CONSIDERAZIONI POLITICHE E GIURIDICHE SULL'INSTALLAZIONE DI DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI SIRINGHE.
da più parti si è posto il problema della stessa legalità di una distribuzione (comunque configurabile) di siringhe alle persone tossicodipendenti, sulla base del seguente assunto: il decreto del Presidente della Repubblica 309/90 (Testo Unico delle leggi in materia di droga) contiene disposizioni che sanzionano qualsiasi iniziativa che possa configurarsi come agevolazione all'uso di droghe.
Se tale fosse stata l'inziativa del legislatore, la legge suddetta dovrebbe contenere sanzioni che impediscano, o almeno scoraggino, l'uso delle siringhe da parte dei tossicodipendenti (td.). Invece:
1) l'art.2 comma 1 lettera h) del testo unico dà mandato al ministro della sanità di promuovere <>. Nell'ipotesi "siringa = strumento di reato" non spetterebbe certo né al Ministro della Sanità, né alle regioni il compito di eliminare lo scambio di siringhe; le uniche abilitate a intervenire sarebbero le forze dell'ordine e la magistratura.2) Il Testo Unico tratta ancora di siringhe solamente all'art.77: <>. da notare che in sede di discussione della legge il Governo propose come sanzione l'arresto fino a sei mesi; l'illecito penale fu trasformato dal Parlamento in illecito amministrativo. E anche la definizione di siringa come "strumento pericoloso" non deve trarre in inganno: essa è pericolosa in quanto "abbandonata in luogo pubblico". Se ne desume che qualsiasi iniziativa volta a convincere il td. a consegnare la siringa usata è da considerarsi benemerita anche perché attenua il rischio (e lo stato di paura e sospetto che lo accompagna) per l'incolumità pubblica.3) Nei successivi articoli del T.U., dove sono elencate minuziosamente le varie ipotesi di agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope (art.79), le aggravanti specifiche (art.80), l'istigazione, proselitismo e induzione al reato di persona minore (art.82), non compare alcun riferimento alla siringa.
4) Al di là delle disposizioni di legge, vi è un argomento risolutivo che desumo da quanto è avvenuto in questi cinque anni: esiste ormai una mappa estesa di distributori di siringhe in varie regioni; non vi è stato alcun procedimento penale (istigazione a delinquere?) nei confronti delle amministrazioni che ne hanno deciso l'installazione.
Al di là delle considerazioni giuridico-legali, quali sono la ragioni politiche a sostegno della scelta di installare un distributore di siringhe? La risposta può essere questa: lo scambia-siringhe è un primo, piccolo (ma per questo alla portata di molti), passo sulla strada della "riduzione del danno". Che cos'è questo concetto che vede in Italia molti estimatori, ma pochi praticanti? Una sua chiara spiegazione può fornircela un documento che l'AMCD (Advisory Council on the Misuse of Drug - consiglio di consulenza sull'abuso di droga) pubblico nel marzo 1988 (sic!):
<<..Non abbiamo nessuna esitazione a concludere che la diffusione dell'HIV costituisce per la salute individuale e collettiva un pericolo maggiore di quello dell'abuso di droga. Di conseguenza dovrebbero essere privilegiati i servizi che usano tutti i mezzi disponibili per combattere i comportamenti che determinano rischi di infezione con HIV ...In particolare dobbiamo riconoscere che molti "drug-misusers" non sono motivati a sufficienza per arrivare all'astinenza e molti iniettori non sono motivati a cambiare la via di somministrazione.: Perciò dobbiamo preparaci a lavorare con coloro che continuano a fare abuso di droga per aiutarli a ridurre i rischi del loro comportamento, soprattutto il rischio di contagiarsi o di diffondere l'HIV ... I servizi devono ora stabilire un contatto con quanti più soggetti possibile della popolazione nascosta dei drug-misusers. E' essenziale che quanti di loro non possono essere persuasi a smettere di iniettarsi abbiano accesso ad aghi e siringhe sterili ... Una combinazione
di programmi di scambio di siringhe e di vendita nelle farmacie costituisce la soluzione migliore ...>> (tratto da "Proibito capire", Giancarlo Arnao, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1990, pag. 100-101).
Sono passati sette anni, ma lo stato della cose delineato nel documento non è cambiato, almeno in Italia: il nostro paese è terzo in Europa per numero di casi di AIDS, dopo Francia e Spagna; due malati su tre sono tossicodipendenti e questo dato, stabile da anni, è la prova più eloquente che di "riduzione del danno" se ne è fatta molto poca. in tale contesto anche un distributore di siringhe è importante, se gli viene attribuita la sua giusta identità: non un ausilio alla nettezza urbana, non un comodo alibi per scaricare problemi di coscienza, ma un tassello per costruire una politica dei servizi sociali attenta alle esigenze di "tutti" i cittadini.
CARMELO PALMA
Presidente
Sottocommissione tossicodipendenze
Comune di Torino
Torino 28/2/95