confronto - LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE
"Vecernji list", quotidiano, Zagabria, 25 agosto 1996
PRO - Nevenka Mikac, giornalista
IPOCRISIA SOCIALE
Vi ricordate quella serata invernale televisiva, tranquilla e
quasi idillica, quando apparentemente 'non pericolosa' e' apparsa
tra gli ospiti del talk-show "Velluto blu" suora Bernardetta, una
delle militanti piu' conosciute (e di maggior successo) nella
lotta contro la droga che ha "osato" dire in pubblico che lei
stessa aveva "provato l'erba":
- Si', ho fumato un joint ( marihuana!). Audacemente ha buttato
il guanto in faccia al pubblico scioccato, spiegando
energicamente in diretta dalla nostra TV statale la propria
'confessione': "Ero curiosa di capire che cos'e' e cosa
provoca... Visto che mi occupo di tossicodipendenti, ritengo sia
necessario sapere di che cosa si tratti." Anche se di seugito
avesse ribadito che "niente fosse sucesso" e che "non fosse
nemmeno stata narcotizzata", nessuno l'aveva piu' sentita, o non
voleva sentirla!
Era piu' che sufficente che questa audace e per le nostre
condizioni del tutto 'sconsiderata dichiarazione' avesse un
effetto-bomba in certi circoli, soprattutto in quelli che per
diletto usiamo chiamare "religiosi di nuova ondata". Suora
Bernardetta, per fortuna, "era sopravvisuta dopo aver fumato
l'erba" e stranamente sfuggita al linciaggio sociale, religioso e
quant'altro che le sarebbe potuto capitare. Ma era un segnale
d'allarme ai custodi dell'ordine conservativo in servizio che non
potevano decidere come punire la suora "peccatrice": togliere la
veste monacale dal corpo della bellissima suora Bernardetta,
scomunicarla dalla comunita', bruciarla in pubblico nel mezzo di
Zagabria...
Non e' mia intenzione "illuminare" con le presenti righe i nostri
cittadini accaniti ed i cervelli risciacquati nelle teorie delle
"streghe" sul fatto che, ad esempio, le cosidette droghe leggere
siano un primo passo verso le siringhe e che quindi la loro
legalizzazione diventerebbe un inferno ancora piu' grande. E
ancor meno "difendere" il consumo delle droghe leggere, con
argomenti scentifici gia' ben noti a tutti secondo i quali
"droghe e droghe leggere non sono la stessa cosa"; che fumare la
marihuana (pura) sia meno nocivo che fumare puro tabacco; che 'le
erbe' non provocano dipendenza fisica (organica) e che in alcuni
casi - quale la prima fase per 'togliere' i veri
tossicodipendenti dalle droghe pesanti - possa essere addirittua
d'aiuto... oppure indicare quell'argomento piu' marginale, piu'
doloroso per gli avversari piu' frustrati dell'"erba"
controversa, che le droghe leggere aiutano l'aumento
dell'appetito - quello classico e sessuale... e questo 'appetito'
certamente desidererebbero tutti - a patto che tale 'stato duri'
piu' a lungo e non faccia 'ingrassare'...
In ogni caso, contro i divieti, repressioni mentali e qualsiasi
unilateralismo: davvero tutti coloro che consumano l'alcol sono
alcolisti, tutti i fumatori necessariamente 'scheletri di cancro'
e 'tubercolosi', e tutti i fumatori di erbe appassionanti o solo
'ricreative' tossicodipendenti malfamati? Non e' che proprio il
divieto del consumo delle droghe leggere e l'impegno della
polizia internazionale nella lotta contro le stesse, portino ad
una societa' totalitaria, che nuovamente e sempre, nel suo
conosciuto stile ipocrita, effettueranno una 'devastazione
sociale' da un lato e dall'altro 'sotto il grano' e di nascosto
"ne avvolgeranno un'altra"?!
CONTRO - Dusan Miljus, giornalista
LA PORTA APERTA ALL'EROINA
L'hascisc in edicola assieme alle sigarette, la cannabis come
pianta nell'orto? Forse le immagini di Amsterdam sembrano carine
dalla prospettiva di qualche narcoturista locale, che in uno dei
2000 punti di vendita poteva acquistare legalmente cinque grammi
di marihuana o hascisc per consumo personale. Che la
regolamentazione delle droge leggere e la loro accessibilita' a
tutti, aiuta i consumatori a rimanere lontano dai spacciatori che
offrono droghe pesanti e' l'argomento olandese a cui fanno
riferimento anche i sostenitori della legalizzazione delle droghe
leggere in Croazia.
Al posto di numeri aridi ma allarmanti, dietro ai quali si
nascondono i dati del numero di morti, ammalati, infetti di AIDS
e quelli che le loro migliori giornate trascorrono dietro le mura
di prigoni, potremmo elencare migliaia di confessioni commoventi
di giovani ragazzi e ragazze, dei loro genitori coinvolti
"nell'inferno della droga" dal quale solo pochi sono riusciti ad
uscire. Rendere le droghe leggere accessibili servirebbe solo a
spalancare la porta ed inoltrare la via dell'inferno di eroina.
Di quanto aumenterebbe il numero dei weekend-consumatori che,
secondo alcune stime sono 35.000? e sono centinaia di migliaia le
persone che hanno provato la marihuana, di cui un decimo ha
intrapreso la solita via dall'erba alla siringa.
Legalizzare o no, e' il dubbio sul quale insiste il
narcomarketing. Il modello della repressione e' da tanto tempo
accettato nel mondo. La forza mondiale piu' potente, l'USA, da
venti anni allarma il pubblico, la polizia e la giustizia contro
la droga, centinaia di miliardi di dollari vengono destinati alla
distruzione dei trafficanti, ma anche per aiutare i
tossicodipendenti. La penalizzazione dei dipendenti forse non
dovrebbe essere necessaria se questi non creassero nuovi
dipendenti. Non sono contrario a trattarli in quanto malati,
anzi, ma sarebbe il caso di permettere loro di creare nuovi
tossicodipendenti offrendo "le erbe"? Quando la polizia prende un
tossico, che contemporaneamente è anche spacciatore e gli
sequestra perfino 300 grammi di droga, avra' sempre la stessa
risposta "per consumo personale".
Se gia' una parte della responsabilita' per la loro dipendenza la
scaricano sulla famiglia, scuola, societa', difficilmente
potranno negare anche il proprio coinvolgimento nell'ambiente
criminale. Il tossicodipendente, se ne recluta uno nuovo,
potrebbe aspettarsi anche un profitto indiretto: ha trovato una
nuova vittima a cui vendere l'erba o l'eroina, oppure sara' lo
spacciatore a gratificarlo. Bisogna concedergli questo? La
repressione in quanto risposta ai narcotrafficanti fa' parte del
Programma nazionale della lotta contro la tossicodipendenza. Il
prezzo che gia' adesso la Croazia sta pagando a causa del
problema della tossicodipendenza e' troppo alto, con le posizioni
piu' liberali verso le droghe leggere aumenterebbe molto di piu'.
Dall'altro lato, il profitto della narcomafia che, secondo alcune
stime, e' attualmente di 200 milioni di marchi all'anno, si
moltiplicherebbe. Nessuno nega il fatto che il sistema repressivo
(polizia e giustizia) dovrebbe puntare verso la cima della
narcopiramide, verso i "boss" che molto spesso non sono in
contatto diretto con la droga. I fumatori di erbe non vanno messi
assolutamente nello stesso cestino con gli spacciatori, almeno
fino a quando non superano il limite anche nello spaccio e non
diventino anche loro "giocatori". Allora sono indispensabili
altre, piu' severe regole di "gioco".