LA MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA
(Lettera di Dora Pezzilli a "Il Piccolo di Trieste")
Sono costretta a smentire nel merito e nel contenuto alcune
affermazioni riportate nell'articolo che riguarda il procedimento a
mio carico che mi vedeva accusata di insulti a una poliziotta durante
una manifestazione antiproibizionista svoltasi a Trieste qualche anno
fa. Prima di tutto bisogna chiarire che Gino Di Liberto,
rappresentante del movimento antiproibizionista radicale della Lista
Pannella e tutt'ora riconosciuto come uno dei suoi rappresentanti,
apparteneva allora all'area di estrema sinistra del movimento nel
quale io non mi sono mai riconosciuta. Mi ritengo una radicale storica
del passato e non condivido nulla della politica dei doppi forni che
in questa regione riconosce rappresentanti con i quali non voglio
spartire nulla della mia storia passata, presente o futura. La
politica doppiogiochista che vede il leader Pannella appoggiare la
destra a livello nazionale e la sinistra a livello locale non mi
interessa e da un pezzo ho preferito votare e sentirmi rappresentanta
da Forza Italia. La vera ragione per la quale non ho aderito a pieno
alla manifestazione è stata dettata dal comportamento di Gino Di
Liberto il quale in Piazza Unità aveva insultato un rappresentante
dell'allora Msi, oggi AN. Le escandescenze quindi erano tutte sue. Io
ero seduta al bar degli Specchi, da sola, palesemente a destra. Il
furgone nel quale è stata trovata la droga non era mio ma del Di
Liberto, che la deteneva. La perquisizione, dicono i rappresentanti
delle forze dell'ordine e si evince dal loro verbale, è "avvenuta",
quindi v'era ragione d'insulto da parte mia, come ha più volte
spiegato in aula la difessa sostenuta dall'avvocato Luciano Callegaro.
Mi sono divincolata, perchè non v'era ragione, se non una volontà
persecutoria di origine politica, al fine di farmi a tutti i costi
aderire all'area della sinistra, di rimanere in questura.
E' chiaro che mi difenderò in giudizio ulteriore sperando di
dimostrare la mia innocenza, anche se davanti alla testimonianza di
due rappresentanti delle forze dell'ordine ben determinati a
rappresentarmi come non sono mi sarà difficile poterlo fare. Per la
cronaca, l'unica espressione da me usata durante la permanenza in
questura è stata una poesia del Giusti, quella famosa, "vostra
eccellenza che mi sta in cagnesco, per quei quattro scherzucci di
dozzina e mi gabella per antitedesco perchè metto le birbe alla
berlina". Così va il mondo...
Dora Pezzilli