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Conferenza droga
Cucco Enzo - 1 dicembre 1995
SULLA LOTTA ALLA DROGA LE CRITICHE DEI MEDICI
da Il Sole 24 Ore del 29/11/95

di Giovanni Monaco

"L'enorme diffusioner dell'Aids tra i tossicodipendenti italiani e' in gran parte da addebitare alla politica sconsiderata portata avanti dalle comunita' di recupero che, a una spettacolarizzazione del problema, uniscono il rifiuto per il metadone e per le terapie mediche necessarie, professando l'idea che il drogato debba toccare il punto piu' basso di dipendenza per poi risorgere". La durissima accusa viene dalla Societa' per le tossicodipendenze i cui membri, tutti medici dei Sert, servizi statali di cura, si sono riuniti a Torino in occasione del Convegno sul nuovo codice di deontologia medica.

Il presidente Alessandro Tagliamonti ha esposto dati dirilievo. Se in Italia, tra i soggetti che fanno uso di stupefacenti, la percentuale di contagiati dal virus Hiv e' di almeno il 60%, in Olanda, Paese che ha una efficace politica di cura dei drogati, gli infetti sono solo del 10%. Quanto ai costi, e' stata presentata una ricerca del NIDA, l'istituto statunitense per le droghe: un tossicodipendente non trattato costa allo Stato 43mila dollari all'anno, in carcere 20mila dollari; se invece viene curato, il suo costo sociale scende a 3mila dollari annuali, senza tenere conto dell'annullamento del rischioAids.

Altro punto sul quale i medici dei Sert sono pronti a dare battaglia, è quello della nomina dei responsabili dei servizi stessi. "E' inammissibile che vengano messi a capo dei Sert psicologi, sociologi, pedagogisti - ha affermato Pier Paolo Pani di Cagliari - solo il medico ha la capacità di fornire diagnosi e terapia ed e' assurdo che debba renderne conto a chi non l'ha neppure studiate all'Universita'". Tutto risale a un decreto del '92, intitolato "Misure urgenti per le tossicodipendenze", reiterato 14 volte, mai convertito e modificato nel marzo del 95 parificando alla figura del medico quella dello psicologo.

"La dipendenza da stupefacenti è una malattia e come tale deve essere trattata da medici competenti, non da sociologi o comunità salvifiche", ha concluso Augusto Magnone, di Milano.

Nota del curatore: nell'ultima edizione del decreto, in verità, l'equiparazione medico-psicologo è stata eliminata. Vedi DL 487/95, art.8, comma 3, su GU del 18/11/95.

 
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