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Conferenza droga
Fiori Raffaella - 15 ottobre 1995
I MILIARDARI AMERICANI E IL CORA
Roma, 14 ottobre 1995 - lettera Al Direttore de "Il Giornale"

Caro Direttore,

contrariamente a quanto lascia intendere il titolo dell'articolo apparso oggi sul Giornale da Lei diretto, a firma Beppe Gualazzini, il CORA non ha, purtroppo, mai usufruito di finanziamenti di miliardari americani, né direttamente, né indirettamente attraverso la Drug Policy Foundation o il Lindesmith Center.

Quanto a queste ultime associazioni, che si dice ricevano finanziamenti dal miliardario Soros, dov'è il problema? E' più che usuale che le associazioni americane ricevano finanziamenti privati, generalmente su precisi progetti, dei quali è prevista documentata rendicontazione.

Ben diversa, purtroppo, la situazione dei tanti finanziamenti, soprattutto pubblici, attribuiti in Italia alle più svariate associazioni "benefiche". Per esempio, sul cosiddetto "fondo antidroga" del Ministero della Famiglia, si finanziano i più disparati progetti, sui quali nessuna rendicontazione di fatto viene effettuata, né si prevede alcun reale controllo. Come risulta evidente da un nostro studio, in corso di pubblicazione, i fondi sono sempre stati distribuiti "a pioggia" e addirittura gli stessi Ministri competenti, via via succedutisi, hanno prospettato, in più di una occasione, l'eventualità che alcune associazioni siano state costituite con il solo scopo di lucrare sulla pelle dei tossicodipendenti. Tutto questo, naturalmente, con il denaro dei contribuenti!

Tornando all'articolo citato, vi si afferma quasi fosse una notizia sorprendente, che il CORA avrebbe rapporti con la Drug Policy Foundation.

Dov'è la notizia? Mi sembra più che normale che associazioni interessate ad uno stesso tema abbiano dei rapporti. Ci si incontra ai Congressi internazionali; spesso il CORA ha invitato, a proprie spese, esponenti americani alle sue manifestazioni e ha inviato, sempre a proprie spese, i suoi esponenti ai Congressi della Drug Policy Foundation. Che cosa c'è che non va? Il problema di T.Peterson sta nel fatto che non riesce a comprendere come una associazione come il CORA che vive solo degli scarsi proventi delle quote versate dagli iscritti e aderenti (il nostro bilancio, pubblico, non arriva nemmeno ai 100 milioni annui), possa produrre iniziative e documentazione importanti e ri-conosciute in campo internazionale. La spiegazione, però non va ricercata in miracolosi finanziamenti di Paperon de' Paperoni, ma solo nel lavoro volontario e gratuito di quanti (militanti, operatori sociali, scienziati) vogliono davvero sconfiggere il mercato illegale delle droghe e sottrarre gli imponenti proventi alle grandi orga

nizzazioni criminali, e a questa battaglia dedicano energie e risorse intellettuali.

Ringrazio per l'attenzione

Carla Rossi

professore ordinario di statistica matematica presso l'Università di Roma Tor Vergata

segretaria del CORA

 
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