La notizia riportata da alcuni giornali sulla pubblicazione
da parte dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) circa
la possibilità di trasmissione del virus Hiv tramite il bacio,
non è supportata da nessun testo scientifico o prova di laboratorio.
Tanto meno si ha notizia di un solo caso sulle centinaia di migliaia
di sieropositivi che lo sia diventato per contagio tramite bacio.
I riferimenti alle prove fatte da alcuni medici napoletani riguardo
a questa possibilità sono basati sulla presupposizione dell'esistenza
di lesioni sanguinanti alla bocca durante il bacio.
Il giornale La Repubblica riporta alcuni raggionamenti fatti da questi
medici, per avvallare la loro tesi; questo però vale non solo per i
tossicodipendenti, perchè se così fosse, ma è tutto da provare, il
fenomeno riguarderebbe tutte le persone che soffrono di piorrea o di
una temporanea lesione alla bocca, o che abbiano estratto un dente da
pochi giorni, e via dicendo per tutti quei casi in cui una lesione
alla bocca può causare temporanea perdita di sangue.
Quello che invece è certo e anche largamente documentato, fanno fede
i test di laboratorio eseguiti per controllo da i partner di persone
sieropositive, che hanno una vita di coppia normale e che sono sieronegativi
a distanza di molti anni, mantenendo tutt'ora questo status.
La diffusione di notizie allarmistiche e non comprovate da nessun supporto
tecnico, sono gravi e dannose, già quando a diffonderle sono i media,
il caso dell'OMS è ancora più grave perchè all'allarmismo sconsiderato
si aggiunge una disinformazione operata da una delle associazioni a cui
le persone sono uso fare affidamento.
Il danno che la diffusione di questo pieghevole potrà arrecare in termini
di disinformazione e di ansia nella popolazione è molto alto rispetto
alla presunta utilità di avvallare una simile ipotesi, senza alcun riscontro
medico o di laboratorio.
Al contrario le prove di laboratorio sulla simulazione in vitro del
contagio tramite saliva, hanno dimostrato una magiore difficoltà
ambientale che non facilita la permanenza del virus e le prove
di contagio sono fallite 8 volte su 10 riuscendo in soli due casi
in vitro difficilemte riproducibili in vivo, in quanto presuppone
un contatto talmente lungo da essere altamente improbabile.
Poichè questo pighevole sarà distribuito solo tra alcuni mesi, sarebbe
auspicabile un ripensamento da parte dell'OMS o quanto meno una
presa di posizione chiara da parte di tutte le associazioni che si
occupano di informazione in materia di Aids.
MF