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Conferenza droga
Fiorenzi Massimiliano - 3 dicembre 1991
AIDS/ CONVEGNO ANLAIDS/ TOSSICODIPENDENZA/

nel corso dello svolgeimento dei lavori della seconda

giornata del congresso dell'ANLAIDS, sono stati presentati

alcuni dati interessanti su Aids, sieropositività e

tossicodipendenza.

SANITA: AIDS; SECONDA GIORNATA CONVEGNO ANLAIDS

CAGLIARI, 2 DIC - Sia i casi di Aids sia quelli che

riguardano nuove infezioni cominceranno a diminuire nei paesi

occidentali (Italia compresa), a partire dalla meta' di questo

decennio, mentre si verifichera' un massiccio aumento di nuovi

casi e di nuove infezioni nel sud-est asiatico, in Africa ed in

America Latina. La previsione e' stata riportata al convegno

dell' Anlaids (Associazione nazionale lotta all' Aids), in corso

a Cagliari, da M.Caraballo dell' Oms, secondo il quale

attualmente ci sono nel mondo intero cinquemila nuovi casi al

minuto. Per quanto riguarda il panorama europeo Donato Greco,

direttore del centro operativo Aids dell' Istituto Superiore di

Sanita', ha riferito oggi che il problema maggiore e' costituito

dalla tossicodipendenza e che in Italia 3.500 giovani all' anno

sono colpiti dall'infezione. Tuttavia Greco ha confermato che

dal '95 i nuovi casi cominceranno a scendere drasticamente e che

gia' oggi il numero dei casi notificati nell' ultimo periodo

tende a crescere meno velocemente rispetto al passato anche se

''l' osservazione va ulteriormente studiata, visto che

potrebbero essere effetto di un ritardo delle notifiche''. A

testimonianza del quadro di minore virulenza sono stati

presentati due studi. Il primo riguarda un decremento dal

1986 al 1991 della prevalenza di sieropositivita' per l' Hiv tra

i tossicodipendenti di un' ampia area del Veneto occidentale.

Il secondo studio riporta un

declino dell' incidenza dell' infezione da Hiv in un gruppo di

tossicodipendenti del nord Italia tra il 1987 ed il 1990. Nel

primo caso i 1.114 tossicodipendenti esaminati registravano una

prevalenza di sieropositivi nel 1986 del 35 per cento e nel 1991

del 18 per cento. Lo studio ritiene che il decremento della

prevalenza di sieropositivita' possa essere interpretato ''come

indice di maggiore consapevolezza dell' infezione tra i

tossicodipendenti e la conseguente modifica dei comportamento a

rischio''. Nel secondo studio il declino del tasso di incidenza

dei nuovi casi di infezione e' passato dal 6,3 per cento del

1987 all' 1,6 per cento del 1990. Inoltre la prevalenza tra

tutti i tossicodipendenti, nei centri in cui e' stata condotta

l' indagine, e' diminuita dal 54 per cento del 1986 al 49 per

cento del 1989. Anche in questo caso lo studio indica ''nelle

modificazioni delle abitudini dei tossicomani il probabile

declino del tasso di incidenza''. Un altro studio, piu'

''inquietante'', condotto dalla clinica delle malattie infettive

dell' universita' di Milano dimostra che ''l' uso protratto di

eroina non sembra condizionare una piu' rapida progressione

verso l' Aids''. In sostanza, secondo quanto e' stato sostenuto,

non e' detto che i sieropositivi che smettono di drogarsi

registrino una progressione piu' lenta verso l' Aids di

quelli che continuano ad assumere stupefacenti.

Per quanto riguarda il costo

sociale dell' Aids uno studio ha indicato che il costo

complessivo per paziente in un anno in assistenza domiciliare e'

di circa 27 milioni contro i 37 milioni e mezzo di quella in

ospedale. L' assistenza domiciliare rappresenta quindi una

strada sia per ridurre i costi sia per decongestionare i reparti

di malattie infettive degli ospedali. A questo proposito, Donato

Greco ha ricordato nel suo intervento al convegno, i problemi

posti per l' assistenza dal fatto che l' Aids non sia piu' una

''malattia acuta ma cronica'' e che quindi deve aumentare l'

intervento assistenziale (sia medico sia infermieristico per i

malati). ''Nell' '87 - ha aggiunto Greco - la malattia si

consumava in sette mesi, oggi, grazie alle nuove cure e all'

anticipo delle diagnosi la sopravvivenza media e' di tre anni''.

Un altro intervento e' stato quello del direttore della prima

clinica di malattie infettive dell' universita' di Genova, Dante

Bassetti, secondo il quale i sieropositivi stanno diventando

''un bersaglio sempre maggiore della tubercolosi''. ''Tuttavia -

ha specificato Bassetti - l' applicazione della profilassi

riduce di gran lunga gli esiti fatali, consentendo una maggiore

sopravvivenza dei malati''.

 
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