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Conferenza droga
Partito Radicale Maurizio - 30 gennaio 1996
Impressioni a margine del congresso del CORA

Il rischio di burocratizzazione di una organizzazione politica, come di presenze "dovute" ma non "sentite" non consentono di tenere dei buoni congressi, cioè di costruire un dibattito vero, profondo e a volte anche duro. Il congresso del cora ha dimostrato, se ce ne fosse stato bisogno, della maturità dei congressisti, dell'autonomia dell'organizzazione, della presenza di un gruppo dirigente discreto (perchè modesto e non certo discreto se paragonato a gruppi "dirigenti" di altre organizzazioni).

Forse (da sottolineare quattro volte) l'unico dato negativo è stata la scarsa partecipazione. Il forse non è dovuto all'equazione "pochi ma buoni" ma alla constatazione di aver finalmente fatto il censimento di chi veramente ci sta: a fare cosa? ad avere la priorità dell'antiproibizionismo al di là degli schieramenti.

Ed al di là degli schieramenti, delle appartenenze, delle priorità vuol dire in particolare: la presenza e gli interventi di Marco Pannella, Sergio Stanzani, Paolo Vigevano e Benedetto Della Vedova che hanno in corso una difficile campagna politica del loro partito; la presenza e l'intervento di Luigi Manconi anch'egli impegnato in una importante scadenza di partito; del professor Gessa che pure arrivava dalla California per pochi giorni in Italia e di altri compagni che -pur avendo importanti attività del loro partito- hanno voluto ribadire la priorità del loro agire politico: l'antiproibizionismo.

Con questo non voglio assolutamente dire che non vi siano dei bravi militanti antiproibizionisti al di fuori del CORA, voglio semplicemente sottolineare -come ha fatto anche Manconi- che restando buoni antiproibizionisti nei propri partiti si condanna l'antiproibizionismo ad essere perdente. Per il momento, ancora una volta, è nel e con il CORA che si rilanciano le lotte.

Il resto non esiste, a parte le iniziative promosse da Marco Pannella, che per questo è il leader dell'antiproibizionismo politico e della politica antiproibizionista. Lo stesso Pannella è convinto della necessità di una organizzazione antiproibizionista come il CORA: non a caso si iscrive e partecipa ai congressi.

 
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