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Conferenza droga
Pezzilli Dora - 16 luglio 1995
Ri: La Direzione del Coordinament

Scriveva M.Turco nel messaggio numero £ alle 15:09:06 del 16-Lug-95:

MT> La Direzione del Coordinamento Radicale

MT> Antiproibizionista, riunitasi a Roma il 15 e 16 luglio

MT> 1995, premesso che:

MT> in seguito alla vittoria dei Si nel referendum

MT> abrogativo di parte della legge Jervolino Vassalli -

MT> promosso dal CORA - si erano aperte concrete speranze

MT> di riforma delle politiche sulle droghe nel nostro

MT> Paese, nella direzione della legalizzazione di tutte le

MT> droghe oggi illegali. Il grande lavoro che il CORA ha

MT> prodotto, di informazione e promozione della

MT> Risoluzione di Francoforte, sfociato nella Conferenza

MT> di Bologna del dicembre 1992, nonché la Conferenza di

MT> Palermo che ha sancito l'introduzione della "riduzione

MT> del danno" nel linguaggio comune degli operatori e dei

MT> politici, non hanno prodotto nulla di

MT> significativamente riformatore nelle politiche sulle

MT> tossicodipendenze in Italia. Più in particolare:

MT> 1. la riduzione del danno non è mai diventata chiara

MT> indicazione di legge o criterio di priorità negli

MT> interventi pubblici di prevenzione e cura degli stati

MT> di tossicodipendenza. La penosa storia della

MT> conversione del Decreto Legge sulle "Misure urgenti di

MT> attuazione del Testo unico delle leggi sulle

MT> tossicodipendenze", giunto oggi alla 14· reiterazione,

MT> che negli impegni dell'allora Ministro Contri doveva

MT> diventare l'atto formale di avvio nel nostro paese

MT> della nuova metodologia di intervento sulle

MT> tossicodipendenze, indica chiaramente i limiti gravi

MT> dell'attività parlamentare e governativa in questo

MT> settore. Non solo il testo attuale ha perso le scarne

MT> caratteristiche riformatrici che pure all'inizio aveva,

MT> ma a nulla è valso l'impegno del CORA per ottenere

MT> modifiche al testo ogni volta reiterato, avendo trovato

MT> opposizione sia nel governo che nelle forze della

MT> sinistra. Queste ultime, pur continuando ad affermare a

MT> parole che la riduzione del danno deve diventare il

MT> metodo di int ervento prioritario, di fatto non hanno

MT> sostenuto quelle necessarie modifiche al Decreto che

MT> avrebbero, in modo esplicito e senza più ambiguità,

MT> reso possibile questo passaggio anche in Italia.

MT> 2. Il primo momento di attenzione nei confronti delle

MT> città che hanno sottoscritto la Risoluzione di

MT> Francoforte, da parte di altrettante Città italiane,

MT> soprattutto tra quelle con maggioranze politiche di

MT> sinistra, non ha prodotto nessuna significativa

MT> modificazione dell'atteggiamento e dell'intervento

MT> delle amministrazioni comunali nel settore. In

MT> particolare, solo grazie agli sforzi degli eletti

MT> antiproibizionisti, stanno per essere varate le Agenzie

MT> per le tossicodipendenze delle Città di Torino e Roma,

MT> ed in alcune regioni si sono sviluppate iniziative di

MT> riduzione del danno anche in assenza delle indicazioni

MT> ministeriali. Questo dopo anni di estenuante trattativa

MT> con le forze politiche e burocratiche che si oppongono

MT> alle riforme.

MT> 3. In questo Parlamento non si è ricostituito

MT> l'intergruppo antiproibizionista e conseguentemente,

MT> l'assenza di un punto di riferimento certo per le

MT> iniziative antiproibizioniste sta per rendere vano lo

MT> sforzo del Cora di produrre i testi e raccogliere le

MT> firme per la presentazione di due proposte di legge,

MT> una per la riforma delle politiche sull'AIDS e una per

MT> la riforma delle politiche sulle droghe. La seconda in

MT> particolare, modificando il Testo Unico, indica la

MT> priorità di intervento nelle politiche di riduzione del

MT> danno e organizza la legalizzazione, produzione,

MT> commercio e consumo delle cosiddette droghe leggere.

MT> Questa situazione è drammatica per gli

MT> antiproibizionisti italiani, perché proprio nel Paese

MT> che nel passato ha prodotto "eletti antiproibizionisti"

MT> e che ha visto la nascita dell'antiproibizionismo

MT> politico, viene a mancare quel punto di riferimento

MT> parlamentare che darebbe alle iniziative

MT> antiproibizioniste il necessario riferimento

MT> istituzionale.

MT> 4. Il pregiudizio antiradicale ha reso vani tutti gli

MT> sforzi del CORA per unificare le iniziative politiche

MT> volte a sollecitare la riforma delle politiche sulle

MT> droghe e di legalizzazione dei derivati della cannabis

MT> indica. Alcuni appartenenti allo schieramento

MT> progressista hanno dato vita ad una organizzazione che

MT> da circa due anni a questa parte ha come unica attività

MT> quella di annunciare più o meno ogni sei mesi, la sua

MT> nascita. E se all'inizio l'indicazione

MT> antiproibizionista era addirittura nel manifesto

MT> costitutivo e nell'intenzione di coloro che hanno

MT> voluto dar vita a questo soggetto politico -

MT> chiaramente alternativo al CORA - oggi, piegati dalle

MT> esigenze che la coalizione di centro sinistra porta con

MT> sé, hanno diluito le loro posizioni nel solito brodo

MT> solidaristico all'italiana, riducendosi a chiedere

MT> "riduzione del danno" senza nessuna vera prospettiva di

MT> riforma antiproibizionista.

MT> considerato che:

MT> - la mozione generale del 6· Congresso nazionale del

MT> CORA svoltosi a San Patrignano lo scorso gennaio,

MT> indicava nella revisione e denuncia delle Convenzioni

MT> internazionali un obiettivo specifico, e "l'ottenimento

MT> entro il 1995 dell'impegno del Parlamento italiano ad

MT> adottare ufficialmente, come priorità, questa

MT> iniziativa". Il Cora ha prodotto e fatto depositare in

MT> Parlamento una proposta di Mozione che può essere la

MT> base per la discussione parlamentare, ma mancano a

MT> tutt'oggi quei parlamentari che, ritenendo non più

MT> dilazionabile questa discussione, la fanno diventare

MT> priorità del proprio agire politico e istituzionale.

MT> - E' chiaro (come emerge con sempre maggiore evidenza

MT> dai fatti anche riconosciuti dall'ONU) che il

MT> proibizionismo si configura come una cessione gratuita

MT> alle organizzazioni criminali del monopolio del mercato

MT> delle droghe illegali, e deve dunque essere denunciato

MT> come un contratto di fatto tra istituzioni legali e

MT> sistema della criminalità.

MT> - E' necessario addebitare alla responsabilità

MT> politiche degli Stati, dei Governi e dei Parlamenti, i

MT> disastrosi esiti che conseguono, sul piano civile,

MT> economico, sociale, politico e criminale, al

MT> mantenimento dello status quo.

MT> - non è più tollerabile il silenzio che il Parlamento

MT> italiano ha decretato su questi temi: l'avvio di una

MT> vera riforma delle politiche sulle droghe nel nostro

MT> paese e nel mondo passa necessariamente attraverso la

MT> denuncia e la riforma delle Convenzioni

MT> internazionali;

MT> Indica come prioritarie le iniziative necessarie per

MT> ottenere l'avvio della discussione parlamentare sulle

MT> Convenzioni internazionali.

MT> La Direzione del CORA, inoltre:

MT> - prende atto delle relazioni del segretario e del

MT> tesoriere, e della loro richiesta di un impegno

MT> straordinario per la campagna politica qui indicata,

MT> per l'organizzazione interna del CORA e per il prossimo

MT> Congresso ordinario, e valuta positivamente l'ipotesi

MT> di affiancare gli organi statutari con iscritti a cui

MT> affidare compiti specifici;

MT> - auspica che la costituzione di nuclei di promozione

MT> del CORA in altri paesi europei come passo necessario

MT> per una riorganizzazione del CORA adeguata

MT> all'obiettivo politico prioritario qui indicato.

Maurizio, ti sei mai posto il problema che nel nostro Paese, piu' che

in altri le "istituzioni legali" e il "sistema della criminalita', che

tradotto nel mio linguaggio sono l'alcolizzato e il barman, si

equivalgono?Come una volta l'abortista clandestino era protetto prima

di tutto dai suoi colleghi dell'ordine costituito dei medici?Quindi

vedi che il referendum sulla guardia di finanza, ovvero per la sua

smilitarizzazione e' sbagliato fino a quando,........I "fedeli nei

secoli" lo sanno bene, per questo sono contrari a quel referendum.

 
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