CITTA' DEL MESSICO - Uno sconcertante attacco dell'esercito messicano
che aveva provocato la morte di sette agenti dell'antidroga, ha portato
alla destituzione del comandante della 26a zona militare, il generale
di divisione Alfredo MOran Acevedo, e l'apertura di una inchiesta su
altri militari implicati nella vicenda.
Acevedo è sospettato di essere intervenuto con i suoi uomini per
proteggere i trafficanti di cocaina caduti in una imboscata della
polizia federale, consentendo ai narcos, di dileguarsi a bordo di
un loro aereo.
L'accusa è contenita in nel rapporto di 104 pagine presentato venerdì
dalla Commissione nazionale per i diritti umani, un organo governativo,
che aveva raccomandato al Ministero della Difesa, di aprire una inchiesta
su due generali, un colonnello e due tenenti, per responsabilità nella
uccisione dei settte agenti. Questi ultimi erano caduti sotto il fuoco
dei reparti dell'esercito che, secondo la versione ufficiale, li avrebbe
scambiati per trafficanti di droga.
Il 7 novembre scorso, le autorità di frontire USA hanno intercettato
sul loro radar un aereo carico di 360 chilogrammi di cocaina colombiana
e hanno avvisato gli agenti messicani antidroga. Gli agenti sono giunti
sulla pista clandestina d'atterraggio, vicino al porto di Veracruz,
sorprendendo i narcos e arrestandoli. Mentre gli agenti federali
scaricavano la cocaina sequestrata, il generale Moran, informato della
imboscata, è puiombato sul posto con un drappello di soldati.
"lo scontro a fuoco fra agenti ed esercito e la morte di alcuni poliziotti
sono avvenuti dopo l'arrivo del generale Moran Acevedo" , si legge nel
rapporto nel quale si sottolinea inoltre che i soldati "non hanno fatto
nulla per impedire ai trafficanti di fuggire".
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