 1986 sull'AIDS si invita la Commissione ad organizzare uno scambio di informazioni e di esperienze;
considerando che nella risoluzione del Consiglio e dei Ministri della Pubblica Istruzione, riuniti in sede di Consiglio, del 23 novembre 1988 sull'educazione alla salute nelle scuole si esprime preoccupazione per l'elevata incidenza dell'AIDS e si invita la Commissione ad intraprendere una serie di azioni a livello comunitario;
visto che nelle conclusioni del Consiglio e dei Ministri della Sanità degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 16 maggio 1989 sulla prevenzione dell'AIDS nei tossicodipendenti che assumono droghe per via endovenosa si invita la Commissione ad elaborare ed a presentare al Consiglio un programma di lavoro in questo settore;
visto che nelle conclusioni del Consiglio e dei Ministri della Sanità degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 16 maggio 1989 relative al miglioramento del sistema generale di raccolta di dati epidemiologici, compresa l'applicazione della nuova definizione dell'AIDS, si chiede alla Commissione di comparare il sistema di dichiarazione dei casi di AIDS, a livello nazionale e comunitario, per individuare gli aspetti suscettibili di miglioramento per quanto riguarda la copertura garantita dal sistema e l'affidabilità e la comparabilità dei dati utilizzati;
considerando che nelle conclusioni del Consiglio e dei Ministri della Sanità degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 16 maggio 1989 concernenti le future attività di prevenzione e di controllo dell'AIDS a livello comunitario si dà incarico alla Commissione di esaminare la possibilità di armonizzare i requisiti di qualità dei profilattici e del materiale per l'autodiagnosi dell'infezione da HIV;
considerando che nella risoluzione del Consiglio e dei Ministri della Sanità degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 22 dicembre 1989 relativa alla lotta contro l'AIDS si invita la Commissione a sviluppare gli scambi di informazioni e di esperienze ed a definire prioritariamente modalità e contenuti d'un piano d'azione che integri idonee azioni di prevenzione e di controllo dell'AIDS;
considerando che nelle conclusioni del Consiglio e dei Ministri della Sanità degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 17 maggio 1990 sui servizi di assistenza medica e psico-sociale in rapporto all'epidemia di AIDS si chiede alla Commissione di studiare la possibilità della messa a punto d'una metodica coerente per stimare il costo dei servizi d'assistenza a favore dei soggetti con sieropositività all'HIV;
considerando che il presente piano d'azione nel riquadro del programma "l'Europa contro l'AIDS" risponde alle richieste sopra riportate e che esso contiene anche altre misure intese a contenere l'epidemia di AIDS;
considerando che perché le misure informative ed educative siano efficaci è necessario adeguarle ai vari gruppi interessati;
considerando peraltro che esistono un programma in materia di ricerca biomedica e sanità, un programma scienza e tecnica al servizio dello sviluppo e un programma di lotta contro la droga, nei quali figura una sezione relativa all'AIDS;
considerando il ruolo fondamentale svolto dall'Organizzazione Mondiale della sanità;
considerando che la neutralizzazione definitiva dell'affezione dipende dalla scoperta di un trattamento terapeutico mentre il suo controllo dipende dalla messa a punto di un vaccino;
considerando la relazione dell'OMS sui risultati del colloquio " l'infezione HIV e le strategie d'intervento concernenti l'iniezione di droghe" (Ginevra, 18-20 gennaio 1988) e in particolare le raccomandazioni in essa contenute concernenti lo sviluppo di programmi di educazione e di coinvolgimento dei tossicodipendenti per la fornitura di informazioni e il sostegno sociale, la fornitura di informazioni sulla sterilizzazione degli aghi, delle siringhe e degli altri strumenti per la somministrazione endovenosa di droga, il metadone e altre pratiche mediche o meno, onde arrestare la somministrazione endovenosa di droga.
decide:
ARTICOLO 1
1. la Commissione, in stretto coordinamento con le competenti Autorità degli Stati membri, ivi compresi i servizi regionali nel settore della sanità, delle attività sociali e dell'istruzione, dà attuazione al piano d'azione 1991-1993 esposto nell'allegato 1.
2. La Commissione collabora con le organizzazioni internazionali operanti nel settore quali l'OMS e il Consiglio d'Europa, il cui ruolo nella tenuta dei registri epidemiologici è essenziale.
3. La Commissione pubblicherà a intervalli regolari informazioni tecniche sull'andamento del piano d'azione e ne informerà il Parlamento Europeo.
ARTICOLO 2
1. L'ammontare delle spese comunitarie per la realizzazione dell'azione prevista dalla presente decisione è fissato dall'autorità di bilancio nell'ambito degli stanziamenti disponibili per ciascun esercizio.
ARTICOLO 3
1. La Commissione procederà ad una valutazione permanente dell'azione intrapresa e dell'ordine delle priorità, tenendo conto delle urgenze che potranno presentarsi.
2. Il Consiglio e i Ministri della Sanità degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio procederanno ad una valutazione dell'efficacia delle iniziative intraprese. A tale scopo la Commissione, nella seconda metà del 1992, presenterà una relazione sui temi in oggetto, che sottoporrà al Parlamento Europeo.
ALLEGATO 1
CAPITOLO 1
INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE SANITARIA PER LA PREVENZIONE DELL'INFEZIONE DA HIV.
Se si considera che contro la malattia non esistono né vaccini né terapie efficaci, si comprende come la prevenzione acquisti un'importanza assoluta. Già da anni negli Stati membri operano per curare l'informazione e l'educazione sanitaria del pubblico in quel settore: per la riuscita degli sforzi di prevenzione è essenziale che tale attività continui.
Negli Stati membri si applicano differenti impostazioni nella strategia di prevenzione e sono in fase di studio e di esame vari metodi di intervento preventivo. Poiché da tale varità di impostazioni può ottenersi il massimo di benefici solo se sussiste una conoscenza reciproca di quanto si fa nei vari paesi, è necessario praticare ed incoraggiare lo scambio di informazione.
Una parte importantissima che la Comunità può svolgere è quella di agevolare gli scambi di esperienze, valutare i risultati e stimolare la messa a punto di impostazioni nuove o che abbiano già dato prova di efficacia, nell'intento di promuovere le metodiche che si riveleranno più efficaci in rapporto alle esigenze ed alle caratteristiche locali.
L'educazione alla salute nelle scuole è parte essenziale della promozione della sanità e, entro i limiti delle politiche nazionali e regionali specifiche e delle strutture nel campo dell'istruzione, si dovrebbero prendere adeguate disposizioni per coordinare le misure a sostegno della salute di modo che l'educazione alla salute possa essere considerata dai bambini parte integrante delle loro vite. A tal fine l'informazione si rivolge anche alle organizzazioni giovanili ed alle famiglie.
Un altro aspetto essenziale di una strategia sistematica per l'informazione e l'educazione sanitaria risiede nell'elaborazione di programmi all'interno delle carceri. Dovrebbero essere prese misure adeguate per garantire la messa a disposizione di informazione, istruzione e consulenza a quanti vivono e lavorano in carcere, sia per prevenire l'espandersi dell'HIV che per proteggere i detenuti, che sono particolarmente suscettibili di stigmatizzazione e discriminazione.
Affinché il pubblico in genere e i vari gruppi interessati in ispecie recepiscano i messaggi di prevenzione, si richiede un impegno insistente: aiutando il pubblico a comprendere la reale problematica dell'AIDS e delle sue conseguenze, si contribuirà a modificarne gli atteggiamenti.
Con messaggi semplici è possibile sensibilizzare l'opinione pubblica e potenziare - in particolare mediante un codice Europeo contro l'AIDS - l'efficacia di una campagna informativa di prevenzione della malattia che terrà conto dei lavori del Consiglio d'Europa (1).
OBIETTIVI:
- contrastare la diffusione dell'epidemia mediante la disseminazione di informazioni sui fattori di rischio per il contagio da HIV, prevenendo in tal modo la discriminazione e l'emarginazione dei soggetti portatori di virus (sieropositivi);
- seguire l'andamento degli atteggiamenti nei confronti dell'AIDS tra la popolazione generale della Comunità.
Azione n. 1: Informazione del pubblico sulle campagne di prevenzione anti-AIDS.
Visto che gli Stati membri hanno già maturato valide esperienze nell'impiego delle campagne pubblicitarie per informare il pubblico sulla tematica dell'AIDS, ci si propone di condurre una rassegna delle campagne anti-AIDS attualmente in corso, nell'intento di migliorare le campagne già in atto e di progettarne altre più efficaci per il futuro.
Se si vuole che la campagna pubblicitaria che sarà organizzata a livello comunitario consegua il massimo effetto sul pubblico in genere, suscitandone una efficace presa di coscienza, andranno prese in considerazioni le esperienze acquisite dagli Stati membri. Accanto agli altri obiettivi, la campagna dovrà anche servire alla diffusione di informazioni dirette a prevenire la discriminazione e l'emarginazione dei soggetti sieropositivi all'HIV e dei malati di AIDS. La campagna promuoverà nel contempo l'uso di preservativi e ne incentiverà la diffusione.
Alla preparazione e alla realizzazione di questa iniziativa saranno strettamente associati gli organismi pubblici e privati che partecipano alla lotta contro l'AIDS, in particolare i rappresentanti dei gruppi a rischio e le ONG, e si darà larga diffusione ai risultati dei singoli interventi.
Con l'assistenza di esperti del settore, la Commissione si propone di elaborare un Codice Europeo contro l'AIDS, del quale si curerà dapprima la formulazione in un linguaggio accessibile al pubblico non esperto e si organizzerà quindi la diffusione in tutte le sedi opportune, compresi scuole e posti di lavoro.
Azione n. 2: Prevenzione dell'infezione da HIV ed educazione alla salute nelle scuole.
Saranno incoraggiati e promossi gli scambi di informazione nel contesto dell'educazione alla salute nelle scuole: non dovrà essere trascurato alcun problema (educazione sessuale, malattie trasmissibili sessualmente, tossicodipendenza, ecc.). Seminari e altre iniziative di informazione specifiche saranno programmati sulla base delle esigenze accertate nei singoli Stati membri, indirizzati agli insegnanti e agli studenti e utilizzati per scambi di esperienze e conoscenze, oltre che per costituire la base per una più ampia cooperazione.
Si promuoveranno e sosterranno gli scambi di materiali didattici prodotti negli Stati membri dai servizi nazionali e regionali interessati e aventi per oggetto l'educazione alla salute, con particolare riferimento all'AIDS e all'infezione da HIV.
La Commissione promuove una giornata europea per l'informazione e la prevenzione dell'AIDS comprendente collegamenti tra i mezzi televisivi degli Stati membri e il coinvolgimento degli altri mezzi di informazione.
Azione n. 3: Indagini dell'Eurobarometro sull'AIDS e sulla sua prevenzione.
Per valutare l'efficacia delle attività di prevenzione, occorre effettuare ripetuti rilevamenti delle opinioni e degli atteggiamenti del pubblico, per il quale il Codice Europeo contro l'AIDS sarà della massima utilità.
Di conseguenza, in stretta cooperazione con specialisti europei del settore e con le persone e gli organismi che operano sul campo, si curerà il periodico aggiornamento delle inchieste dell'Eurobarometro per accertare fino a che punto i cittadini siano al corrente della problematica dell'AIDS e dei metodi di prevenzione della malattia.
CAPITOLO 2
PREVENZIONE E TERAPIA, ASSISTENZA SOCIALE E CONSULENZA.
La sperimentazione clinica ha rilevato che i trattamenti disponibili non guariscono la malattia, per quanto sembra che siano in grado di ritardarne l'inizio e rallentarne l'evoluzione una volta che sia insorta. Nuove metodiche sono attualmente allo studio e sotto esame. I malati di AIDS hanno bisogno di assistenza specifica, diretta in particolare al trattamento tempestivo delle infezioni multiple dovute all'immunodeficienza. Un elemento di grande importanza sia delle strategie terapeutiche che di quelle di prevenzione è l'assistenza sanitaria e psico-sociale. Un gruppo a rischio elevato, per il quale c'è particolare bisogno di cure e di assistenza sociale, è quello dei tossicodipendenti che si iniettano la droga per via intravenosa. I disagi nell'ambito familiare o sociale e il problema della solitudine devono essere analizzati e risolti nella misura più ampia possibile. E' opportuno pertanto favorire lo sviluppo di associazioni di base di tossicodipendenti e di sieropositivi.
Il rischio esistente nelle carceri di scambio di aghi a fini di assunzione di droga o di tatuaggio nonché di rapporti sessuali con penetrazione non protetti evidenzia l'importanza di mettere a punto terapie e strategie di prevenzione sociale rivolte alle specifiche necessità dei detenuti.
Obiettivi:
- migliorare il sostegno medico e pisco-sociale ai soggetti HIV-positivi ed ai tossicodipendenti con sintomatologia da AIDS;
- facilitare l'accesso per tutti i soggetti HIV-positivi a un'assistenza sanitaria e psico-sociale;
- rispettare la vita privata e il diritto alla segretezza di tutti, sia dei malati e dei sieropositivi sia di tutti coloro che effettuano un test di accertamento preventivo;
- assicurare la massima segretezza per quanto concerne il risultato dei test di accertamento preventivo;
- frenare la diffusione dell'infezione da HIV fra i tossicodipendenti, i loro partner sessuali e la prole;
- ridurre la trasmissione dell'HIV nel sangue e negli emoderivati;
- evitare ogni discriminazione sul piano sociale: diritto al lavoro, diritto all'alloggio, diritto all'assicurazione;
- evitare ogni discriminazione che colpisca i bambini sieropositivi assicurando loro il diritto a una regolare frequenza scolastica, alla vicinanza dei genitori e alla fruizione dei servizi di assistenza all'infanzia.
Azione n. 4: Scambi di esperienze sui servizi di consulenza e di cura.
Per assistere i soggetti sieropositivi ed i pazienti affetti da AIDS bisognerà garantire la facile accessibilità ai servizi di consulenza, alle guide telefoniche e ad altri servizi di informazione per telefono.
Negli Stati membri si va diffondendo la disponibilità di linee telefoniche per il soccorso di emergenza, di cui, nella prima Conferenza Europea sull'argomento, tenutasi ad Amsterdam nell'aprile del 1989, è stata illustrata l'efficacia non solo in funzione di mezzi di intervento in caso di crisi ma anche di strumenti anonimi e nello stesso tempo personalizzati di informazione.
La Commissione predisporrà, in collegamento con il programma di lotta contro la droga, l'attuazione di un programma di prevenzione destinato ai tossicodipendenti per il ricorso a siringhe monouso.
Si potrebbe compilare una guida a livello europeo delle linee di soccorso, con un'operazione da realizzarsi eventualmente in stretta cooperazione con le linee di soccorso per le tossicodipendenze, visto che ambedue i sistemi sono utilizzati sia dai soggetti sieropositivi all'HIV che dai tossicodipendenti, con sintomatologia da AIDS. Si dovrebbe assicurare una pubblicità gratuita di tale guida nelle stazioni, negli aeroporti, sulla stampa e negli altri mezzi di informazione.
Con l'aumento della mobilità delle persone all'interno della Comunità si pone l'esigenza di favorire lo scambio di esperienze in tema di servizi di terapia e di metodi di cura fra il personale specializzato dell'assistenza sanitaria, il quale deve poter far fronte con adeguate conoscenze al problema costituito dal costante aumento dei pazienti che provengono da ambienti culturali diversi.
Ci si propone di creare gli strumenti adatti per lo scambio di esperienze e per la definizione di efficaci protocolli di cura, eventualmente realizzando alla fine una guida europea dei centri di assistenza medica e di trattamento, la quale potrà servire agli Stati membri ed alla Commissione per l'organizzazione di visite di scambio.
E' necessario predisporre alloggi per tutti i pazienti che scelgono di seguire in solitudine il trattamento e l'evoluzione di una malattia difficile. A loro disposizione devono essere messi appartamenti previsti a tal fine e il necessario personale sanitario e di assistenza.
E' necessario predisporre servizi di assistenza psicologica, sociale e sanitaria alle donne gravide affette da AIDS o sieropositive e alla eventuale prole.
Azione n. 5: Elaborazione di modelli per la determinazione dei costi della gestione AIDS.
Se si considera che, stando alle previsioni, nel 1992 sul territorio della Comunità potrebbero esservi 150.000 persone affette da AIDS e che un malato di AIDS costa in media, secondo talune stime, 20.000 ECU all'anno per cure mediche, ricoveri ospedalieri, assistenza domiciliare e sostegno psico-sociale, nel 1992 si arriverà ad una spesa globale presumibile di 3 miliardi di ECU, la quale potrebbe aumentare ancora di anno in anno con l'incremento del numero dei pazienti.
La Commissione studierà se sia fattibile elaborare modelli di sistemi per la determinazione dei costi dell'assistenza ai malati di AIDS, utilizzando a tal fine i risultati della relazione dell'OMS sui costi e le conclusioni del Comitato Europeo per la Sanità in tema di ripercussioni dell'AIDS sui sistemi sanitari. Essa trasmetterà al Parlamento Europeo i risultati di tale studio.
Riduzione della trasmissione dell'HIV attraverso i rapporti sessuali.
Dal momento che ogni individuo, a prescindere dal sesso, può essere contaminato durante un rapporto sessuale, l'unica misura di prevenzione efficace è l'uso del preservativo. E' necessario procedere quindi all'armonizzazione della qualità dei preservativi nella Comunità.
Ogni preservativo dovrebbe essere accompagnato da un foglietto informativo contenente un messaggio di tutela della salute pubblica e le modalità di impiego.
Autorizzazione della vendita libera di preservativi nella Comunità.
Gli Stati membri della Comunità autorizzano in tutto il loro territorio la vendita libera di preservativi soprattutto nei distributori previsti a tale scopo e accessibili 24 ore su 24.
La Commissione invita gli Stati membri a installare in tutti gli istituti di pena della Comunità distributori gratuiti di preservativi accessibili a tutti i detenuti.
Azione n. 6: Riduzione della trasmissione dell'HIV nel sangue e negli emoderivati.
In passato una delle fonti di contagio da AIDS era rappresentata dalla trasmissione dell'HIV attraverso il sangue e gli emoderivati. Diverse misure hanno ridotto ora notevolmente il rischio di trasmissione.
La selezione dei donatori di sangue e di plasma e il monitoraggio di tali doni onde determinare la presenza di anticorpi da HIV ha ora carattere sistematico, conformemente alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa. Inoltre, la direttiva 89/381/CEE relativa ai medicinali derivati dal sangue o dal plasma umani fissa per i processi di produzione e di purificazione prescrizioni atte a garantire, per quanto consentito dagli sviluppi della tecnica, l'assenza di contaminanti virali specifici. E' necessario educare il personale medico e sanitario al fine di ridurre le trasfusioni di sangue e dei suoi derivati al minimo indispensabile dal punto di vista medico.
Tuttavia il rischio di trasmissione può essere ulteriormente ridotto. Il conseguimento di un'autosufficienza europea per quanto concerne il sangue e i suoi derivati è diventato un obiettivo comunitario, con la promozione delle donazioni volontarie di sangue a titolo gratuito. La Commissione esaminerà attentamente la situazione attuale e valuterà quale sia il modo migliore per raggiungere tali obiettivi, nel contesto della cooperazione in corso nel settore con il Consiglio d'Europa. Essa comunicherà al Parlamento Europeo i risultati della sua indagine.
Accertamento rapido e personale della sieropositività.
Sistemi per la diagnosi immediata possono essere messi a disposizione del pubblico; sarà indispensabile coordinare a livello comunitario le possibilità di acquisizione di siffatti sistemi di diagnosi.
Prevenzione, assistenza sanitaria e riduzione della trasmissione dell'HIV tra i gruppi a rischio.
I programmi di distribuzione di siringhe sterili monouso in cambio delle siringhe usate tramite unità mobili urbane, così come raccomandati dall'OMS e già sperimentati da vari anni in alcune città europee costituiscono un mezzo efficace di prevenzione della diffusione del virus HIV e di altre malattie tra i tossicodipendenti e costituiscono altresì un'eccellente canale di diffusione dell'informazione, di promozione dell'educazione e di orientamento verso servizi sociali o sanitari necessari alla riabilitazione e al reinserimento dei tossicodipendenti.
Le cure ai tossicodipendenti tramite prodotti di sostituzione quali il metadone per via orale, consentono altresì, oltre al trattamento della tossicodipendenza di evitare la trasmissione del virus HIV mediante siringhe infette. E' opportuno valutare e contemplare seriamente questa prassi medica.
Oltre all'armonizzazione tecnica per quanto concerne i requisiti di qualità dei profilattici disponibili negli Stati membri, si rende necessario assicurarne la massima disponibilità possibile soprattutto tra gli omosessuali, le prostitute, nelle prigioni e, più in generale, nella società tramite distributori automatici accessibili in permanenza. Dovrebbe essere inoltre garantita un'informazione in materia, dato che per ora l'utilizzazione dei profilattici è l'unico mezzo efficace per contrastare la diffusione del virus HIV per via sessuale, a meno che non intervenga un mutamento nello stile di vita.
CAPITOLO 3
VALUTAZIONI EPIDEMIOLOGICHE
Benché esistano statistiche sulla casistica da AIDS, non si hanno dati sulla prevalenza della sieropositività all'HIV.
Presupposto indispensabile per la corretta impostazione di una strategia di prevenzione, trattamento e riduzione del rischio e la razionale utilizzazione delle risorse è la conoscenza dell'andamento e della tendenza dell'epidemia di AIDS.
OBIETTIVI:
- garantire e migliorare la disponibilità e la comparabilità dei dati sull'AIDS e sulla prevalenza della sieropositività all'HIV;
- ricavare dagli studi epidemiologici su AIDS/HIV una messe di informazioni utilizzabili per l'impostazione di una politica di prevenzione.
Azione n. 7: Miglioramento del sistema di raccolta dei dati sull'AIDS.
Il centro europeo di sorveglianza epidemiologica dell'AIDS (Istituito in collaborazione fra l'OMS e la CEE e con sede a Parigi) svolge un lavoro importantissimo di raccolta e di spoglio dei dati epidemiologici sulla malattia.
Per migliorare la qualità dei dati, si fornirà il necessario sostegno ai sistemi nazionali e regionali di rilevamento e al conseguimento dei seguenti obiettivi: accessibilità della base dati del centro di Parigi; miglioramento dell'informazione epidemiologica sulla malattia.
Saranno avanzate proposte per l'impianto di un sistema a raggio comunitario destinato ad agevolare lo scambio di informazioni. Queste ultime dovranno raggruppare i dati forniti da ciascuno Stato membro, dalla Comunità e dall'OMS.
Azione n. 8: Armonizzazione delle metodiche per garantire la disponibilità e comparabilità dei dati epidemiologici sulla prevalenza della sieropositività all'HIV.
La prevalenza della sieropositività all'HIV sta acquistando un'importanza centrale per la messa in atto di strategie di prevenzione ed assistenza. L'attuale mancanza di conoscenze su questo punto rappresenta una lacuna grave ai fini dell'impostazione di una razionale politica sanitaria.
Come primo passo, si propone di trovare un accordo su una metodologia comune a livello comunitario.
Si effettuerà una rassegna delle metodiche attualmente in uso nella Comunità per la determinazione della sieropositività, al fine di raccogliere informazioni sulla situazione epidemiologica con riguardo alla trasmissione dell'HIV. Gli interventi della Comunità nel settore epidemiologico dovranno essere attuati per il tramite del centro di Parigi, in stretta collaborazione con l'OMS.
CAPITOLO 4
FORMAZIONE E DISPONIBILITA' DEL PERSONALE
Per dare attuazione pratica alle iniziative previste nel presente programma e interessanti la prevenzione, la terapia, la riduzione del rischio, l'integrazione socio-economica ed altresì la raccolta e lo spoglio dei dati epidemiologici, occorre disporre di personale con formazione professionale adeguata.
La formazione e la riqualificazione di personale specializzato addetto all'assistenza socio-sanitaria possono conseguirsi mediante lo scambio di esperienze.
OBIETTIVI:
- fornire al personale dell'assistenza sanitaria e sociale le necessarie conoscenze in fatto di prevenzione dell'AIDS e di assistenza di primo livello dei pazienti affetti da AIDS e dei soggetti sieropositivi all'HIV ;
- costituire un nucleo di adeguata consistenza di specialisti nella prevenzione dell'AIDS e nel trattamento e nell'assistenza psico-sociale di soggetti sieropositivi o affetti da AIDS.
Azione n. 9: Modelli di formazione universitaria per gli operatori dell'assistenza sanitaria; mobilità degli studenti di medicina e degli allievi infermieri.
Le Università e gli Enti preposti alla formazione professionale del personale dell'assistenza sociale e sanitaria dovranno partecipare più direttamente alle campagne anti-AIDS, fornendo agli studenti un'adeguata informazione e preparazione sulla malattia.
Per agevolare il processo di preparazione e di formazione permanente del personale, occorrerà ideare adeguati sussidi didattici.
Sarà condotta un'indagine sui contenuti della preparazione e della formazione impartite nei corsi universitari di laurea e di addestramento professionale e sul tema saranno organizzati scambi di esperienze. Se del caso, si considererà la possibilità di finanziare corsi di formazione attraverso il Fondo Sociale Europeo.
Si effettuerà un'inchiesta sui sussidi didattici attualmente in uso e, se necessario, si favoriranno lo scambio dei sussidi esistenti e l'ideazione di nuovo materiale didattico.
E'indispensabile evitare di destinare locali isolati alla cura di tali pazienti, che in tal modo verrebbero raggruppati in una specie di "ghetto". Ogni ospedale dovrebbe disporre di unità o camere destinate a tal fine, sia per evitare ogni forma di discriminazione dovuta alla malattia, sia per assicurare la tutela dei diritti riconosciuti a ogni essere umano.
........................
(1) - In particolare la raccomandazione R (87) 25 del Comitato dei Ministri riguardante una politica comune europea in materia di sanità pubblica volta a combattere l'AIDS, adottata il 26 novembre 1987, e la raccomandazione R (89) 14 del Comitato dei Ministri sui problemi etici sollevati dall'infezione da HIV in relazione all'assistenza sanitaria e al contesto sociale, adottata dal Comitato dei Ministri il 24 ottobre 1989.