LA DESTRA USA S'ARRENDE "SI ALLA DROGA LEGALE"
di Arturo Zampaglione
La Repubblica, 23 gennaio 1996
NEW YORK- La guerra contro la droga è stata persa, annuncia in copertina National Review, la rivista ultraconservatrice diretta da William Buckley, schierandosi a favore della liberalizzazione degli stupefacenti. Chi si droga - spiega Buckley nell'editoriale dell'ultimo numero - deve rimproverare solo se stesso. Ma non è possibile che la società continui a vivere nell'atmosfera di criminalità diffusa creata dal mercato delle droghe illegali, mettendo a repentaglio la vita, la libertà e i beni delle persone oneste.
La professione di fede antiproibizionista della National Review si inquadra nel dibattito in corso nel partito repubblicano sulle strategie anti-droga. Il mese scorso il capogruppo alla Camera, Newt Gingrich, e quello al senato, Bob Dole, probabile candidato anti-Clinton nelle presidenziali di novembre, hanno deciso di formare un comitato di diciotto parlamentari per definire le posizioni. L'obiettivo: sfruttare a fini elettorali un tema che è molto caldo - il 94 per cento degli Americani ritiene che l'emergenza droga sia più grave di quella della Sanità o del Bilancio - e nel quale la Casa Bianca clintoniana non ha mostrato un eccessivo attivismo. Nel complesso i repubblicani sembrano vicini alle tesi più repressive, ma ci sono settori importanti del partito, paradossalmente quelli più á destra che si sono convertiti alla tesi della liberalizzazione finora sostenuta solo da intellettuali e professori,come il premio No-bel per l'economia Milton Friedman . L'iniziativa della National Review ne è una prova ed
è destinata a fare molto scalpore, come confermano le critiche di Dole. E una proposta terribile - ha subito detto il senatore - vorrebbe dire alzare la bandiera bianca. Amico di Ronald Reagan, autore di numerosi libri politici, commentatore televisivo (con-duce un programma sulla rete pubblica Pbs) William Buckley Junior è un repubblicano "libertario" e sicuramente anticonformista. Oltre al suo editoriale, National Review pubblica quindici pagine di spiegazioni e commenti di una pattuglia di anti-probizionisti: Robert Sweet, giudice federale di New York; Steven Duke, professore universitario a Yale; Joseph McNamara, ex capo della polizia di Kansas City; Ethan Nadelmann, direttore di un istituto di ricerca di New York; Kurt Schmoke, sindaco di Baltimora; e lo psichiatra Thomas Szas. Non è stato facile prendere questa decisione, ha spiegato Buckley in una intervista al New York Times. La gente associa la droga al male, e schierarsi a favore della liberalizzazione potrebbe avere conseguenze negative per la riv
ista. D'altra parte la gravità della situazione ci impone una scelta. Quest'anno le spese previste in America per la guerra anti-droga sono di 17 miliardi di dollari quasi 30 mila miliardi di lire, ma il consumo non dà segni di flessione. Contro l'antiproibizionismo di Buckley si sono scagliati molti repubblicani di centro ed esperti governativi. La liberalizzazione potrebbe creare un mercato nero destinato ai minorenni, ha detto Thomas Constantine, capo della Dea,l'agenzia anti-droga.Sarebbe un disastro specie per i settori
più poveri e deboli della società.