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Roma, 2 settembre 1991
Caro Direttore,
riferendosi al disastro della metropolitana di New York - avvenuto delle prime ore del 28 agosto scorso -, il Suo giornale ha dato per scontato che il guidatore del convoglio fosse "drogato" con crack.
In realtà ulteriori indagini hanno rivelato che:
a) 8 ore dopo l'arresto e 13 ore dopo il disastro il tasso di
alcol nel sangue del guidatore era dello 0,21%;
b) poiché il tasso tende a decrescere rapidamente, i
tossicologi ritengono che il valore al momento del disastro
fosse dello 0,33%, cioè più del quadruplo di quello 0,08%
che è considerato il massimo compatibile con le capacità di
guida dei veicoli;
c) il soggetto aveva precedenti di assenteismo e di abuso di
alcol anche sul lavoro;
d) i test sulle droghe, rilevati dopo l'arresto, sono risultati
negativi per qualsiasi sostanza, il che esclude ogni
possibile uso nelle 72 ore precedenti.
(Tutti questi dati sono stati ricavati dal New York Times
del 29 e del 30 agosto scorsi).
E' spiacevole vedere ancora una volta autorevoli organi di informazione, come quello da Lei diretto, prestarsi alla costruzione dei "mostri" della droga dando credito a notizie inesatte che confermano nella pubblica opinione i luoghi comuni che giustificano l'intervento repressivo dello Stato in una questione, quella dell'abuso di droghe, che meriterebbe attenzioni e competenze del tutto diverse.
Cordiali saluti.
Giancarlo Arnao
Comitato scientifico del Cora