TORINO - MERCOLEDI 18 DIC 1991 - TORINO - Nella settimana fra Natale e
Capodanno del 1966 nasceva a Torino ''l' idea'' del Gruppo
Abele. ''Tutti credono ad un mio immediato inizio con i giovani,
invece fu un incontro con un barbone, con un vecchio ad
indirizzarmi sulla strada degli emarginati, degli ultimi'', ha
confessato don Luigi Ciotti in un' intervista rilasciata al
settimanale ''Famiglia Cristiana'' che la pubblichera' nel
numero di Natale,della quale e' stata diffusa un' anticipazione.
Il sacerdote torinese e' apparso restio a celebrare il ''primo
quarto di secolo'' di vita dell' associazione che l' ha reso
noto in tutta Italia, la prima ad occuparsi dei problemi dei
tossicodipendenti. ''Non servono feste - ha detto - puo' essere
solo l' occasione per riflettere e ripartire con maggior
slancio''. In quel 1966 Luigi Ciotti aveva 17 anni. Due anni
dopo entro' in seminario e nel novembre 1972 fu ordinato
sacerdote dal card. Michele Pellegrino.
''Gioventu' impegnata'' fu il primo gruppo di giovani che, a
fianco di Ciotti, inizio' ad occuparsi di minorenni in carcere e
prostitute, poi nel 1968 fu scelto il nome di ''Gruppo Abele''.
Negli anni '70 il gruppo affronto' il problema droga: dal 73 al
75 i volontari aprirono 24 ore su 24 un ''centro sulla strada''
al quale si rivolsero piu' di 4.000 persone. Nell' estate del
1975 don Ciotti fu in prima fila, con uno sciopero della fame,
nella battaglia per la nuova legge sulla droga.
Alla fine degli anni '70 il
''Gruppo Abele'' si e' aperto alle attivita' culturali, a
cominciare dall' ''Universita' della strada'', dove ad insegnare
sono i ragazzi e allievi sono operatori, docenti e formatori. Il
resto e' storia d' oggi: attualmente vi lavorano oltre 200
persone sparse in 25 attivita' diverse (accoglienza, comunita'
residenziali, iniziative di informazione, formazione e
prevenzione, cooperative di produzione). Il Gruppo ha allargato
il proprio campo di azione dalla lotta alla tossicodipendenza
alle problematiche dell' Aids, dell' alcolismo, dell' ambiente e
della pace, e si e' dotato di un' agenzia di stampa (Aspe), di
un centro studi con oltre 7.000 testi, di una casa editrice.
E dopo i ''primi 25 anni''? Don Ciotti risponde: ''C' e'
bisogno, voglia di futuro. Dobbiamo dare ai giovani, agli
emarginati, a chi fa piu' fatica, una speranza, la voglia di
costruire un domani migliore; oggi, in giro, c' e' tanta
rassegnazione, tanto pessimismo che noi dobbiamo sconfiggere: ho
paura che la droga sia un killer che sta offuscando tutte le
altre problematiche del mondo giovanile. Non basta dire che si
fa guerra alla tossicodipendenza, bisogna compiere un' enorme
investimento di risorse, idee e coraggio sui giovani, ridar loro
'voglia di futuro'''.