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Conferenza droga
Bencini Gianni - 17 febbraio 1996
Ri: ne puoi fare un superiassunto

EC> ne puoi fare un superiassunto perla conf droga? grazie.

Riporterò il documento inviatomi, escludendo gli allegati che sono comunque

reperibili nel testo presente in conf. Saman.

Gianni Ben

Promemoria concernente gli ultimi fatti in Saman ad uso interno e

per la stampa.

A seguito delle vicende giudiziarie più o meno note, e proprio al

fine di distinguere le vicende personali dei singoli (anche se

legati all'associazione) da quella della Associazione che correva

seriamente il rischio di restarne travolta, si ritenne opportuno

operare un avvicendamento della dirigenza che rappresentasse e

desse il segno della continuità con la vecchia dirigenza, pur

nell'ambito dell'opportuno rinnovamento.

Da quel momento (luglio 1995) nessun problema è mai sorto.

I primi e gravi problemi sono sorti (fine novembre 1995) quando al

consiglio di amministrazione al completo, nell'occasione in

trasferta a Managua (Nicaragua) residenza attuale di Francesco

Cardella, è stato chiesto in termini perentori di porre in essere

una operazione finanziaria che vedeva quali controparti lo stesso

Cardella e la Saman. L'operazione consisteva nell'acquisto del 50%

delle quote della Saman S.R.L. - il cui socio di maggioranza

risulta essere lo stesso Cardella - proprietaria dell'immobile di

via Plinio 38 (MI) , originaria sede amministrativa della stessa

associazione. Quale controprestazione per questo "regalo" (così

definito dallo stesso Cardella) il consiglio di amministrazione

della Saman avrebbe dovuto, nel giro di due o tre giorni,

prelevare dal conto corrente dell'Associazione la somma di un

milione di dollari (un miliardo e seicento milioni) e depositarli

nello studio di un professionista milanese, che si sarebbe

occupato, in seguito, di farli pervenire al Cardella. Di fronte a

tale proposta lo stesso consiglio di amministrazione si spaccava:

da una parte la Presidente e la Tesoriera - rispettivamente

Dott.ssa Luisa Fiorini e Sig.na Lorella Raggi - che erano

fortemente perplesse sulla legalità della operazione e,

soprattutto, sul fatto che un tale esborso avrebbe posto in serio

pericolo la stessa sopravvivenza della Associazione, dall'altra il

consigliere Zuccotti Giancarlo che aderendo in toto alla richiesta

di Cardella asseriva che l'operazione era semplicissima e

fattibile. Al rientro in Italia (7 dicembre) dopo avere consultato

numerosi e stimati professionisti che unitariamente hanno

confermato l'illegalità e la illogicità di tale operazione da un

punto di vista economico, e la sua inopportunità dal punto di

vista etico, la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi, malgrado le

pressioni continue provenienti da oltre oceano nelle persone dello

stesso Cardella e del consigliere Zuccotti, presero tempo,

mettendo al corrente della situazione di disagio che si era creata

all'interno del C.d.A. il prof. Luigi Cancrini, che da circa due

settimane aveva assunto l'incarico di consulente esterno e

direttore scientifico delle comunità della associazione Saman.

E proprio durante un incontro con il prof. Cancrini a Roma

(precisamente il 14 dicembre 1995) le amministratrici furono

raggiunte dalla notizia che nella sede milanese della Comunità -

in Via Palmieri n· 7 - si erano riuniti numerosi soci unitamente

alla quasi totalità dei responsabili delle comunità a seguito di

telefonate da parte di Elisabetta Roveri (socio fondatore) ex

amministratrice unica della associazione, dimissionaria dopo le

vicende giudiziarie di cui si è accennato nelle prime righe.

Tale riunione, che avrebbe dovuto avere per obbiettivo la messa in

stato di accusa dell'intero consiglio di amministrazione, reo di

non avere "tempestivamente" riunito l'assemblea dei soci e

sottoposto alla loro decisione la proposta di Cardella. In

particolare, in tale riunione, si misero in evidenza Elisabetta

Roveri (intervenuta personalmente all'"assemblea") - "Francesco è

povero, vive in una casupola e ha bisogno di quel denaro" e lo

stesso Zuccotti che cercava di convincere tutti i presenti di come

tale operazione fosse possibilissima in barba alle leggi, alla

situazione finanziaria di Saman ed alla morale pubblica che non

prevede interessi privati nella gestione del denaro dello Stato

(tale è la situazione di Saman che vive di contributi e

finanziamenti statali).

L'assenza del Presidente e di altri soci, in quell'occasione, ha

vanificato l'intenzione di Zuccotti e della Roveri e,

nell'occasione, è stato deciso di aggiornare la stessa assemblea

(va detto che per statuto una tale assemblea non avrebbe avuto

alcun valore legale) al giorno dopo: all'indomani la presenza di

soci in disaccordo con l'intera operazione, e del tesoriere

Lorella Raggi ha fatto tramontare del tutto l'idea che tramite

l'estemporaneità di una assemblea autoconvocata fosse possibile

far recedere parte del consiglio di amministrazione dalla propria

decisione o dimissionarlo.

Dal canto suo (18 dicembre) lo stesso consiglio di

amministrazione, alla presenza del Prof. Cancrini, decideva di

riunirsi in data 22 dicembre al fine di decidere per una

immissione di nuovi soci. Tale decisione, dovuta unicamente alla

volontà di lavorare in un clima di democrazia, trasparenza e

maggiore rilassatezza, aveva inoltre lo scopo di impedire nuovi

linciaggi morali da parte dei vecchi soci, legati in tutto e per

tutto alla vecchia dirigenza. Inoltre, e non secondario, tale

immissione accoglieva in toto i consigli del Dott. Oreste

Malatesta (ispettore del Ministero del Tesoro incaricato dal

Consiglio dei Ministri di accertare la salute patrimoniale di

Saman e di verificarne il reale rinnovamento, e che proprio in

quei giorni aveva fatto visita agli uffici centrali avendo così

modo di parlare con i nuovi dirigenti: si noti bene che tali

ispezioni erano finalizzate allo sblocco dei finanziamenti per

l'anno 1993).

E veniamo agli accadimenti: in data 4 gennaio:

Nella prima mattinata del 4 gennaio 1996 alla attenzione del

consiglio di amministrazione viene inviato un fax (all. n. 1) in

cui i responsabili delle comunità siciliane, calabresi, pugliesi e

laziali chiedono, in maniera bizzarra e formale, un incontro alla

presenza dei soci fondatori al fine di comunicare loro (soci

fondatori) "le nostre intenzioni" (dei responsabili). La

presidente, Dott.ssa Fiorini, cerca invano di comunicare

telefonicamente con i responsabili firmatari di questo testo per

capire cosa esso significhi e tra la sorpresa generale scopre che

gli stessi, a totale insaputa della attuale dirigenza, si erano

riuniti nottetempo presso la comunità di Laccata (CS). Dopo

numerosi tentativi di mettersi in contatto con i responsabili e

preso atto della loro non volontà di comunicare, il legale

rappresentante della associazione invia un fax a tutte le comunità

in cui si invita alla riflessione ed a comportamenti maggiormente

corretti (All. n. 2).

In serata è giunta la risposta da parte dei responsabili delle

comunità sopracitate nella quale si dichiarava " la

dissociazione"" dagli uffici centrali di Milano e la creazione di

strutture facenti capo a Saman Calabria, Sicilia, Puglia, e Lazio

( all. n. 3 - a titolo di esempio si tratta del fax di

"dissociazione" delle sedi siciliane, del tutto identico ai fax

delle altre sedi regionali "dissociate"), ed il rifiuto di

comunicare con il consiglio di amministrazione. A questo fax

seguiva un altro fax a firma del consigliere Zuccotti (in vacanza

in Canada) che tempestivamente informato appoggiava i

responsabili secessionisti e sottolineava " con disgusto " la

mancanza di rispetto dei suoi due colleghi componenti insieme a

lui il consiglio di amministrazione (all. n. 4).

Il giorno dopo la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi mandavano un

fax alla attenzione dei responsabili in cui si tentava di fare

rientrare la frattura all'interno di Saman con un atto di

distensione, dichiarando la disponibilità ad un incontro con i

soci fondatori, con il prof. Cancrini, il dott. Colacicco

(anch'egli consulente Saman) e i responsabili. In tale ottica

l'assemblea dei soci precedentemente fissata per il 15 gennaio

veniva rinviata al 29.

Sorprendentemente a tale fax rispondeva Francesco

(presumibilmente Cardella) il quale oltre a fare gratuite

affermazioni in merito al prof. Cancrini, a Lorella Raggi e Luisa

Fiorini (all. n. 5) rilanciava la via della secessione e

riaffermava che la Saman era e rimane sua, denotando una

concezione privatistica della Saman quantomeno discutibile e che

in tale ottica era necessario avere il controllo dell'assemblea.

Affermava altresì che avrebbe concordato con i responsabili data e

luogo dell'incontro.

La situazione si radicalizza ulteriormente nel momento in cui

alcuni "responsabili (?)" fanno firmare ai propri utenti lettere

di sfiducia nei confronti del consiglio di amministrazione, e, più

in generale, nel momento in cui si coinvolgono gli utenti in cura

per fare pressione e per indurre il presidente e la tesoriera a

dimettersi.

ciò che pareva essere una frattura ricomponibile all'interno della

associazione assume toni sempre più duri e deleteri per chi ha

avuto fiducia nella stessa, ovvero gli utenti, che, si pensa, non

sono entrati in Saman per schierarsi da una parte o dall'altra ma

all'esclusivo fine di curarsi.

Priorità diventava, giunti a tal punto, tutelare gli utenti:

seguendo questa linea la rappresentante legale di Saman diffidava

i responsabili dal tenere ulteriormente tale linea di condotta e,

successivamente si rivolge alla magistratura formalizzando tale

operazione con un esposto (all. n. 6) che evidenzia la situazione

di disagio all'interno delle comunità e successivamente si

presenta in questura (sezione Digos) per illustrare la strana

situazione che si è venuta a creare.

Da parte dei responsabili "dissociati", l'unica proposta che

viene formulata è conforme, ancora una volta, alla volontà del

loro capo, Cardella: infatti il presupposto per trattare e

riprendere le comunicazioni è l'assoluto controllo della

associazione da parte di Cardella (all. n· 7. Successivo alla

proposta di un incontro con i responsabili delle sedi

"secessiniste", il C.d.A. ed il Responsabile Scientifico Prof.

Cancrini)

Un tentativo della dott.ssa Fiorini di sostituire il responsabile

di Ravenna (comunità in cui la situazione si sta particolarmente

degradando), recandosi sul posto non ha avuto buon esito a causa

del comportamento di alcuni utenti in cura indottrinati ad arte

(all. n. 8). Anche in tal caso una denuncia querela è stata

allegata alla competente caserma dei Carabinieri (all. n. 9)

Né, in data 15 gennaio sortiva effetto una accorata lettera del

prof. Cancrini e del dott. Colacicco che tentava di riportare il

livello di scontro su toni più civili (all. n. 10). attualmente

una proposta sempre del prof. Cancrini è ancora in attesa di

risposta da parte di Cardella e suoi epigoni (all. n. 11), motivo

per la quale nell'impossibilità di addivenire ad una ragionevole

soluzione il rappresentante legale della Associazione Saman si

rivolge alla stampa.

Va sottolineato che in data 29 c.m. un gruppo di responsabilie e

di soci - corrispondente in linea di massima ai partecipanti alla

prima "assemblea" di Via Palmieri - ha cercato di occupare la

stessa sede. In quill'occasione la Dott.ssa Fiorini ha richiesto

l'intervcento della forza pubblica che ha identificato i

partecipanti all'azione motivata, a quanto pare, dal rinvio

dell'assemblea, precedentemente fissata per lo stesso giorno, e

successivamente rinviata al giorno 23 febbraio. Tale rinvio aveva

lo scopo di favorire una trattativa che sembrava potesse favorire

una positiva evoluzione della crisi interna all'associazione.

--- MMMR v4.50reg * Stop nuclear power!Boicott France production!

 
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