Nel carcere di Padova è in corso uno sciopero della fame per
chiedere che vengano rispettate urgentemente le direttive che
autorizzano il ministero di grazia e giustizia a consentire ai
malati di Aids in fase avanzata di lasciare il carcere e
proseguire la detenzione in ospedale .
La rivendicazione trova nuovi spunti da quanto accaduto giorni
fa proprio a Padova. La morte di un ragazzo sieropositivo
appena uscito dal carcere, avvenuta il 10 novembre scorso.
Umberto Ceccato era un giovane tossicodipendente di 29 anni,
viene trovato morto per overdose nell'androne di un palazzo di
Via Anelli nel quartiere Stanga. Appena due giorni prima era
stato scarcerato dalla casa circondariale di Padova, dove era
stato rinchiuso con l'accusa di aver rapinato a mano armata
una gioielleria. Accusa poi dimostrata infondata, e Umberto
Ceccato viene scagionato dall'infamante accusa, vittima di
tutti quei luoghi comuni che amano descrivere i
tossicodipendenti violenti ecc ecc.
Umberto aveva atteso per otto lunghi mesi, in carcere, la
possibilità di dimostrare la propria innocenza, quindi essere
messo a confronto con la vittima del furto.
Otto mesi durante i quali Umberto, sieropositivo e innocente,
si ammala ancor più e le sue condizioni di salute già carenti
si aggravano. Potrebbe essere trasferito in ospedale come suo
diritto ma la direzione del carcere non ritiene necessario un
suo ricovero (!)
Stranamente nessun deputato d'assalto con giornalista
personale al seguito, fino ad oggi ha mai richiesto di andare
a visitare il carcere o di parlare con questi detenuti.
L'unico gesto di solidarietà è venuto dall'emittente locale
Radio Sherwood, che organizzata dagli studenti, centri
sociali.
Un silenzio che i detenuti del carcere Due Palazzi hanno
tentato in vari modi di rompere. Invitando tutti a
confrontarsi con i loro problemi e soprattutto a aprire un
dialogo.
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IL Manifesto -19-11-91 riporta un'ampio articolo di da cui ho
tratto questo sunto.
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MF