agenzia quindicinale per l'azione radicale antiproibizionista
realizzata in lingua inglese, francese e spagnola da CORA-Belgio
EDITORIALE: L'antiproibizionismo radicale
Il proibizionismo sulle droghe è un insieme di convenzioni sociali, moralismi etici o religiosi, che ha dovuto piegare la scienza per potersi auto generare prima ed auto conservare poi. La confusione sinanche semantica che ritroviamo nelle Convenzioni dell'Onu o nei documenti dell'OMS e delle centinaia di organizzazioni internazionali (di cui purtroppo è impossibile conoscere i costi) è il segno della povertà, della miseria, della follia che i proibizionisti sono costretti a pagare.
Che il proibizionismo sulle droghe sia una follia lo dicono i numeri, le statistiche inaccessibili e nei quali c'è scritta la cifra dell'impotenza e del fallimento: i morti per un uso incontrollato di alcune sostanze giacchè queste sono illegali e quindi non sottoposte a nessun controllo qualitativo e quantitativo; i morti tra le bande criminali che hanno avuto gratuitamente dallo stato la gestione monopolistica del mercato delle sostanze illegali; i milioni di furti, scippi, rapine che vengono compiuti per procurarsi sostanze che in realtà costa pochissimo produrre ma che la tassa dell'illegalità rende inacessibili; e poi gli anni di galera e l'aids; e ancora la polizia e la magistratura, migliaia di persone che pestano acqua nel mortaio e sono distratte dai compiti che gli sono propri e quindi le città abbandonate a se stesse e la giustizia che inevitabilmente cambia di segno e significato. Tutto stravolto: dal diritto alla statistica, la medicina che non serve ad alleviare le sofferenze ma semmai a moltip
licarle, e le menzogne su una guerra impossibile da vincere che costa tanto e produce disastri, umani, sociali, sanitari.
Non ci interessa scrivere oggi quello che la storia inevitabilmente dovrà scrivere, come lo ha scritto sul proibizionismo americano sugli alcolici ed ogni qualvolta si è proibito qualcosa.
Ci siamo organizzati politicamente per battere una follia, per richiamare i governi dei nostri paesi, del nostro pianeta a non arrendersi e assumersi la responsabilità che gli dovrebbe esser propria: governare i problemi del proprio tempo, trovare soluzioni. E per far questo deve essere chiaro che il flagello delle droghe non sono le sostanze in se ma la disinformazione, l'uso distorto che se fa frutto di una pubblicità negativa, anzichè di una informazione rigorosa che consenta all'individuo di esercitare fino in fondo la responsabilità che comunque è sempre personale.
Ci siamo organizzati politicamente perchè sappiamo che è solo con una nuova legge che possiamo mutare di segno la sconfitta quotidiana, sempre più tragica, che costringe i proibizionisti a commettere errore su errore, a rincorrere strumenti inutili.
Ci siamo organizzati politicamente per cambiare la legge nel nostro paese, perchè i nostri governanti facciano quello a cui si sono candidati e a cui sono chiamati. E' necessario conquistare leggi che impediscano il diffondersi dell'aids, leggi che impediscono al medico il diritto/dovere di agire secondo scienza e coscienza usando i farmaci che ritiene più opportuni, leggi che impediscano l'uso del carcere come mezzo di disintossicazione, leggi insomma più umane, rispettose della persona, del diritto, della scienza. Non ci fermeremo alla depenalizzazione del consumo di fatto (e non per legge): è paradossale poter consumare un prodotto che non si puo' produrre e vendere. Ma, oltre che paradossale, la sola depenalizzazione lascerebbe immutate le fondamenta del regime proibizionista con tutto il suo portato sociale ed economico, di giustizia e di negazione della libertà e della responsaibilità personale.
Ci siamo quindi organizzati politicamente per dare nuove leggi, una ipotesi di governo che passa attraverso la messa in discussione delle convenzioni internazionali che sono alla base delle politiche proibizioniste nei diversi paesi.
In pochi abbiamo deciso di promuovere da Parigi per la Francia il CORA-coordinamento radicale antiproibizionista. Una associazione molto presente e ben organizzata in Italia, dove ha promosso e vinto un referndum popolare contro il carcere ai consumatori di qualsiasi sostanza illegale (anche per pochi grammi di marijuana si andava in galera in Italia ancora due anni fa); che ha imposto alla Camera dei deputati di discutere un progetto di legalizzazione delle droghe leggere e di distribuzione dell'eroina che è in corso; che è riuscita a presentare un documento parlamentare per la denuncia delle convenzioni internazionali.
Una associazione che si sta costituendo già in Belgio, Spagna e Ucraina. Una associazione del Partito radicale (transnazioanle e transpartito) a cui si puo' iscrivere o aderire chiunque crede in questo progetto al di là della tessera di partito o di qualsiasi altra discriminante. Entro sei mesi terremo il nostro Congresso costitutivo (che è annuale) a cui partecipano tutti gli iscritti e gli aderenti, che decide le iniziative ed elegge gli organi dirigenti. Abbiamo l'ambizione (o la follia) di creare un movimento internazionale militante che riesca a far passare un briciolo di ragionevolezza tra i potenti della terra.
Speriamo di contare sulla tua attenzione, sulla tua disponibilità, ti chiediamo di diventare un militante delle lotte antiproibizioniste, di assumerti delle responsabilità in prima persona, di cambiare insieme queste leggi dannose, per ciascuno di noi, per tutti.
Maurizio TURCO (I)
Patrice AUDIBERT (F)
Michel HANCISSE (B)
Begona RODRIGUEZ-ANTEGUEDAD (E)
Alexander KOSTRISKIY (U)