ROMA, 11 OTT - E' un giovane prevalentementemaschio, di eta' compresa tra i 25 e i 35 anni; in media si e'
iniettato eroina per almeno otto anni; quando si droga, nel
25-50 per cento dei casi, scambia la propria siringa con altri
tossicodipendenti, aumentando cosi' il rischio di contrarre l'
aids; molti conoscono questo rischio e tentano di pulire la
siringa prima di condividerla con altri, ma usano mezzi
inefficaci (acqua fredda). Sono alcuni dei dati illustrati oggi
a Roma, presso l' Istituto Superiore di Sanita', contenuti nella
piu' ''ampia'' indagine al mondo svolta dall' Oms sul rischio di
contrarre il virus dell' aids tra i tossicodipendenti. L'
indagine, presentata da Manuel Carballo, direttore del programma
speciale dell' Oms sulle droghe, e' stata condotta in 13 aree
urbane di tutto il mondo (in Italia a Roma, Milano, Verona,
Napoli e Cagliari), coinvolgendo cinquemila tossicodipendenti.
''Per quanto riguarda la situazione italiana (1.200
tossicodipendenti intervistati, la meta' dei quali ''di strada''
e cioe' non assistiti dai servizi di assistenza e cura) - ha
spiegato Gianni Rezza, epidemiologo del ministero della Sanita'
- risulta che Napoli e' la citta' dove e' piu' bassa la
sieropositivita' per l' hiv (cinque per cento); a Milano e
Verona raggiunge il 40 per cento, a Roma il 30 per cento.
SANITA': INDAGINE OMS RICOSTRUISCE IDENTIKIT TOSSICODIPENDENTI 2
ROMA, 11 OTT - Dall' indagine emerge, inoltre, che
l' 80 per cento dei tossicodipendenti italiani intervistati e'
stato almeno una volta, nel corso della loro storia di droga, in
un servizio per fare il test hiv. Secondo l'indagine il grado di
informazione sull' aids risulta mediamente buono, anche se il 30
per cento dei tossicodipendenti non riesce a cambiare i
comportamenti sessuali a rischio, mentre da parte loro c'e' il
tentativo di limitare lo scambio delle siringhe o di pulirle.
''Inoltre - ha detto Rezza - un buon grado di conoscenza del
proprio stato di sieropositivita' c' e' anche tra coloro che non
accedono ai centri di tossicodipendenza e il tasso di
siseropositivita' risulta uguale tra chi frequenta i centri e i
tossicodipendenti 'da strada'. Il sommerso esiste - ha detto
Rezza - ma non e' peggiore di quanto si pensava''. Secondo il
rappresentante dell' Oms Manuel Carballo, il fatto che la
maggioranza dei cinquemila tossicodipendenti abbia mostrato
tendenze a modificare alcuni comportamenti a rischio impone
nuove strategie di assistenza basate sul contatto diretto dei
tossicodipendenti da strada e l' offerta di siringhe pulite e
disinfettanti. L' indagine verra' ripetuta ogni anno per quattro
anni.