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Conferenza droga
Cora Segr.Recapiti - 8 marzo 1995
CASO NARCONON: PRESENTE E PASSATO.

Apprendo dal Corriere della Sera di ieri che l'autorità giudiziaria di Lecco ha fatto chiudere il centro Narconon di Taceno, in cui erano deceduti lo scorso mese due tossicodipendenti; la chiusura è dovuta a "gravi insufficienze sotto il profilo della professionalità del personale".

Non esprimo giudizi sul caso in questione, non avendo abbastanza elementi. Un elemento su cui riflettere, in realtà, esiste: la Regione Lombardia aveva negato l'iscrizione del centro Narconon all'albo delle comunità terapeutiche proprio per la mancanza dei requisiti minimi; la mancata iscrizione all'albo impedisce la stipula delle convenzioni con i SERT e l'accesso ai finanziamenti statali; non impedisce lo svolgimento dell'attività di recupero e reinserimento dei td.

Preparando gLi emendamenti al testo sulle td. licenziato dalla Camera e che il Senato discuterà, forse, oggi, mi sono chiesto se occorreva emendare anche la norma riguardante gli albi regionali (art.116 Testo Unico-DPR 309/90), richiedendo che l'iscrizione in essi fosse condizione "sine qua non" per poter svolgere la suddetta attività. Ho deciso di non far niente, per non appesantire troppo la normativa, nella convinzione che esiste già la possibilità di verifica e controllo da parte di una pluralità di soggetti (USL, Comune, autorità di pubblica sicurezza e giudiziaria). In effetti, a Taceno giudici e carabinieri sono intervenuti, ma solo dopo che vi sono stati due decessi...

Il 7 gennaio scorso è apparso sul giornale "L'Unità" (pag.13) un grosso servizio sui centri Narconon, firmato da Jenner Meletti (il giornalista che ha seguito anche il congresso del CORA a San Patrignano). E' intervistato Augusto C., che dice di essere un ex-direttore di un centro Narconon e che lancia pesanti accuse contro l'organizzazione, dedita, secondo lui, a spillar soldi ai td. e ai loro familiari. Viene anche riportata l'esperienza della comunità di Sarnano (Macerata), che sembra ricalcare quanto accaduto a Taceno: "Una persona fa un contratto di affitto -soprattutto per alberghi in crisi- ed all'improvviso si scopre che i nuovi arrivati sono una comunità Narconon. Di solito si installano in luoghi isolati -per non "disturbare" e quindi non provocare controlli- e dopo un anno o due al massimo abbandonano improvvisamente la sede per presentarsi in una nuova località...".

Il 20 gennaio "L'Unità" pubblica nella rubrica delle lettere la replica di Luca Ventura, di Milano, che afferma di scrivere "per conto delle Associazioni Narconon operanti sul territorio nazionale". Ventura porta a sostegno del metodo Narconon il parere del "prof. dott. Diego Novelli, esperto componente del Servizio di sorveglianza della Corte d'Appello di Roma nonché docente (sic) al ministero di Grazia e Giustizia.." nonché "il procuratore della Repubblica di Trani, dott. Leonardo Rinella". Afferma, inoltre, il Ventura: "...Lo Stato, che da anni basa principalmente il proprio intervento in questo settore su metodologie psichiatriche del tutto inefficaci, quali il metadone e gli psicofarmaci (sic), ha fallito nel suo intento, sperperando a danno del contribuente fior di miliardi...".

La mancanza di professionalità imputata ai responsabili Narconon di Taceno può tranquillamente essere imputata pure al sig.Ventura!

GIULIO MANFREDI

 
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