Alla cortese attenzione del Direttore
Vittorio Feltri
e p.c. a Beppe Gualazzini
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Roma, 14 ottobre 1995
Egregio Direttore,
leggo oggi sul suo giornale che tale signor Torgny Peterson, in un convegno in corso a San Patrignano, ha accusato il finanziare americano George Soros di aver finanziato varie organizzazioni antiproibizioniste, tra cui il CORA.
La mia prima reazione, alla lettura di una tale rivelazione, lo confesso, è stata quella di esclamare "Magari!". Purtroppo, infatti, non mi risulta che, tra il CORA e Soros ci sia mai stato altro che qualche sporadico contatto. A parte il fatto che resto convinto che ognuno, dei propri soldi, è libero di fare quello che più gli aggrada finché non compie reati (e non mi sembra che la libertà di pensiero e di azione politica sia ancora un reato, né negli Usa, né in Italia).
Devo peraltro osservare che, nel periodo in cui ho ricoperto la carica di Tesoriere del CORA (dal novembre 1992 al gennaio 1995) ho dovuto quotidianamente fare i conti, è il caso di dirlo, con una cronica scarsità di denaro a fronte delle impegnative iniziative politiche poste in essere, come ben testimoniato dai nostri bilanci.
Amerei molto, quindi, avere maggiori delucidazioni da parte del signor Peterson sull'intera questione. Non vorrei, infatti, che gli iscritti e i simpatizzanti dell'unica organizzazione politica antiproibizionista italiana pensassero che con tutti quei soldi mi sia comprato, che so, una villa alle Mauritius o uno yacht da trenta metri.
Naturalmente, il signor Peterson sarà chiamato rispondere di ogni ulteriore insinuazione in sede giudiziaria, dove porteremo a testimoniare chi ha ospitato il nostro ultimo congresso e può ben dire, dunque, delle nostre reali finanze: la comunità di San Patrignano. Con il che, il signor Peterson avrà modo di dare, lui sì, un cospicuo contributo finanziario al CORA.
La ringrazio dell'ospitalità e la saluto cordialmente.
Roberto Spagnoli
già Tesoriere del CORA, membro della Direzione nazionale