Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 27 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza droga
Fiorenzi Massimiliano - 7 dicembre 1991
SANITA': AIDS E''COMUNITA' CONFINATE'', CONVEGNO A ROMA
ROMA,6 DIC - Carceri, comunita' terapeutiche,

conventi, collegi, caserme : tutti luoghi nei quali la vita e'

soggetta a regole e ''compressa'' da spazi magari limitati e

promiscuita'. Per studiare i problemi igienici, psicologici e

ambientali di queste strutture e' sorta in Italia una nuova

disciplina, la ''medicina delle comunita' confinate'' ed e'

stata costituita una societa' di medici che oggi, a Roma, ha

aperto il suo primo congresso nazionale. All'ordine del giorno

l'allarme per la diffusione del virus dell'aids, una

diffusione,secondo gli intervenuti resa piu' facile e per certi

aspetti meno controllabile in agglomerati umani di questo tipo.

''Fino ad oggi - ha dichiarato Carlo Mastantuono, direttore

sanitario del Policlinico Universitario Umberto I e docente di

medicina delle comunita' confinate - l'argomento e' stato

ingiustamente sottovalutato : negli anni '50 si lasciava che

detenuti, condannati magari a pene leggere, morissero di

tubercolosi in carceri malsani come quello di Pianosa;oggi nelle

nostre carceri c'e' una delle concentrazioni piu' alte di

sieropositivi che sono pero' trascurati dalle istituzioni

sanitarie o tutt'al piu' relegati in reparti ghetto ''. Nei

''ghetti'', ha spiegato Mastantuono, ''le malattie proliferano e

e si diffondono''.

Il problema , come ha sottolineato

Mastantuono, non riguarda soltanto i penitenziari: il pericolo

si annida anche nelle varie ''pantanelle'', ovvero quelle

concentrazioni di immigrati costretti dalla necessita' e dalla

mancanza di aiuti a riunirsi in comunita', approfittando magari

di locali abbandonati e in pessime condizioni igieniche. E

l'epidemia potrebbe colpire, secondo Mastantuono, anche

comunita' piu' ''controllate'', come le caserme, i collegi e ,

perche' no, i conventi e le comunita' religiose. Per prevenire e

limitare il pericolo, hanno sostenuto gli intervenuti, c'e' una

sola soluzione : quella di occuparsi di piu' del problema, ma

anche quella di limitare il piu' possibile la formazione di

''ghetti'' o la carcerazione in luoghi o condizioni fisicamente

o psicologicamente '' malsani''. ''Nelle carceri - ha concluso

Mastantuono - esiste di solito un solo medico che ha la

responsabilita' di vigilare sull'intera comunita' di detenuti :

la prima cosa da fare,quindi e' istituire , almeno per i

penitenziari, delle commissioni di esperti in grado di vigilare

e di tutelare la salute e la qualita' della vita di tutti''. Al

convegno, che si concludera' domani, sono intervenuti, tra gli

altri, Fernando Aiuti, esperto di aids e primario di immunologia

dell'Universita' di Roma, Giuseppe Visco, primario di malattie

infettive all'ospedale Spallanzani di Roma.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail