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Conferenza droga
Cora Segr.Recapiti - 13 dicembre 1994
D'ALEMA E I SERT EMILIANI.

APPUNTO ALL'ANTIPROIBIZIONISTA MASSIMO D'ALEMA: IL PROBLEMA NON E' TANTO SAN PATRIGNANO QUANTO I SERVIZI TOSSICODIPENDENZE DELL'EMILIA ROMAGNA.

Il "Manifesto" di mercoledì 7 dicembre spara a tutta pagina: "D'Alema antiproibizionista".

L'articolo così termina: <<...e D'Alema ha ammesso che sull'esistenza in Emilia Romagna di Sanpa - "zona franca, priva di verifica e di controllo, di interazione con il pubblico" - qualche autocritica deve farla anche il Pds che governa quella regione...>>.

Prendo atto con soddisfazione della "svolta antiproibizionista" sia di Massimo D'Alema sia del Pds emiliano, che una settimana fa ha presentato una proposta di legge regionale per la legalizzazione dei derivati della cannabis e per la distribuzione controllata dell'eroina.

Proprio in nome di tale soddisfazione e nella speranza di una stretta collaborazione fra Co.R.A. e PDS, rivolgo al compagno D'Alema questo appunto: una critica puntuale delle cose che non vanno non deve appuntarsi solo su San Patrignano ma sull'intera regione Emilia Romagna.

Nel dire questo mi baso sul più autorevole documento ufficiale che fotografa lo "stato delle cose" in materia di tossicodipendenze: la relazione presentata dal Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio il 31 marzo 1994, relativa all'anno 1993. La relazione è stata depositata in Parlamento e quindi, era ed è a disposizione anche del deputato D'Alema.

A pag. 273 del documento vi è una tabella che riporta il numero di utenti seguiti direttamente dai servizi pubblici, divisi regione per regione e per anno, dal 1990 al 1993. Dalla tabella si ricava che l'Emilia Romagna è l'unica regione, assieme alla Calabria, ad aver perso utenti nell'arco dei quattro anni considerati. La percentuale di soggetti in trattamento metadonico in Emilia era nel 1992 del 13,5%, la più bassa d'Italia (media nazionale: 25%). E' lecito supporre che buona parte degli utenti presentatisi ai Sert emiliani siano stati registrati e poi spediti a San Patrignano.

La Relazione riporta anche un documento dell'Assessorato alla Sanità e Servizi Sociali della Regione Emilia-Romagna, di cui riporto due passi:

(pag. 294) "...Qui preme evidenziare il crescente credito in campo nazionale del sistema SERT della nostra regione e di alcuni SERT in particolare e l'aumentata capacità di ritenzione degli utenti, notoriamente instabili e poco costanti, che denota un accresciuto livello qualitativo degli interventi...";

(pag. 299) "...Il rischio enorme che si sta correndo è che un concetto fondamentale per gli interventi strategici nelle tossicodipendenze (la riduzione del danno, ndr) venga snaturato e assunto come parola d'ordine degli antiproibizionisti che, riducendolo, lo fanno coincidere dapprima con la distribuzione generalizzata di metadone poi con la progressiva legalizzazione della droga...".

Mi fermo qui; credo che i dati e le affermazioni riportate bastino a giustificare la richiesta che gli antiproibizionisti del CORA rivolgono agli antiproibizionisti del PDS: verificate i veri antagonisti, non accontentatevi di quelli vecchi, noti ed oggi meno pericolosi, ma considerate soprattutto quelli vecchi, nascosti ed oggi pericolosi come ieri.

GIULIO MANFREDI

Torino, 13 dicembre 1994

 
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