BERGAMO - Una risoluzione del Consiglio dei ministri della sanità della CEE che invita all'uso delle strategie non repressive per ridurre i rischi di contagio da HIV; direttive dell'OMS che sottolineano il ruolo dei trattamenti sostitutivi nella prevenzione dell'AIDS; un gran numero di ricerche sul rapporto positivo tra terapie metadoniche e contenimento del contagio.
Queste le premesse, scientifiche e politiche, su cui si basa un progetto del NOT della USSL 29 di Bergamo denominato Not-turno.
O meglio, si basava, perchè il progetto, che non spiega Laura Tidone, coordinatrice del NOT, "prevedeva anche la somministrazione a bassa soglia di metadone, è di fatto bloccato dal decreto 445 del 90 che regola i trattamenti sostitutivi".
Il progetto Not-turno, così chiamato perchè copriva le 24 ore, prevedeva anche la distribuzione di siringhe e profilattici e si basava "non sul raggiungimento dell'astinenza - dice la Tidone - ma sulla diminuzione dei rischi da HIV e da comportamenti autolesivi ed eterolesivi".
La stessa Laura Tidone, insieme ad altri colleghi, aveva peraltro condotto, a bergamo, nel 1987, una ricerca su 219 tossicodipendenti da eroina, alcuni dei quali divisi in gruppi a seconda della data d'inixzio della terapia di mantenimento con metadone, ed altri che non segiuvano alcuna terapia metadonica. La ricerca ha evidenziato che coloro che seguivano da più tempo la terapia di mantenimento erano meno esposti (il 28,4%) al virus di coloro che non erano sottoposti al medesimo trattamento (il 52,9%).
Tutti i documenti inerenti questa ricerca e quelli dell'OMS della CEE citati sopra, sono reperibili al Centro studi e ricerche del Gruppo Abele, via Giolitti 21, 10123 Torino, tel. (011) 894960
fonte : ASPE n.11 - 14 giugno 1991