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Conferenza droga
Depetro Alessandro - 15 ottobre 1995
E' un impegno che stimo e che nella sostanza condivido quello del
CORA, nella consapevolezza, se vogliamo politica ma anche civile, che

dietro le etichette di parte ci sono le persone con la propria storia,

tradizione e cultura. E ognuna di esse, come il noto manifesto

radicale ("Don Chichotte cercasi"), può essere a partire dal proprio

personale/politico (o per dirla con Pannella "sociale") generale,

intellettuale e interprete di questa realtà. Senza giudizi di valore.

L'obiettivo chiaro e limpido, quanto i bilanci e i rendiconti

finanziari del coordinamento, non ha bisogno di essere messo in

discussione se non nella misura in cui esso determina l'utilizzo che

si fa dei mezzi a disposizione, a volte innovativi, come la

telematica. Altri preferiscono fare dei distinguo sull'obbiettivo da

raggiungere, creando poi quello che la storia recente ci ha insegnato

essere un motivo di divisione anche ideologica. Resta, ad ogni modo,

il problema degli strumenti. L'intervento precedente, voleva quindi

proporre ai lettori, evidenziandolo, questo problema di sottostima

della possibilità di diffondere "via modem" le informazioni e i

materiali.

..........

Intanto una risposta c'è stata. Quella di Dora Pezzilli, che partendo

da una analisi consona alla sua esperienza e qualità professionale e

degna d'essere citata nella prossima edizione del manuale di

psichiatria Boringhieri, pone alcune interessanti questioni sull'uso e

sulla classificazione della marijuana e dell'hashish. Maurizio, dice

che la risposta va cercata nella separazione che esiste tra uso ed

abuso e in particolare nel concetto di dipendenza. Mi pare, allora

che qui, un inizio di dibattito accademico si sia instaurato. Ma non

voglio entrare nel merito. Non sono adeguato ne tantomeno preparato

professionalmente e, del resto, mi sono sempre difeso da quei

consumatori che, poco titolati a diffondere opinioni scientifiche,

affermano che hashish e marijuana non fanno male, ma che anzi...

Il problema, a mio avviso, è che poco si parla di diritti civili, al

di la della classificazione botanica, medica, farmacologica che si può

dare alla pianta. La marijuana è e resta un vegetale, l'hashish un suo

derivato. Eppure in questi ultimi tempi la posizione del coordinamento

si è spostata palesemente in difesa di proprietà terapeutiche

attribuibili alla pianta, utilizzando casi clinici pressochè disperati

come prova di ciò che si andava affermando. Resta inteso che se ho un

tremendo mal di denti e mi fumo una canna d'erba il sollievo è

garantito, ma resta comunque una opinione, una esperienza personale.

Ora, io credo che per fumare lo spinello non necessariamente debbo

avere il glaucoma o soffrire particolari malattie. Allora tornando

all'obbiettivo che il CORA si pone (il cambiamento delle leggi...) mi

sembra più opportuno dedicare i propri sforzi a sostegno della tesi

antiproibizionista "classica" e quindi alla cultura della libertà sul

proprio corpo avallata anche dalle non meno importanti tesi socio-

economiche che una politica antiproibizionista porterebbe sicuramente

a vantaggio di uno Stato moderno e civile.

Il pericolo, infatti, di una ristrutturazione di quell'apparato

proibizionista, in parte scardinato grazie al CORA, che vedeva nel

Muccioli omaggiato da Craxi, la soluzione a tutti i problemi legati

all'uso e consumo di droga è infatti presente e palpitante nella

azione politica di Gasparri e aggregati: interviste a ex-

tossicodipendenti, monitoraggi di dubbia provenienza etc. Il pericolo

è che, ovviamente, in sede istituzionale i dati del CORA vengano

subordinati a quelli degli avversari, solo perchè questi hanno inciso

più profondamente nella cultura italiana negli ultimi dieci anni,

attraverso benedizioni dei vescovi e all'appoggio del clero, con le

comunità, con i SERT e i loro operatori. E allora come ci si difende?

Giusto sarebbe dedicare più spazio a Radio Radicale, come ai bei tempi

di Spagnoli (ma dove è finito?), con fili diretti connessi anche

all'altro fronte di battaglia, quello referendario. Per quanto

riguarda la telematica, ripeto, è una opportunità che va considerata

in prima istanza dal moderatore. Ogni contributo scritto, comunque, è

ben accetto in questa conferenza che dispiace vedere così fiacca in un

momento importante come quello attuale.

Saluti

 
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