I socialisti ancora una volta ripropongono la schedatura
dei sieropositivi. Giovanni Visco ha espresso il suo parere
contrario circa l'utilita' di eseguire il test in ambiente
carcerario, ove anche nella pegiore delle ipotesi si risultasse
positivi al test, non è possibile attualmente curarsi .
A tutela della riservatezza l'italia ha una legge, la 135.
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Roma, 23 gen - I giovani socialisti parafrasando lo
spot ministeriale contro l'Aids ''se lo conosci lo eviti'',
sostengono che ''se non lo conosci non lo eviti'', e quindi lo
stato di sieropositivita' da virus Hiv non dovrebbe essere
oggetto di riservatezza, come invece prevede la legislazione
vigente. Per questo motivo, il Movimento giovani socialisti
(Msg) ha presentato alla Commissione nazionale Aids, una serie
di quesiti per sapere se sia lecito o no, sulla base anche del
dibattito che sta emergendo in altri paesi, mantenere
l'anonimato sulla sieropositivita', o se, invece, non sia
meglio, ''per realizzare una solidarieta' attiva, affrontare
questo argomento e discuterne, anche per evitare il male
peggiore''. Il Mgs ha respinto oggi, in una conferenza stampa,
le accuse di voler ''ghettizzare o schedare'' i sieropositivi:
''sono dubbi i nostri e non certezze'' ha detto Luca Josi,
responsabile del Mgs, per il quale ''l'unica vera prevenzione
dalla malattia e' la conoscenza''. Le riflessioni che
sollecitano i giovani socialisti riguardano le responsabilita'
del sieropositivo nei confronti del partner, della famiglia e le
responsabilita' dei medici e della societa' di fronte alle
potenzialita' del contagio. Giuseppe Visco, componente della
Commissione Aids, si e' detto d'accordo sulla ''punibilita'
da contagio'', ma ha espresso riserve per il test obbligatorio
ai detenuti e ai lavoratori.