Il problema è indurre tale crisi con messaggi verbali. Non ci si può mica augurare che la linea antiproibizionista vinca soloquando in tutte le famiglie ci sia qualche morto per overdose. Anche se andando avanti di questo passo non è una ipotesi campata in aria.
Le parole vanno scelte con cura. Di fronte a un ragionamento, la reazione del proibizionista ingenuo funziona probabilmente secondo questo schema: "Tu non imbrogliare me, chiacchierone antiproibizionista. Droga uguale morte. Lontano da me, lontano da me, proibito drogarsi, proibito morire. Io difendo (francese: défendre) così me e miei cari da morte" (poveri coglioncini... e intanto il figlio di sedici anni ha fatto amicizia col pusher al bar sotto casa...).
Il cristianesimo fu duffuso in una situazione simile attraverso un messaggio fatto di parole che è riuscito ad aver ragione di più di un animista sfegatato e molto meglio attrezzato, totemicamente, dei nostri poveri coglioncini. Se il fondamento del proibizionismo ingenuo è individuabile -come mi sono sforzato di fare- in una paura della morte povera di risorse religiosamente evolute, rituali, possiamo forse sperare in qualche miglior successo ove la linea antiproibizionista si muova nei termini già sperimentati con successo dalla propaganda cristiana. Per fare questo credo che sia necessario:
a) che i messaggi destinati a raggiungere i proibizionisti ingenui (attraverso i mass media) siano i più semplici possibile, come sono semplici -del resto- le ragioni dell'antiproibizionismo.
b) che siano ripetuti in forme identiche con le stesse parole nella stessa successione, proprio come se fossero preghiere o un testi sacri e che gli inediti siano motivati solo dall'attualità. Cambiare le parole -anche se è più noioso per l'emittente del messaggio- è come mandare all'aria parte del lavoro fatto per penetrare nelle dure zucche dei primitivi.
c) che il messaggio associ ai temi antiproibizionisti termini caratteristici della dottrina cristiana. Si possono trovare parecchie affinità fra la passione di Gesù e la morte per strada.