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Conferenza droga
Taradash Marco - 8 febbraio 1992
OMICIDIO POLITICO DI UN EROINOMANE AL POLICLINICO DI ROMA. IL CORA SI COSTITUIRA' PARTE CIVILE. OFFERTA ASSISTENZA LEGALE ALLA FAMIGLIA DI GIOVANNI SILVESTRI.

Roma, 7 febbraio 1992.

Se le prime notizie di stampa saranno confermate dall'inchiesta giudiziaria, al Policlinico Umberto I di Roma si è consumato un omicidio politico. Non si tratta infatti in questo caso di un episodio che rientra nella normale - per quanto oscena - banalità delle disfunzioni del sistema sanitario italiano.

La morte di Giovanni Silvestri è stata causata da una forma nuova e feroce di razzismo, alimentata, come tutti i razzismi, dalle leggi che stabiliscono discriminazioni fra i cittadini, li suddividono in categorie, negano ad alcuni i diritti fondamentali riservati a tutti gli altri.

Giovanni Silvestri è stato ucciso, oltre che dai diretti responsabili dentro l'ospedale romano, dalla legge Jervolino-Vassalli e dai decreti anti-salute del ministro De Lorenzo, come quello contro il metadone. "Per creare razzismo - è stato scritto - ci vuole un gruppo di persone che si senta superiore, e un gruppo che si senta inferiore, e questo avviene attraverso le leggi". La nuova legge sulla droga, ha voluto convincere il paese, e in primo luogo i medici e i magistrati, che i tossicomani sono altro da noi, che sono naturalmente portati alla violenza e alla delinquenza, che la loro sofferenza, le loro malattie - la probabile morte per AIDS - sono la giusta punizione per la colpa di cui si sono macchiati. E' normale allora che all'interno di questa cultura violenta, che alimenta strutture violente (la repressione della polizia, la galera, la comunità coatta, la negazione delle cure ai SERT, l'emarginazione nella società) nascano i vendicatori solitari, i giustizieri che sparano l'ultimo colpo a chi è g

ià stato condannato a morte dalle leggi della società.

Per questi motivi il CORA chiederà, al momento dell'udienza preliminare, di costituirsi in parte civile, ed ha già offerto alla signora Rosaria Silvestri, madre della vittima, la sua assistenza legale. Il crimine che si è consumato al Policlinico Umberto I non è infatti un atto isolato e anomalo: è un omicidio politico, un gesto che rivela che malattia sociale provocata dall'attuale politica sulla droga è ormai ben oltre il livello di guardia.

 
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