In Francia gli emofiliaci morti di Aids in seguito al contagio
conseguente dall'uso di derivati del sangue, sono già 200 e circa 1200
su un totale di 3000 sono i contagiati.
In Italia la situazione non è certo migliore, su 4600 emofiliaci oltre
760 risultano contagiati dal virus Hiv e le responsabilità e le
inadempienze delle autorità sanitarie sono paragonabili a quelle
francesi. Lo sostiene Angelo Magrini della Associazione politrasfusi.
Il Ministero della Sanità italiano propone adesso, un fondo di
solidarietà con una quota a carico dei produttori di farmaci che ammonta
a 18 milioni per chiunque sia diventato sieropositivo all'Hiv in seguito
a trasfusioni di sangue e/o suoi derivati; 40 milioni in caso di morte.
Vediamo quindi quale è la situazione : "Di questa tragedia siamo tutti
responsabili : i medici disinformati che hanno continuato a prescrivere
emoderivati pericolosi, i dirigenti dei centri di trasfusione che pur
sapendo non hanno preso decisioni, le autorità governative, colpevoli di
imperdonabili lentezze burocratiche che hanno fatto prevalere gli
interessi economici.Una colpa collettiva di cui noi ora, chiediamo
ragione." Ad affermare questo è Bruno Langre, presidente
dell'Associazione per l'emofilia francese, che ha annunciato il 13
settembre di unirsi ai diversi procedimenti penali contro i responsabili
della contaminazione degli emofiliaci francesi con il virus Hiv.
Il settimanale L'Evènement du jeudi, aveva innescato la polemica con
un'articolo che conteneva una pesante accusa: nel maggio 1985 , messi di
fronte al dilemma se distruggere gli stock contaminati oppure lasciarli
in commercio, i responsabili del Centro Nazionale di trasfusione aveva
optato per la seconda scelta. L'affermazione trova conferma nel rapporto
che Michel Lucas, ispettore generale degli affari sociali, ha redatto su
richiesta del ministro degli affari sociali Jean-Louis Bianco, e di
Bruno Durieux , ministro della sanità francese.
Il 23 luglio 1985 una nota del ministero dispone che i fattori non
trattati con calore e quindi pericolosi, a partire dal 1 ottobre non
siano più rimborsati: un velato quanto non chiaro invito a non fare uso
di questi prodotti. Tuttavia nessuno ordina di ritirare gli stock
contaminati dalle farmacie, e quindi dai magazini, i quali continuano a
circolare.
Una nota del 23 agosto del Centro Nazionale di trasfusione dice :
"Cercate di distribuirli a emofiliaci già sieropositivi". !!!!!
Ora, a nome degli emofiliaci contagiati, Bruno de Lagrre chiede
un'indennizzo immediato. I 100 mila franchi (22 milioni di lire circa)
per ogni sieropositivo messi a disposizione nel 1989 dal Fondo di
solidarietà dopo lunghe trattative con il governo, non sono più
sufficienti.
nota: questo è un rielaborato di un'articolo apparso su Panorama a firma
di Gianna Milano.
MF
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