In Sardegna un sieropositivo, milanese che vi risiede per motivi di lavoro,
giovedì scorso ha auto una violenta colica renale, ed è stato ricoverato
d'urgenza all' ospedale di Lanusei. Questo stesso ospedale si rifiuta da
oltre due anni, di praticargli l'emodialisi di cui ha bisogno.
Venerdì mattina il paziente avrebbe dovuto essere sottoposto alla
dialisi presso l'ospedale di Cagliari, dove è costretto a recarsi
ogni due giorni, percorrendo oltre 300 chilometri, perchè a Lanusei
non sono attrezzati per i sieropositivi. Questa almeno è la versione
dell'ospedale. Ma venerdì si trovava ricoverato proprio a Lanusei:
i sanitari però non hanno cambiato parere e si sono rifiutati di
sottoporlo alla dialisi, ma si sono prodigati per far dimettere il
pazienti fino all'assurdo di farlo accompagnare alla porta da due
poliziotti.
A questo punto una corsa in autoambulanza fino all'ospedale di Cagliari
presso il quale è giunto troppo tardi per poter effetuarla.
La dialisi gli è stata fatta solo il giorno successivo.
Questa è solo una delle tante storie di discriminiazione che,
i sieropositivi, vivono ogni giorno nel loro rapporto con le
strutture sanitarie nazionali.
A Roma intanto si conclusa l'odissea della ragazza che era stata
rifiutata dagli ospedali per due giorni, a causa della carenza di
posti letto: ora si trova ricoverata presso al A.Gemelli, dove
potrà ricevere le cure necessarie.