Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 25 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 24 ottobre 1991
COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA

REFERENDUM SULLA LEGGE JERVOLINO-VASSALLI SULLA DROGA

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DEL CORA

-----------------------------------------------------

1 - Che cosa NON E' il referendum:

NON E' il referendum sulla punibilità dei tossicodipendenti.

Numerosi giornali continuano a ripetere questa definizione, che è completamente sbagliata.

2 - Che cosa E' il referendum:

Viene richiesta l'abolizione delle sanzioni penali per i consumatori, l'abolizione del criterio della dose media giornaliera e la restituzione ai medici della libertà terapeutica. La convenzione di Vienna del 1988, ratificata nel 1990 dal Parlamento, impone di sanzionare come illecito l'uso personale, e non può essere sottoposta a referendum. Perciò, anche dopo una vittoria referendaria, la detenzione di sostanze proibite per uso personale resterebbe illecita, e passibile di sanzioni amministrative (ritiro della patente, del passaporto, avvio al trattamento terapeutico, eccetera).

3 - Che cosa cambierebbe in caso di vittoria del referendum?

* In nessun caso i consumatori di sostanze proibite subirebbero - soltanto per questo motivo - una condanna penale. Ovviamente resterebbe punito, come adesso, lo spaccio e ogni reato commesso per procurarsi le droghe. Nessuno - da Muccioli a Jervolino passando per Craxi e Gelmini - considera il carcere utile o educativo per un ragazzino che fuma qualche spinello o per il tossicodipendente. L'articolo 76 del T.U. e il criterio della dose media giornaliera sono invece l'autostrada verso la galera

* Viene cancellato l'automatismo della dose media giornaliera (già censurato dalla Corte costituzionale) per distinguere fra consumatori e spacciatori. Oggi gli spacciatori furbi se la cavano con una tirata d'orecchie del prefetto, mentre i consumatori inesperti finiscono direttamente in carcere. Dopo il referendum il giudice dovrà decidere caso per caso se l'imputato è consumatore o spacciatore. Si torna allo Stato di diritto.

* L'amministrazione della giustizia può essere liberata dal peso di decine di migliaia di processi. Oggi il possesso di 15.000 lire di marijuana o di 150.000 lire di eroina fanno scattare le sanzioni penali. E quindi un processo, un processo d'appello, un eventuale ricorso in Cassazione. Per un reato da 15.000 lire un costo minimo di 15-20 milioni per la società. E il costo di un'amministrazione giudiziaria ingorgata da processi per consumo di droga (nel primo anno di applicazione della legge gli arresti per droga sono stati oltre 30.000, con un aumento del 25% rispetto all'anno precedente).

* Si ricrea il rapporto di fiducia fra medico e paziente. Il medico potrà scegliere, senza scontrarsi con disposizioni ministeriali ispirate a criteri non di salute ma di ordine pubblico, quale farmaco e quale posologia è necessaria al paziente tossicomane. Cadono le barriere ideologiche contro il metadone o altri farmaci e sarà così finalmente possibile la prevenzione dell'Aids (nel 1990 sono morte per overdose 1152 persone, ma per Aids sono morte, fra i tossicodipendenti o gli ex-tossicodipendenti, 1652 persone e la tendenza è all'aumento). Nello stesso spirito si aboliscono le norme che obbligano il medico di famiglia a segnalare al servizio per le tossicodipendenze chi abbia fatto uso anche occasionale di sostanze proibite.

-------------------------------------

Per noi del CORA questo referendum servirà a due scopi. Primo, più diretto, ad abolire le norme della legge che hanno creato l'unica solidarietà vera che oggi esiste su tutto il territorio nazionale in materia di droga: quella tra consumatore e spacciatore. Non c'è giudice in Italia che non lo possa confermare: oggi colpire gli spacciatori è ancora più difficile di prima. La minaccia del carcere, rivolta contro chi acquista la droga, crea, o quantomeno rafforza, la connivenza con chi la vende. Risparmiando su tribunali e galere avremo più soldi per la sanità, e si potrà fare qualcosa di più per impedire che tanti ragazzi tossicodipendenti o, come sempre più spesso capita, ex-tossicodipendenti, muoiano di Aids.

La seconda questione per cui il referendum è stato presentato è di mantenere la questione droga-mafia-proibizionismo al centro del dibattito politico. Oggi in Italia, la società, la democrazia, sono strette nella morsa di due poteri illegali che si sorreggono a vicenda: il regime dei partiti e delle spartizioni da una parte, la mafia (e la mala) della droga dall'altra. E' il traffico di droga che ha ipertrofizzato le tre mafie meridionali, ne ha provocato l'esportazione fuori dai loro confini territoriali e culturali, e ne ha fatto un complesso, sofisticato, praticamente invincibile sistema di attività lecite e illecite. Tanto ricco ormai e tanto armato da poter gestire in proprio nel Mezzogiorno, senza le antiche protezioni, affari e politica. Per questo autorevolissimi magistrati, giuristi, studiosi del fenomeno e politici - ultimo il capogruppo Dc della commissione Giustizia della Camera, Enzo Nicotra - hanno denunciato il fallimento del proibizionismo e chiesto al governo italiano di assumere la posizion

e antiproibizionista come riferimento necessario della strategia contro la criminalità organizzata.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail