MILANO - All'ospedale Niguarda, durante un convegno sui rischi di infezione per il personale sanitario, numerosi medici sono
intervenuti sostenendo la necessità di sottoporre ai test di
ricerca degli anticorpi Hiv, qualsiasi paziente venga ricoverato
in corsia. In particolare, bisognerebbe sottoporre agli esami
tutti i soggetti di sesso maschile che amano portare al lobo
di una delle orecchie, un orecchino . (!!!)
Per molti dei medici intervenuti al convegno milanese, l'abitudine
dell'orecchino starebbe infatti ad indicare che chi lo porta ha,
sia pure in via presuntiva, tendenze omossessuali ed è pertanto
da considerare come appartenente alle cosidette categorie a rischio.
Come è ormai noto, le norme di legge vigenti, vietano il test per la
ricerca dgli anticorpi dell'Hiv, in mancanza di una preventiva
autorizzazione dell'interessato o del ricoverato di turno.
Tuttavia, non sarebbero pochi gli ospedali nei quali si vanifica
la legge di tutela, facendo firmare ai pazienti, prima del ricovero
un foglio nel quale si autorizzano i medici a compiere una lunga
serie di esami ematici e non tra le cui compare spesso tra le altre ,
quella dell'Hiv, scritta piccolissima e di cui si guardano bene dallo
spiegare il significato.
Insomma, la paura del contagio tra i medici e paramedici è molto forte.
Le mascherine e i guanti non bastano a placare la "smania del test".
Questo articolo è comparso su Avvenimenti a firma di Giuseppe Gnasso,
nel numero del 18 dicembre 1991.
I medici, ancora una volta, si fanno portatori dei luoghi comuni piu'
banali e ciarlieri, ma si sà...anche i medici sono uomini!
MF
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