Dal Corriere della Sera del 20 agosto 96:
"I suicidi in carcere sono aumentati, in due anni, del 62%; gli atti di autolesionismo dei detenuti del 102%. Cifre da <> secondo l'Associazione medici carcerari .... <> ... "Dal Sole 24 ore del 29 agosto 96, stralci da un servizio accurato sulla situazione nelle carceri:
" ... Giuseppe Di Gennaro, che il ministro di grazia e giustizia Giovanni Maria Flick ha voluto accanto a sé come consulente per la riforma penitenziaria: <>. Del resto, non è un caso se da molti anni in Italia non si verificano più rivolte all'interno delle carceri. ... Le carceri italiane, secondo Di Gennaro, dopo la riforma del 75 sono profondamente cambiate: non più <> in cui chi entra deve lasciare ogni speranza, ma strutture che prestano un'attenzione particolare alla condizione dell'uomo detenuto, come sintetizza efficacemente la formula secondo cui <nistro l'andamento del carcere preventivo e più l'approfondisco più mi convinco che al pubblico arriva una disinformazione, forse non dolosa, ma certamente colposa. In Italia oggi, non abbiamo più del 40% dei detenuti in carcerazione preventiva ... >> ... La percentuale delle persone che si sono tolte la vita in carcere nel 95 e dello 0, 035% del totale di chi è transitato nei penitenziari durante tutto l'anno. <mo di comando. Se sappiamo lavorare questo è davvero l'inizio della fine della criminalità mafiosa ...>>"Alcuni cenni sul passato del signor Giuseppe Di Gennaro:
- nel 1963 è pubblico ministero nel processo contro il film "La ricotta" di Pier Paolo Pasolini, accusato di vilipendio alla religione; usa per la prima volta in Italia la moviola per documentare le accuse;
- nel 1975, funzionario degli Affari Penali presso il ministero di Grazia e Giustizia, è sequestrato dai Nuclei Armati Proletari; sarà rilasciato dopo poco tempo. Commentando il sequestro, Pasolini scrive: "...Nessuna persona è più reazionaria, nel mio ricordo, che questo Di Gennaro. La sua arringa contro il mio film è stata controriformistica e sanfedista a tal punto che, come ti possono testimoniare numerosi intellettuali e giornalisti che l'hanno ascoltata, ha rasentato il granguignolesco e il ridicolo, per non dire ovviamente il volgare. E' stata il capolavoro orale del clericofascismo degli anni '50...Ora c'è da chiedersi: che rapporto politico c'è tra quest'uomo della vecchia destra -reazionario e duro, ma anche ambiguo (visto che il processo a "La ricotta" era un atto manifestamente persecutorio, che vedeva implicato il Vaticano e l'intera ufficialità del potere democristiano) - e coloro che l'hanno rapito?..." ("Lettere luterane", Einaudi, 1980, pag. 66/67) ;
- dal 1982 al 1990 Di Gennaro è a capo dell'Unfdac, una delle agenzie antidroga dell'Onu. Descrive questa esperienza nel libro "La guerra della droga" ; ecco come racconta di un suo intervento in Marocco: "...le autorità non consideravano le coltivazioni di cannabis come un pericolo per il loro paese. In Marocco vi era un numero trascurabile di tossicodipendenti e non c'era nemmeno presenza percepibile di mafia o simili organizzazioni criminali coinvolte nel traffico...riuscii nell'intento di far assumere all'argomento droga la natura di un problema. In questa come in moltissime altre occasioni dovetti usare qualche accortezza operando ai margini della verità. Poiché avevo una disponibilità di due milioni e mezzo di dollari, feci capire che si trattava di una somma che alcuni Donatori mi avevano dato con la specifica richiesta di avviare un programma di eliminazione delle piantagioni di cannabis dal Marocco. Aggiunsi che molti paesi europei accusavano il governo marocchino di non fare nulla per controllare
la produzione e il traffico dei cannabici. Qualcuno, aggiunsi, sospettava che vi fosse una connivenza delle autorità. Quando trovai il terreno adatto parlai anche dell'obbligo coranico di lottare contro le sostanze che <> e del prestigio della nazione araba..." ("La guerra alla droga", Mondadori 1991, pag.200/201).Italia, 1996: è' Giuseppe Di Gennaro la persona scelta dal primo governo di sinistra-centro per incardinare la riforma penitenziaria.