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Conferenza droga
Depetro Alessandro - 19 ottobre 1995
IL PICCOLO - 19-X-95 (pag. 19)

LA MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA

(Lettera di Dora Pezzilli a "Il Piccolo di Trieste")

Sono costretta a smentire nel merito e nel contenuto alcune

affermazioni riportate nell'articolo che riguarda il procedimento a

mio carico che mi vedeva accusata di insulti a una poliziotta durante

una manifestazione antiproibizionista svoltasi a Trieste qualche anno

fa. Prima di tutto bisogna chiarire che Gino Di Liberto,

rappresentante del movimento antiproibizionista radicale della Lista

Pannella e tutt'ora riconosciuto come uno dei suoi rappresentanti,

apparteneva allora all'area di estrema sinistra del movimento nel

quale io non mi sono mai riconosciuta. Mi ritengo una radicale storica

del passato e non condivido nulla della politica dei doppi forni che

in questa regione riconosce rappresentanti con i quali non voglio

spartire nulla della mia storia passata, presente o futura. La

politica doppiogiochista che vede il leader Pannella appoggiare la

destra a livello nazionale e la sinistra a livello locale non mi

interessa e da un pezzo ho preferito votare e sentirmi rappresentanta

da Forza Italia. La vera ragione per la quale non ho aderito a pieno

alla manifestazione è stata dettata dal comportamento di Gino Di

Liberto il quale in Piazza Unità aveva insultato un rappresentante

dell'allora Msi, oggi AN. Le escandescenze quindi erano tutte sue. Io

ero seduta al bar degli Specchi, da sola, palesemente a destra. Il

furgone nel quale è stata trovata la droga non era mio ma del Di

Liberto, che la deteneva. La perquisizione, dicono i rappresentanti

delle forze dell'ordine e si evince dal loro verbale, è "avvenuta",

quindi v'era ragione d'insulto da parte mia, come ha più volte

spiegato in aula la difessa sostenuta dall'avvocato Luciano Callegaro.

Mi sono divincolata, perchè non v'era ragione, se non una volontà

persecutoria di origine politica, al fine di farmi a tutti i costi

aderire all'area della sinistra, di rimanere in questura.

E' chiaro che mi difenderò in giudizio ulteriore sperando di

dimostrare la mia innocenza, anche se davanti alla testimonianza di

due rappresentanti delle forze dell'ordine ben determinati a

rappresentarmi come non sono mi sarà difficile poterlo fare. Per la

cronaca, l'unica espressione da me usata durante la permanenza in

questura è stata una poesia del Giusti, quella famosa, "vostra

eccellenza che mi sta in cagnesco, per quei quattro scherzucci di

dozzina e mi gabella per antitedesco perchè metto le birbe alla

berlina". Così va il mondo...

Dora Pezzilli

 
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