EC> ne puoi fare un superiassunto perla conf droga? grazie.
Riporterò il documento inviatomi, escludendo gli allegati che sono comunque
reperibili nel testo presente in conf. Saman.
Gianni Ben
Promemoria concernente gli ultimi fatti in Saman ad uso interno e
per la stampa.
A seguito delle vicende giudiziarie più o meno note, e proprio al
fine di distinguere le vicende personali dei singoli (anche se
legati all'associazione) da quella della Associazione che correva
seriamente il rischio di restarne travolta, si ritenne opportuno
operare un avvicendamento della dirigenza che rappresentasse e
desse il segno della continuità con la vecchia dirigenza, pur
nell'ambito dell'opportuno rinnovamento.
Da quel momento (luglio 1995) nessun problema è mai sorto.
I primi e gravi problemi sono sorti (fine novembre 1995) quando al
consiglio di amministrazione al completo, nell'occasione in
trasferta a Managua (Nicaragua) residenza attuale di Francesco
Cardella, è stato chiesto in termini perentori di porre in essere
una operazione finanziaria che vedeva quali controparti lo stesso
Cardella e la Saman. L'operazione consisteva nell'acquisto del 50%
delle quote della Saman S.R.L. - il cui socio di maggioranza
risulta essere lo stesso Cardella - proprietaria dell'immobile di
via Plinio 38 (MI) , originaria sede amministrativa della stessa
associazione. Quale controprestazione per questo "regalo" (così
definito dallo stesso Cardella) il consiglio di amministrazione
della Saman avrebbe dovuto, nel giro di due o tre giorni,
prelevare dal conto corrente dell'Associazione la somma di un
milione di dollari (un miliardo e seicento milioni) e depositarli
nello studio di un professionista milanese, che si sarebbe
occupato, in seguito, di farli pervenire al Cardella. Di fronte a
tale proposta lo stesso consiglio di amministrazione si spaccava:
da una parte la Presidente e la Tesoriera - rispettivamente
Dott.ssa Luisa Fiorini e Sig.na Lorella Raggi - che erano
fortemente perplesse sulla legalità della operazione e,
soprattutto, sul fatto che un tale esborso avrebbe posto in serio
pericolo la stessa sopravvivenza della Associazione, dall'altra il
consigliere Zuccotti Giancarlo che aderendo in toto alla richiesta
di Cardella asseriva che l'operazione era semplicissima e
fattibile. Al rientro in Italia (7 dicembre) dopo avere consultato
numerosi e stimati professionisti che unitariamente hanno
confermato l'illegalità e la illogicità di tale operazione da un
punto di vista economico, e la sua inopportunità dal punto di
vista etico, la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi, malgrado le
pressioni continue provenienti da oltre oceano nelle persone dello
stesso Cardella e del consigliere Zuccotti, presero tempo,
mettendo al corrente della situazione di disagio che si era creata
all'interno del C.d.A. il prof. Luigi Cancrini, che da circa due
settimane aveva assunto l'incarico di consulente esterno e
direttore scientifico delle comunità della associazione Saman.
E proprio durante un incontro con il prof. Cancrini a Roma
(precisamente il 14 dicembre 1995) le amministratrici furono
raggiunte dalla notizia che nella sede milanese della Comunità -
in Via Palmieri n· 7 - si erano riuniti numerosi soci unitamente
alla quasi totalità dei responsabili delle comunità a seguito di
telefonate da parte di Elisabetta Roveri (socio fondatore) ex
amministratrice unica della associazione, dimissionaria dopo le
vicende giudiziarie di cui si è accennato nelle prime righe.
Tale riunione, che avrebbe dovuto avere per obbiettivo la messa in
stato di accusa dell'intero consiglio di amministrazione, reo di
non avere "tempestivamente" riunito l'assemblea dei soci e
sottoposto alla loro decisione la proposta di Cardella. In
particolare, in tale riunione, si misero in evidenza Elisabetta
Roveri (intervenuta personalmente all'"assemblea") - "Francesco è
povero, vive in una casupola e ha bisogno di quel denaro" e lo
stesso Zuccotti che cercava di convincere tutti i presenti di come
tale operazione fosse possibilissima in barba alle leggi, alla
situazione finanziaria di Saman ed alla morale pubblica che non
prevede interessi privati nella gestione del denaro dello Stato
(tale è la situazione di Saman che vive di contributi e
finanziamenti statali).
L'assenza del Presidente e di altri soci, in quell'occasione, ha
vanificato l'intenzione di Zuccotti e della Roveri e,
nell'occasione, è stato deciso di aggiornare la stessa assemblea
(va detto che per statuto una tale assemblea non avrebbe avuto
alcun valore legale) al giorno dopo: all'indomani la presenza di
soci in disaccordo con l'intera operazione, e del tesoriere
Lorella Raggi ha fatto tramontare del tutto l'idea che tramite
l'estemporaneità di una assemblea autoconvocata fosse possibile
far recedere parte del consiglio di amministrazione dalla propria
decisione o dimissionarlo.
Dal canto suo (18 dicembre) lo stesso consiglio di
amministrazione, alla presenza del Prof. Cancrini, decideva di
riunirsi in data 22 dicembre al fine di decidere per una
immissione di nuovi soci. Tale decisione, dovuta unicamente alla
volontà di lavorare in un clima di democrazia, trasparenza e
maggiore rilassatezza, aveva inoltre lo scopo di impedire nuovi
linciaggi morali da parte dei vecchi soci, legati in tutto e per
tutto alla vecchia dirigenza. Inoltre, e non secondario, tale
immissione accoglieva in toto i consigli del Dott. Oreste
Malatesta (ispettore del Ministero del Tesoro incaricato dal
Consiglio dei Ministri di accertare la salute patrimoniale di
Saman e di verificarne il reale rinnovamento, e che proprio in
quei giorni aveva fatto visita agli uffici centrali avendo così
modo di parlare con i nuovi dirigenti: si noti bene che tali
ispezioni erano finalizzate allo sblocco dei finanziamenti per
l'anno 1993).
E veniamo agli accadimenti: in data 4 gennaio:
Nella prima mattinata del 4 gennaio 1996 alla attenzione del
consiglio di amministrazione viene inviato un fax (all. n. 1) in
cui i responsabili delle comunità siciliane, calabresi, pugliesi e
laziali chiedono, in maniera bizzarra e formale, un incontro alla
presenza dei soci fondatori al fine di comunicare loro (soci
fondatori) "le nostre intenzioni" (dei responsabili). La
presidente, Dott.ssa Fiorini, cerca invano di comunicare
telefonicamente con i responsabili firmatari di questo testo per
capire cosa esso significhi e tra la sorpresa generale scopre che
gli stessi, a totale insaputa della attuale dirigenza, si erano
riuniti nottetempo presso la comunità di Laccata (CS). Dopo
numerosi tentativi di mettersi in contatto con i responsabili e
preso atto della loro non volontà di comunicare, il legale
rappresentante della associazione invia un fax a tutte le comunità
in cui si invita alla riflessione ed a comportamenti maggiormente
corretti (All. n. 2).
In serata è giunta la risposta da parte dei responsabili delle
comunità sopracitate nella quale si dichiarava " la
dissociazione"" dagli uffici centrali di Milano e la creazione di
strutture facenti capo a Saman Calabria, Sicilia, Puglia, e Lazio
( all. n. 3 - a titolo di esempio si tratta del fax di
"dissociazione" delle sedi siciliane, del tutto identico ai fax
delle altre sedi regionali "dissociate"), ed il rifiuto di
comunicare con il consiglio di amministrazione. A questo fax
seguiva un altro fax a firma del consigliere Zuccotti (in vacanza
in Canada) che tempestivamente informato appoggiava i
responsabili secessionisti e sottolineava " con disgusto " la
mancanza di rispetto dei suoi due colleghi componenti insieme a
lui il consiglio di amministrazione (all. n. 4).
Il giorno dopo la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi mandavano un
fax alla attenzione dei responsabili in cui si tentava di fare
rientrare la frattura all'interno di Saman con un atto di
distensione, dichiarando la disponibilità ad un incontro con i
soci fondatori, con il prof. Cancrini, il dott. Colacicco
(anch'egli consulente Saman) e i responsabili. In tale ottica
l'assemblea dei soci precedentemente fissata per il 15 gennaio
veniva rinviata al 29.
Sorprendentemente a tale fax rispondeva Francesco
(presumibilmente Cardella) il quale oltre a fare gratuite
affermazioni in merito al prof. Cancrini, a Lorella Raggi e Luisa
Fiorini (all. n. 5) rilanciava la via della secessione e
riaffermava che la Saman era e rimane sua, denotando una
concezione privatistica della Saman quantomeno discutibile e che
in tale ottica era necessario avere il controllo dell'assemblea.
Affermava altresì che avrebbe concordato con i responsabili data e
luogo dell'incontro.
La situazione si radicalizza ulteriormente nel momento in cui
alcuni "responsabili (?)" fanno firmare ai propri utenti lettere
di sfiducia nei confronti del consiglio di amministrazione, e, più
in generale, nel momento in cui si coinvolgono gli utenti in cura
per fare pressione e per indurre il presidente e la tesoriera a
dimettersi.
ciò che pareva essere una frattura ricomponibile all'interno della
associazione assume toni sempre più duri e deleteri per chi ha
avuto fiducia nella stessa, ovvero gli utenti, che, si pensa, non
sono entrati in Saman per schierarsi da una parte o dall'altra ma
all'esclusivo fine di curarsi.
Priorità diventava, giunti a tal punto, tutelare gli utenti:
seguendo questa linea la rappresentante legale di Saman diffidava
i responsabili dal tenere ulteriormente tale linea di condotta e,
successivamente si rivolge alla magistratura formalizzando tale
operazione con un esposto (all. n. 6) che evidenzia la situazione
di disagio all'interno delle comunità e successivamente si
presenta in questura (sezione Digos) per illustrare la strana
situazione che si è venuta a creare.
Da parte dei responsabili "dissociati", l'unica proposta che
viene formulata è conforme, ancora una volta, alla volontà del
loro capo, Cardella: infatti il presupposto per trattare e
riprendere le comunicazioni è l'assoluto controllo della
associazione da parte di Cardella (all. n· 7. Successivo alla
proposta di un incontro con i responsabili delle sedi
"secessiniste", il C.d.A. ed il Responsabile Scientifico Prof.
Cancrini)
Un tentativo della dott.ssa Fiorini di sostituire il responsabile
di Ravenna (comunità in cui la situazione si sta particolarmente
degradando), recandosi sul posto non ha avuto buon esito a causa
del comportamento di alcuni utenti in cura indottrinati ad arte
(all. n. 8). Anche in tal caso una denuncia querela è stata
allegata alla competente caserma dei Carabinieri (all. n. 9)
Né, in data 15 gennaio sortiva effetto una accorata lettera del
prof. Cancrini e del dott. Colacicco che tentava di riportare il
livello di scontro su toni più civili (all. n. 10). attualmente
una proposta sempre del prof. Cancrini è ancora in attesa di
risposta da parte di Cardella e suoi epigoni (all. n. 11), motivo
per la quale nell'impossibilità di addivenire ad una ragionevole
soluzione il rappresentante legale della Associazione Saman si
rivolge alla stampa.
Va sottolineato che in data 29 c.m. un gruppo di responsabilie e
di soci - corrispondente in linea di massima ai partecipanti alla
prima "assemblea" di Via Palmieri - ha cercato di occupare la
stessa sede. In quill'occasione la Dott.ssa Fiorini ha richiesto
l'intervcento della forza pubblica che ha identificato i
partecipanti all'azione motivata, a quanto pare, dal rinvio
dell'assemblea, precedentemente fissata per lo stesso giorno, e
successivamente rinviata al giorno 23 febbraio. Tale rinvio aveva
lo scopo di favorire una trattativa che sembrava potesse favorire
una positiva evoluzione della crisi interna all'associazione.
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