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Conferenza droga
Pezzilli Dora - 18 febbraio 1995
Alla riunione di nascita del Cora , nella sede della provincia di Roma nell'anno millenovecentoottantotto mi ritrovai sconcertata e delusa; non tanto perche' la nascita di una formazione antiproibizionista era limitante rispetto all'idea liberale che mi ero fatta per lottare contro la censura, contro l'abort clandestino ecc. , quant per il fatto che ero una psicoterapeuta che prveniva da una associazione coostretta ad applicare la legge piu' stupida esistente in Italia. Come Presidente dell'aied sapevo quanto ci era cstata quella posizione di compromesso che ci obbligava a subire anche a livell personale la condizione di veto nella libera decisione della donna, sstituendoci alla sua libera volonta' o avendoo la presunzione che il potere di una legge qualsiasi potesse dare a noi una investitura di legittimita'. Diceva Mauro Mellini, che questa era la tipica logica cattocomunista di pensare di poter governare l'aborto altrui, la droga altrui, la prostituzione altrui.Fu logico quindi per alcuni antichi radicali
prsi il problema alla nascita del Cora della Costituzine Italiana, che per noi radicali doveva prevalere rispett ad ogni altro problema.Putroppo csi' non avvenne l'indirizzo del Cra somigliava drammaticamente all'indirizzo del Cisa, nella sua fase cattocmunista e non potei far altro che ritirarmi dall'impresa. Sapevoo gia' che non c'era spazio autenticoo di lotta per una radicale libertaria. La campagna elettorale successiva quella che vide Gaetano Dentamaro e Dora Pezzilli per la prima volta andare davanti ai cancelli di Muccioli a chiedere giustizia si risolse nell'89 cn una campagna diffamatoria nei mie coonfronti /(il giorno e altri quotidiani)di stampo socialfascista al punto c he dovetti difendermi perfino dall'aver fatto una deduzine prossemica, coosa che mi sembrava ovvia visto che San Patrignano som igliava piu' ad un carcere che ad una comunita' terapeutica.Il restoo e' storia.Oggi il Cora puo' rimediare all'errore di non aver dat sufficentemente fiducia all'Italia, non solo abolendo dal su statut

o alcune differenze riguardanti le tessere di partito, se vuol crescere, ma sopratutto appoggiando il referendum sull'aborto che rappresenta la continuazione storica del proibizionismo in Italia.L'esigenza tipica di un Stato illiberale cnsiste nel pretendere il controollo sulla persona sostituendo la vlnta' del protagonista cn la volonta' di un soggetto che di solito se ne approfitta, nel caso dell'abrto e della droga quasi sempre il sggetto e' la medicina, che ben lungi dall'ammettere che la drga leggera e' l'unica frma terapeuitica conosciuta contro la droga pesante, non accetta quella politica della nobilta' che consiste nell'autonmia individuale della persona.Sia sul prblema aborto che sul problema droga, infatti in questi anni sono sorto contenitori e "specialisti del prooblema", che ben lungi dall'avere un rapporto paritario cn il consumatore ne pretendono l'assoluta obbedienza. Cio' ha generato nn sol mancanza d'informazioone, sia in un caso che nell'altr, subcultura, inesperienza, ma in aggiunta la m

afia della medicina, la mafia dell'aborto di Stato, la mafia della droga di Stat e' diventato sempre piu' agguerrita.Stann solo cercando di aiutarci ripetono coloro che invocano la logica della necessaria terapia!No grazie, rispondiam tutti insieme questa volta, mi aiuto da me.prima.Vedete compagni la liberta' e' per forza rivluzionaria. questa la loro paura, questa la nostra forza.Ad Majora.

 
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