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Conferenza droga
Partito Radicale Marina - 6 settembre 1996
DROGA/CROAZIA/RASSEGNA STAMPA

confronto - LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE

"Vecernji list", quotidiano, Zagabria, 25 agosto 1996

PRO - Nevenka Mikac, giornalista

IPOCRISIA SOCIALE

Vi ricordate quella serata invernale televisiva, tranquilla e

quasi idillica, quando apparentemente 'non pericolosa' e' apparsa

tra gli ospiti del talk-show "Velluto blu" suora Bernardetta, una

delle militanti piu' conosciute (e di maggior successo) nella

lotta contro la droga che ha "osato" dire in pubblico che lei

stessa aveva "provato l'erba":

- Si', ho fumato un joint ( marihuana!). Audacemente ha buttato

il guanto in faccia al pubblico scioccato, spiegando

energicamente in diretta dalla nostra TV statale la propria

'confessione': "Ero curiosa di capire che cos'e' e cosa

provoca... Visto che mi occupo di tossicodipendenti, ritengo sia

necessario sapere di che cosa si tratti." Anche se di seugito

avesse ribadito che "niente fosse sucesso" e che "non fosse

nemmeno stata narcotizzata", nessuno l'aveva piu' sentita, o non

voleva sentirla!

Era piu' che sufficente che questa audace e per le nostre

condizioni del tutto 'sconsiderata dichiarazione' avesse un

effetto-bomba in certi circoli, soprattutto in quelli che per

diletto usiamo chiamare "religiosi di nuova ondata". Suora

Bernardetta, per fortuna, "era sopravvisuta dopo aver fumato

l'erba" e stranamente sfuggita al linciaggio sociale, religioso e

quant'altro che le sarebbe potuto capitare. Ma era un segnale

d'allarme ai custodi dell'ordine conservativo in servizio che non

potevano decidere come punire la suora "peccatrice": togliere la

veste monacale dal corpo della bellissima suora Bernardetta,

scomunicarla dalla comunita', bruciarla in pubblico nel mezzo di

Zagabria...

Non e' mia intenzione "illuminare" con le presenti righe i nostri

cittadini accaniti ed i cervelli risciacquati nelle teorie delle

"streghe" sul fatto che, ad esempio, le cosidette droghe leggere

siano un primo passo verso le siringhe e che quindi la loro

legalizzazione diventerebbe un inferno ancora piu' grande. E

ancor meno "difendere" il consumo delle droghe leggere, con

argomenti scentifici gia' ben noti a tutti secondo i quali

"droghe e droghe leggere non sono la stessa cosa"; che fumare la

marihuana (pura) sia meno nocivo che fumare puro tabacco; che 'le

erbe' non provocano dipendenza fisica (organica) e che in alcuni

casi - quale la prima fase per 'togliere' i veri

tossicodipendenti dalle droghe pesanti - possa essere addirittua

d'aiuto... oppure indicare quell'argomento piu' marginale, piu'

doloroso per gli avversari piu' frustrati dell'"erba"

controversa, che le droghe leggere aiutano l'aumento

dell'appetito - quello classico e sessuale... e questo 'appetito'

certamente desidererebbero tutti - a patto che tale 'stato duri'

piu' a lungo e non faccia 'ingrassare'...

In ogni caso, contro i divieti, repressioni mentali e qualsiasi

unilateralismo: davvero tutti coloro che consumano l'alcol sono

alcolisti, tutti i fumatori necessariamente 'scheletri di cancro'

e 'tubercolosi', e tutti i fumatori di erbe appassionanti o solo

'ricreative' tossicodipendenti malfamati? Non e' che proprio il

divieto del consumo delle droghe leggere e l'impegno della

polizia internazionale nella lotta contro le stesse, portino ad

una societa' totalitaria, che nuovamente e sempre, nel suo

conosciuto stile ipocrita, effettueranno una 'devastazione

sociale' da un lato e dall'altro 'sotto il grano' e di nascosto

"ne avvolgeranno un'altra"?!

CONTRO - Dusan Miljus, giornalista

LA PORTA APERTA ALL'EROINA

L'hascisc in edicola assieme alle sigarette, la cannabis come

pianta nell'orto? Forse le immagini di Amsterdam sembrano carine

dalla prospettiva di qualche narcoturista locale, che in uno dei

2000 punti di vendita poteva acquistare legalmente cinque grammi

di marihuana o hascisc per consumo personale. Che la

regolamentazione delle droge leggere e la loro accessibilita' a

tutti, aiuta i consumatori a rimanere lontano dai spacciatori che

offrono droghe pesanti e' l'argomento olandese a cui fanno

riferimento anche i sostenitori della legalizzazione delle droghe

leggere in Croazia.

Al posto di numeri aridi ma allarmanti, dietro ai quali si

nascondono i dati del numero di morti, ammalati, infetti di AIDS

e quelli che le loro migliori giornate trascorrono dietro le mura

di prigoni, potremmo elencare migliaia di confessioni commoventi

di giovani ragazzi e ragazze, dei loro genitori coinvolti

"nell'inferno della droga" dal quale solo pochi sono riusciti ad

uscire. Rendere le droghe leggere accessibili servirebbe solo a

spalancare la porta ed inoltrare la via dell'inferno di eroina.

Di quanto aumenterebbe il numero dei weekend-consumatori che,

secondo alcune stime sono 35.000? e sono centinaia di migliaia le

persone che hanno provato la marihuana, di cui un decimo ha

intrapreso la solita via dall'erba alla siringa.

Legalizzare o no, e' il dubbio sul quale insiste il

narcomarketing. Il modello della repressione e' da tanto tempo

accettato nel mondo. La forza mondiale piu' potente, l'USA, da

venti anni allarma il pubblico, la polizia e la giustizia contro

la droga, centinaia di miliardi di dollari vengono destinati alla

distruzione dei trafficanti, ma anche per aiutare i

tossicodipendenti. La penalizzazione dei dipendenti forse non

dovrebbe essere necessaria se questi non creassero nuovi

dipendenti. Non sono contrario a trattarli in quanto malati,

anzi, ma sarebbe il caso di permettere loro di creare nuovi

tossicodipendenti offrendo "le erbe"? Quando la polizia prende un

tossico, che contemporaneamente è anche spacciatore e gli

sequestra perfino 300 grammi di droga, avra' sempre la stessa

risposta "per consumo personale".

Se gia' una parte della responsabilita' per la loro dipendenza la

scaricano sulla famiglia, scuola, societa', difficilmente

potranno negare anche il proprio coinvolgimento nell'ambiente

criminale. Il tossicodipendente, se ne recluta uno nuovo,

potrebbe aspettarsi anche un profitto indiretto: ha trovato una

nuova vittima a cui vendere l'erba o l'eroina, oppure sara' lo

spacciatore a gratificarlo. Bisogna concedergli questo? La

repressione in quanto risposta ai narcotrafficanti fa' parte del

Programma nazionale della lotta contro la tossicodipendenza. Il

prezzo che gia' adesso la Croazia sta pagando a causa del

problema della tossicodipendenza e' troppo alto, con le posizioni

piu' liberali verso le droghe leggere aumenterebbe molto di piu'.

Dall'altro lato, il profitto della narcomafia che, secondo alcune

stime, e' attualmente di 200 milioni di marchi all'anno, si

moltiplicherebbe. Nessuno nega il fatto che il sistema repressivo

(polizia e giustizia) dovrebbe puntare verso la cima della

narcopiramide, verso i "boss" che molto spesso non sono in

contatto diretto con la droga. I fumatori di erbe non vanno messi

assolutamente nello stesso cestino con gli spacciatori, almeno

fino a quando non superano il limite anche nello spaccio e non

diventino anche loro "giocatori". Allora sono indispensabili

altre, piu' severe regole di "gioco".

 
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