Andrea Cavalieri, al testo n.736, avanza dubbi e perplessità sull'opportunità di indire un referendum sulla legge Jervolino-Vassalli. Spero che il testo precedente a questo serva a chiarirgli qualche dubbio là dove si spiega quali sono i punti della legge su cui si richiede il giudizio degli elettori e quali risultati si intende ottenere.
Semmai è proprio l'intervento di Andrea a sollevare perplessità là dove si scaglia lancia in resta contro l'iniziativa dimostrando per altro di non avere la minima informazione in merito. Libero chiunque di mantenere riserve e contrarietà ma almeno basate su cognizioni precise della questione.
Sul disinteresse delle forze politiche basterebbe a smentirlo l'insieme delle adesione che in questi giorni stanno giungendo numerose e da TUTTE le parti politiche.
Sul fatto che la consultazione si terrà nel '93 ricordo che ciò dipende dalle leggi che impongono vincoli precisi ai referendum in ben determinati periodi prima e dopo lo scioglimento delle Camere.
Sulla questione della depenalizzazione ricordo altresì che l'Italia è vincolata dalla ratifica della Convenzione di Vienna in materia di droghe e che non si possono sottoporre a referendum norme che dipendono da trattati internazionali.
In breve si tratta di un ulteriore passo per mantenere vivo il dibattito tra le forze politiche e sociali su quelli che furono i punti più controversi della legge (come si legge nel comunicato Pr/Cora), cioè quelli che prevedono LA GALERA per i tossicodipendenti.
Il dibattito è aperto, e mi auguro che questa conferenza ne sia pienamente investita.
Vorrei segnalare a proposito quanto scrive Giancarlo Arnao alle pagg.53/54 del volume di recentissima pubblicazione "Legalizzare la droga. Una ragionavole proposta di sperimentazione" a cura di Luigi Manconi (Feltrinelli, lire 20.000), e che mi sembra molto pertinente in questo discorso:
"Per la linea proibizionista, la tendenza all'aumento della rigidità normativa ha ormai raggiunto... un limite che è difficile superare... Al contrario, la linea di tendenza espressa dalla 'legalizzazione' ha davanti a sé un percorso molto lungo... Questo percorso è segnato da una serie di ipotesi diversificate, improntate a un progressivo svincolo dal sistema giudiziario dei problemi determinati dalle 'droghe'. E' un percorso, cioè, che potrà seguire strade diverse, secondo diverse cadenze temporali".
Per concludere una precisazione banale: quello che per comodità nelle prossime settimane chiameremo il referendum "sulla droga" è in realtà il referendum sulla legge che in Italia ne regola (proibendolo) l'uso; o meglio ancora su alcune parti di questa legge.
Il dibattito ci sarà e non sarà tenero. Andrea Cavalieri può legittimamente decidere che la cosa non lo riguarda. Ma perché fasciarsi la testa ancora prima di sbatterla contro il muro?