CORA, nella consapevolezza, se vogliamo politica ma anche civile, chedietro le etichette di parte ci sono le persone con la propria storia,
tradizione e cultura. E ognuna di esse, come il noto manifesto
radicale ("Don Chichotte cercasi"), può essere a partire dal proprio
personale/politico (o per dirla con Pannella "sociale") generale,
intellettuale e interprete di questa realtà. Senza giudizi di valore.
L'obiettivo chiaro e limpido, quanto i bilanci e i rendiconti
finanziari del coordinamento, non ha bisogno di essere messo in
discussione se non nella misura in cui esso determina l'utilizzo che
si fa dei mezzi a disposizione, a volte innovativi, come la
telematica. Altri preferiscono fare dei distinguo sull'obbiettivo da
raggiungere, creando poi quello che la storia recente ci ha insegnato
essere un motivo di divisione anche ideologica. Resta, ad ogni modo,
il problema degli strumenti. L'intervento precedente, voleva quindi
proporre ai lettori, evidenziandolo, questo problema di sottostima
della possibilità di diffondere "via modem" le informazioni e i
materiali.
..........
Intanto una risposta c'è stata. Quella di Dora Pezzilli, che partendo
da una analisi consona alla sua esperienza e qualità professionale e
degna d'essere citata nella prossima edizione del manuale di
psichiatria Boringhieri, pone alcune interessanti questioni sull'uso e
sulla classificazione della marijuana e dell'hashish. Maurizio, dice
che la risposta va cercata nella separazione che esiste tra uso ed
abuso e in particolare nel concetto di dipendenza. Mi pare, allora
che qui, un inizio di dibattito accademico si sia instaurato. Ma non
voglio entrare nel merito. Non sono adeguato ne tantomeno preparato
professionalmente e, del resto, mi sono sempre difeso da quei
consumatori che, poco titolati a diffondere opinioni scientifiche,
affermano che hashish e marijuana non fanno male, ma che anzi...
Il problema, a mio avviso, è che poco si parla di diritti civili, al
di la della classificazione botanica, medica, farmacologica che si può
dare alla pianta. La marijuana è e resta un vegetale, l'hashish un suo
derivato. Eppure in questi ultimi tempi la posizione del coordinamento
si è spostata palesemente in difesa di proprietà terapeutiche
attribuibili alla pianta, utilizzando casi clinici pressochè disperati
come prova di ciò che si andava affermando. Resta inteso che se ho un
tremendo mal di denti e mi fumo una canna d'erba il sollievo è
garantito, ma resta comunque una opinione, una esperienza personale.
Ora, io credo che per fumare lo spinello non necessariamente debbo
avere il glaucoma o soffrire particolari malattie. Allora tornando
all'obbiettivo che il CORA si pone (il cambiamento delle leggi...) mi
sembra più opportuno dedicare i propri sforzi a sostegno della tesi
antiproibizionista "classica" e quindi alla cultura della libertà sul
proprio corpo avallata anche dalle non meno importanti tesi socio-
economiche che una politica antiproibizionista porterebbe sicuramente
a vantaggio di uno Stato moderno e civile.
Il pericolo, infatti, di una ristrutturazione di quell'apparato
proibizionista, in parte scardinato grazie al CORA, che vedeva nel
Muccioli omaggiato da Craxi, la soluzione a tutti i problemi legati
all'uso e consumo di droga è infatti presente e palpitante nella
azione politica di Gasparri e aggregati: interviste a ex-
tossicodipendenti, monitoraggi di dubbia provenienza etc. Il pericolo
è che, ovviamente, in sede istituzionale i dati del CORA vengano
subordinati a quelli degli avversari, solo perchè questi hanno inciso
più profondamente nella cultura italiana negli ultimi dieci anni,
attraverso benedizioni dei vescovi e all'appoggio del clero, con le
comunità, con i SERT e i loro operatori. E allora come ci si difende?
Giusto sarebbe dedicare più spazio a Radio Radicale, come ai bei tempi
di Spagnoli (ma dove è finito?), con fili diretti connessi anche
all'altro fronte di battaglia, quello referendario. Per quanto
riguarda la telematica, ripeto, è una opportunità che va considerata
in prima istanza dal moderatore. Ogni contributo scritto, comunque, è
ben accetto in questa conferenza che dispiace vedere così fiacca in un
momento importante come quello attuale.
Saluti