ome se chi ha il dovere di difendere i perseguitati senza ragione potesse fare a meno di essere consapevole che non esistendo "la proprieta" sulle idee o sui modi per meglio raggiungere una reale liberalizzazione o depenalizzazione da un reato inesistente se ancora ci si riferisce alla nostra Costituzione (uso di sostanze senza ledere altrui diritti), il vero problema consiste in realta' nel difendere e riconoscere coloro che sono le prime vittime di questa situazione. Una volta erano le donne costrette a ricorrere all'aborto clandestino , la ragione del nostro impegno civile, la ragione del nodtro essere disobbedienti alla legge, quanto oggi dovrebbero essere i consumatori di droghe i nostri primi interlocutori e i primi a darci se ce l'abbiamo ragione.Purtroppo tutto cio' e' gia' accaduto, o dovrebbe essere accaduto per chi non vuole dimenticare nell'anno 1988.In quell'anno la battaglia antiproibizionista del Partito Radicale sembrava essere la continuazione storica delle battaglie che da sempre hanno rappresentato la nostra identita' politica e spesso la nostra identita' personale. Lottare contro la mafia delle droghe sembrava logico, per me che quelle battaglie le avevo percorse quasi tutte.All'oggi sul piatto triste della storia rimangono poche cose.Tutto si e' trasformato in tasse,spartizioni piu' o meno logiche del potere,identita' riflesse di un partito che non conosce ancora la sua identita' personale, perche' rifiuta, con vane scuse di essere, ovvero di mostrarsi tale e quale, quello di sempre,.E i diritti civili sono rimasti sia nelle sue tasche che in quelle di coloro che fino ad oggi hanno saputo solo approfittarsene.Chi vanata meriti a destra e a manca, chi non si riconosce, chi discute della storia tua nostra, loro, come se fosse comune, quando non c'e' niente di comune, quando, tutto e tutti sono ormai rimasti altrove.Dove?Sono rimasti chiusi ognuno nel loro rfiuto-dolore, nel loro piccolo e forse miserabile amore per un ricordo che non ci appartiene piu', e se apparterra' un giorno a qualcuno s
olo la storia lo potra' dire.Altrove, in altri luoghi altre stanze, molti di coloro che erano gli eredi del Partito D'Azione, piangono lacrime amare sul Partito Radicale, scoprono di aver dato a vuoto le proprie speranze a chi non sapeva raccoglierle, limitandosi d esigere una proprieta' individuale su battaglie perse o vinte, come se cio' bastasse a definire la nostra storia, la storia radicale. Cari compagni, la storia radicale si vince o si perde in Tribunale, nelle piazze, nelle case, nelle cucine, piu' o meno ben riscaldate.La storia radicale e' la storia che ognuno di noi ha saputo inventare e per noi come sempre molto dipende dal nostro patrimonio individuale, da chi frequentiamo in politica in amore, nel bene , nel male.Hai amato Dora le sinistre? Mi si potrebbe chiedere:si enormemente.Ho amato proprio il mio persecutore, quelle sinistre darde ad arrivare a comprendere a raggiungere un ideale, quelle sinistre che non ti sanno riconoscere, che ti temono perche' li metti sempre in discussione.Ami oggi
le destre?Quali destre potrei rispondere.In Italia non ci sono le destre.C'e' chi difende i diritti civili e chi non li difende.Oggi i diritti civili a patrole dicono di difenderli anche le destre.Fatti non parole.Oggi vi e' solo un ammasso di sigle piu' o meno destre o sinistre, che raramente si vogliono mettere in discussione. Per il resto Pannella cerca di star distante dalle une e dalle altre.Cercando di rispecchiare il Paese.Krause diceva:gli specchi dovrebbero riflettere prima di riflettere.