Il barone della droga dice "Educate, legalizzate"di Ken Dermots - The Washington times, 17 luglio 1991
Medellin, Colombia - Pablo Escobar, il signore della droga che forniva il 90% della cocaina che entrava negli Stati Uniti d'America, ha detto di sentirsi in pace con la coscienza dopo essersi consegnato alla giustizia il 19 giugno scorso dopo che era stata approvata una nuova costituzione in base alla quale viene impedita l'estradizione, ha detto che il modo migliore per combattere l'abuso di stupefacenti è l'educazione e quello per eliminare il traffico è la legalizzazione della droga.
Il barone della droga, dalla prigione fortificata costruita appositamente per lui vicino alla città di Envigado, ha dato 35 risposte scritte ed altrettante domande di alcuni giornalisti . E' la prima volta che Escobar accetta di rispondere alle domande della stampa straniera, le sue risposte sono accompagnate dalla firma e dall'impronta digitale. L'autenticità delle risposte è stata verificata in Colombia da fonti indipendenti.
Escobar è stato indicato dalla rivista Forbes come uno degli uomini più ricchi del mondo ed è ora in prigione con 11 dei suoi più fedeli collaboratori. La prigione, secondo Escobar, è stata costruita per tenere lontano i suoi nemici.
Nell'intervista Escobar chiede di essere processato pubblicamente mentre probabilmente il suo processo sarà presieduto da un "giudice senza faccia", cioè un giudice che mantiene l'anonimato per proteggersi da eventuali rappresaglie. Escobar sostiene di voler vedere in faccia coloro che l'accusano di aver ucciso tre candidati presidenziali. Escobar è accusato negli Stati Uniti di traffico di droga e omicidio. Nel suo paese invece lo accusano dell'assassinio di 215 poliziotti, di aver fatto un attentato alla sede del Das (Dipartimento di Sicurezza colombiano) e alla sede del quotidiano El Spectador e dell'uccisione dei suoi editori. Ma Escobar sostiene che è stato proprio il direttore del Das, Miguel Antonio Maza Marquez, ad assassinare i tre candidati presidenziali per avere maggiori chances di essere eletto.
In sette anni di latitanza Escobar si è nascosto spesso nella sua nativa provincia di Antiochia, vicino Medellin, dove ha investito molti soldi in opere pubbliche, cosa che lo ha reso famoso negli ambienti più poveri. La "guerra totale" fra un gruppo di trafficanti di Medellin conosciuto come "The Extraditables" e il governo ebbe fine nel 1989 quando assassinarono il candidato presidenziale Luis Carlo Galan.
Durante i 14 mesi di conflitto furono uccise mille persone.
La guerra finì quando nella carta costituzionale colombiana fu introdotta dalla apposita convenzione la rinuncia all'estradizione.
In poche ore Escobar si costituì e i suoi compagni, i fratelli Ochoa, si sono arresi all'inizio di quest'anno.
Ecco alcune delle domande.
D. Si è pentito di aver partecipato al traffico di droga?
R. La mia coscienza è pulita, ho combattuto per cause giuste: per la libertà della famiglia, per la vita. per il diritto di nazionalità, per le classi povere e per i diritti umani. Il mio denaro ha avuto una funzione sociale e ho aiutato molte persone.
D. Non si sente in colpa per aver corrotto molti giovani americani ed europei?
R. Se ho commesso degli errori, sono qui per pagarli. E se sono colpevole la giustizia del mio paese e Dio mi giudicheranno.
D.Quale è la soluzione per eliminare il traffico di droga? Lei è favorevole alla legalizzazione della droga? Cosa dovrebbe fare la Colombia? e gli Stati Uniti?
R. Educare. Gli Usa e la Colombia devono concentrarsi sull'educazione. La legalizzazione è una soluzione per porre fine al traffico e l'informazione è una soluzione per porre fine all'uso di droghe.
D. Perché gli Stati Uniti hanno perso la loro battaglia con la droga? e la Colombia?
R. Gli Usa hanno ottenuto molti successi nel reprimere il narcotraffico. Molti trafficanti sono morti e molti sono in prigione. Ma la droga continua e continuerà a dominare finché non ci si concentrerà sull'educazione.
D. Quanta cocaina è attualmente esportata negli Stati Uniti? Canada ? Europa? Giappone?
R. Posso solo dire che la cocaina sta invadendo il mondo. Lascia un sacco di paesi, passa per un sacco di paesi e arriva in un sacco di paesi. Ma voglio anche dire che c'è una differenza terribile fra il danno che può fare la cocaina e quello che può fare il crack. Ricordate che il Sudamerica porta la cocaina negli Usa mentre il crack è prodotto direttamente negli Usa
D. Avete cambiato opinione sul traffico di droga da dieci anni a questa parte?
R. Ci sono più droghe, più violenza, mi domando, ci sarà una migliore educazione?
D. Che cosa sai delle operazioni antidroga americane in Colombia?
R. In tutte le operazioni di polizia contro di noi c'erano persone che sparivano e che venivano torturate, gente che veniva buttata dagli elicotteri. Io però non li ho mai visti, né so se erano della Dea.
D. Cosa risponderebbe alle persone che affermano che i trafficanti di droga non hanno gli stessi diritti del resto del mondo?
R. Si è sempre detto che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti. Ma questo non è vero per il codice penale poiché i crimini sono puniti in maniera diversa e a seconda delle abitudini del paese. Nel Medioriente e in Indonesia i trafficanti sono impiccati. Negli Usa se uno è colombiano gli danno l'ergastolo. Nel Sudamerica, forse, la legge è più mite Perché la cocaina è stata per millenni parte della cultura aborigena.
D. Perché l'estradizione di cittadini colombiani viola i loro diritti civili?
R. Perché i familiari dei prigionieri non possono ottenere i visti per gli Usa e quindi non possono far visita ai loro parenti. E Perché i colombiani non capiscono le abitudini e il linguaggio americano. E Perché lì siamo discriminati.
D. Cosa dovrebbero fare gli Stati Uniti per migliorare lo stato dei diritti umani in Colombia?
R. Non dovrebbero trattare il traffico di droga come una guerra. Il problema non è la repressione ma l'educazione. Se non c'è consumo non ci sono trafficanti.
D. Ha qualcosa da aggiungere?
R. Si, ripeto che vorrei un processo pubblico e vorrei che vi partecipasse il direttore della Das, Maza Marquez, insieme a tutti coloro che mi accusano di aver ucciso i candidati presidenziali a i leader della sinistra.