Poche parole ma, ritengo, indispensabili per scandagliare più a fondo la scelta, fatta da Maurizio Provenza, di investire molto del suo patrimonio (discreto ma non ingente) nelle finanze del CORA del 1995.
Una scelta che merita una riflessione più approfondita, una volta spenti i riflettori di San Patrignano e dopo aver rilevato che i pochi articoli usciti sulla conclusione del Congresso non ne hanno parlato, troppo presi dal confronto fra i "leader maximi" Pannella e Muccioli.
Ebbene, io vedo nella scelta di Maurizio un nuovo segmento di teoria della prassi, di cui far tesoro per il futuro. Per la prima volta nella storia dell'antiproibizionismo politico, un compagno riesce a coniugare "esemplarmente" il suo essere liberale e libertario in politica con il suo essere liberale e liberista in economia, fornendo all'organizzazione, alla prassi, un aiuto tanto teorico che pratico.
Maurizio, con la sua scelta, ci dice che non basta considerare la vita e la politica una "impresa a rischio", ma occorre, per inverare sia la vita che la politica, che esse siano percorse e contrassegnate dal "rischio d'impresa" .
E la scelta di Maurizio è ancora più significativa se la consideriamo nel contesto di San Patrignano e nella sua contemporaneità con il Congresso di Alleanza Nazionale, in cui una forza politica tanto statalista quanto autoritaria quanto proibizionista inizia a compitare le prime lettere dell'alfabeto liberale.
La scelta di Maurizio non deve rimanere isolata; e bene ha fatto Vittorio Pezzuto a lanciare l'appello per le "cento iscrizioni da un milione" e lo stesso Maurizio a rivolgersi addirittura a Berlusconi. Ma perché ho detto "addirittura"? Silvio Berlusconi non è, forse, l'esempio massimo della figura dell'imprenditore che tenta di trasformare il "rischio d'impresa" economico in politica liberale e liberista (certo, con tutte le contraddizioni che sappiamo, ma questo è un altro discorso...)?
A ciascuno il compito di aiutare Maurizio e Vittorio nella loro e nostra "impresa"; limitiamoci, per ora, a segnare questa data, questa domenica 29 gennaio a San Patrignano, quando l'oculista Maurizio Provenza ha saputo vedere più lontano di noi tutti.
GIULIO MANFREDI
Torino, 31 gennaio 1995