In un testo dell'ottobre 1992 (1818) Marco De Andreis aveva ridimensionato drasticamente le stime correnti sul fatturato dello spaccio di droga nel mondo e in particolare in Italia.Queste sue valutazioni non avevano trovato grande consenso fra gli esponenti della Lia e del Cora.
Oggi la stampa riporta alcune stime presentate dall'ex presidente dell'Istat Guido Rei e dal sociologo Pino Arlacchi nel corso della prima conferenza nazionale sulla droga di Palermo secondo le quali il fatturato di 15-20mila miliardi ipotizzato deve essere ridimensionato nettamente. Il giro d'affari complessivo del traffico della droga in Italia per il 1990 può essere stimato tra 2.700 e 4.500 miliardi e solo il 70% sarebbe gestito dalla criminalità organizzata. L'organizzazione "Cosa nostra" in particolare ricaverebbe un profitto tra i 440 e i 735 miliardi.
Anche adesso ci si ostinerà a diffondere stime evidentemente gonfiate?
Credo che gli antiproibizionisti abbiano tutto da guadagnare nel ridimensionare il fenomeno del consumo della droga che da anni è stato amplificato dai governi per imporre leggi repressive e liberticide. Ristabilire le giuste dimensioni del fenomeno "droga" significa poter convincere l'opinione pubblica che è possibile rendere compatibile l'uso personale di queste sostanze da parte di fette modeste della popolazione con le legittime preoccupazioni di chi teme un incremento dei tossicodipendenti. E' ilpassaggio obbligato per convincere l'opinione pubblica che politiche di distribuzione controllate delle droghe porterebbero benefici per tutti senza provocare un incremento significativo del consumo.