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Conferenza droga
Fiori Raffaella - 27 agosto 1996
Al quotidiano "Il lavoro" - Genova

e p.c.

al quotidiano "Il Secolo XIX" - Genova

all'Ordine dei Giornalisti - Genova

all'Ordine dei Medici - Roma

all'Ordine dei Farmacisti - Roma

all'Onorevole Pannella - Roma

all'Onorevole Marco Taradash - Roma

alla rivista Paramita - Roma

alla rivista Riza Psicosomatica

all'Associazione Invalidi per Servizio - Genova

all'FIRC - Milano

all'Associazione Gigi Ghirotti - Genova

Genova, 19 agosto 1996

In relazione a quanto pubblicato sul quotidiano "Il Lavoro" del 31/7/96 sotto l'intestazione "Canapa indiana dietro le siepi etc." desidero precisare quanto segue affinche' lo stesso giornale provveda a rettificare quanto compare ed attribuito a me Giuseppe Lauricella, tratto in arresto per aver coltivato delle piantine di Cannabis.

A cominciare dal numero delle piantine indicate come 31 e che risultano in realta' 13 (come documentato dal verbale dei cc. che posso esibire) alla sussistenza di una "piccola serra" che presuppone coltivazione intensiva alla quantita' di "stupefacente" (1 kg. e 1/2 essiccata), nessun dato riportato e' esatto meno che mai la qualifica di "coltivatore" piuttosto ridicola.

In nome della deontologia professionale vorrei pregare l'anonimo cronista di maggiore rispetto per la verita', considerato quanto danno possa arrecare con la stampa anche solo per semplice superficialita'.

Questo per quanto concerne il testo puro e semplice dell'articolo, se poi vogliamo scendere nel merito permettetemi di presentarmi: il nome e l'eta' sono stati riportati esattamente per sapere chi io sia veramente abbiate la bonta' di proseguire la lettura.

Sono un ex carabiniere paracadutista (campione ligure novizi di pugilato), invalido per servizio. A tale invalidita' che col passare degli anni ha causato e causa notevoli sofferenze (posso esibire cartelle cliniche), si e' aggiunta una grave forma di cancro al rinofaringe che ho superato sia grazie alla radioterapia, alla medicina alternativa, alla pratica intensiva dello yoga e della meditazione e sia soprattutto all'effetto terapeutico della marijuana. E' provato anche se non dalla medicina "ufficiale" che la marijuana ha effetti terapeutici (vedi ad esempio articolo apparso su "La Repubblica" il 20/7/96) tuttavia io cittadino libero, non posso coltivare, quest'erba, si badi bene per uso mio personale, ed eventualmente per giovare senza lucro ma per "compassione buddista", a persone sofferenti, senza finire in galera. Questo rischio non lo corro se mi rivolgo a spacciatori alimentando, come a tutti fin troppo noto, un fitto sottobosco di malavita. Vorrei capire, perche' posso coltivare ogni tipo di pianta

anche estremamente tossica ancorche' dotata di effetti terapeutici riconosciuti (digitale, belladonna, ipomea violacea o campanella etc), ma non la marijuana. Vorrei capire perche' non si ha il coraggio, perche' di coraggio si tratta, di liberalizzare l'uso personale e la cessione, senza scopo di lucro, di questa sostanza definita "droga", "stupefacente" e cosi' via.

Questa avventura non so quanto sia costata allo stato in dispiego di uomini, mezzi, soggiorno forzato, trasferimenti dal carcere al tribunale disturbo del giudice, etc. (lasciamo perdere quello che costera' a me psicologicamente e finanziariamente), quando ci sono cose molto ma molto piu' importanti per cui agire, mi da comunque l'opportunita' di contribuire in maniera piu' incisiva ad una battaglia per la revisione delle leggi in materia di stupefacenti e in generale per l'affermazione dei diritti di liberta'.

Questo scritto e' solo l'inizio di un discorso molto piu' ampio che voglio fare con tutti i mezzi di diffusione (stampa, TV, etc.) per far conoscere chi sono, che cosa posso e voglio fare per aumentare sia la conoscenza di queste sostanze "incriminate", e per divulgare un certo tipo di vita che si puo' ottenere con le pratiche meditative e dello yoga in generale.

In fede

Lauricella Giuseppe

 
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