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Conferenza droga
Fiorenzi Massimiliano - 13 ottobre 1991
SANITA': INDAGINE OMS RICOSTRUISCE IDENTIKIT TOSSICODIPENDENTI
ROMA, 11 OTT - E' un giovane prevalentemente

maschio, di eta' compresa tra i 25 e i 35 anni; in media si e'

iniettato eroina per almeno otto anni; quando si droga, nel

25-50 per cento dei casi, scambia la propria siringa con altri

tossicodipendenti, aumentando cosi' il rischio di contrarre l'

aids; molti conoscono questo rischio e tentano di pulire la

siringa prima di condividerla con altri, ma usano mezzi

inefficaci (acqua fredda). Sono alcuni dei dati illustrati oggi

a Roma, presso l' Istituto Superiore di Sanita', contenuti nella

piu' ''ampia'' indagine al mondo svolta dall' Oms sul rischio di

contrarre il virus dell' aids tra i tossicodipendenti. L'

indagine, presentata da Manuel Carballo, direttore del programma

speciale dell' Oms sulle droghe, e' stata condotta in 13 aree

urbane di tutto il mondo (in Italia a Roma, Milano, Verona,

Napoli e Cagliari), coinvolgendo cinquemila tossicodipendenti.

''Per quanto riguarda la situazione italiana (1.200

tossicodipendenti intervistati, la meta' dei quali ''di strada''

e cioe' non assistiti dai servizi di assistenza e cura) - ha

spiegato Gianni Rezza, epidemiologo del ministero della Sanita'

- risulta che Napoli e' la citta' dove e' piu' bassa la

sieropositivita' per l' hiv (cinque per cento); a Milano e

Verona raggiunge il 40 per cento, a Roma il 30 per cento.

SANITA': INDAGINE OMS RICOSTRUISCE IDENTIKIT TOSSICODIPENDENTI 2

ROMA, 11 OTT - Dall' indagine emerge, inoltre, che

l' 80 per cento dei tossicodipendenti italiani intervistati e'

stato almeno una volta, nel corso della loro storia di droga, in

un servizio per fare il test hiv. Secondo l'indagine il grado di

informazione sull' aids risulta mediamente buono, anche se il 30

per cento dei tossicodipendenti non riesce a cambiare i

comportamenti sessuali a rischio, mentre da parte loro c'e' il

tentativo di limitare lo scambio delle siringhe o di pulirle.

''Inoltre - ha detto Rezza - un buon grado di conoscenza del

proprio stato di sieropositivita' c' e' anche tra coloro che non

accedono ai centri di tossicodipendenza e il tasso di

siseropositivita' risulta uguale tra chi frequenta i centri e i

tossicodipendenti 'da strada'. Il sommerso esiste - ha detto

Rezza - ma non e' peggiore di quanto si pensava''. Secondo il

rappresentante dell' Oms Manuel Carballo, il fatto che la

maggioranza dei cinquemila tossicodipendenti abbia mostrato

tendenze a modificare alcuni comportamenti a rischio impone

nuove strategie di assistenza basate sul contatto diretto dei

tossicodipendenti da strada e l' offerta di siringhe pulite e

disinfettanti. L' indagine verra' ripetuta ogni anno per quattro

anni.

 
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