Da Panorama dell'11/7/96: titolo "Condannane uno per educarne cento" (di Bruno Crimi)" ... Per la giornata antidroga del 26 giugno il governo di Pechino ha voluto organizzare un maxiprocesso che si tenuto in 262 tribunali sparsi in tutto il paese, che hanno esaminato le imputazioni di 1725 persone coinvolte in 939 casi di produzione , traffico, possesso e spaccio di sostanze stupefacenti. Sono assai spedite, in questi casi le procedure dei tribunali cinesi: in pratica, l'imputato non ha diritto alla difesa, cosicch i processi sono sommari. Dopo la lettura del capo d'accusa e la descrizione della circostanze in cui avvenuto l'arresto, il presidente del tribunale emette la sentenza. Naturalmente inappellabile. A conclusione della giornata antidroga un portavoce del governo ha precisato, con un eufemismo tutto orientale, che <<769 persone sono state condannate a pene diverse dall'ergastolo e dall'esecuzione>>. Il che significa, fatti i conti, che 956 dovranno scontare l'ergastolo o saranno giustiziate. D'altra parte i tribunali non hanno perso tempo: nei confronti di 231 condannati a morte
la sentenza stata eseguita immediatamente. condotti all'esterno dei tribunali, fatti inginocchiare di fronte ai boia, sono stati uccisi con un colpo di pistola alla nuca. Dopo l'esecuzione della sentenza, le famiglie dei condannati ricevono una fattura che ingiunge loro do pagare allo stato il prezzo del proiettile utilizzato ... Un proverbio cinese, citato spesso da Deng Xiaoping, dice: <>. Cio : l'esempio, soprattutto se duro, ha valore di insegnamento. E' quello che devono avere ricordato i giudici dei 262 tribunali nella giornata antidroga."