Alcuni mesi fa abbiamo inserito in questa conferenza la bozza dell'ordine del giorno che abbiamo poi modificato ed integrato in modo non marginale; è pertanto consigliabile attenersi alla stesura attuale (per il comunicato stampa relativo si rimanda al testo n. 302 di Notizie Cora).
ORDINE DEL GIORNO
OGGETTO: sulla necessità e urgenza di incardinare politiche cittadine di normalizzazione in tema di droghe e di tossicodipendenze.
Il Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO CHE
- la Relazione Sanitaria per il 1995 dei Servizi Tossicodipendenze di Torino stima in 7500 i consumatori abituali di eroina in città;
- il numero di consumatori abituali o occasionali di "droghe leggere" (cannabis e derivati) non è stimato ufficialmente, ma si valuta comunque nell'ordine delle decine di migliaia di persone (per la gran parte pienamente e enormemente "inserite");
- l'incremento delle morti per overdose da eroina (raddoppiate a Torino nel 1995) testimonia, da un lato, dell'inadegeuatezza di politiche sanitarie che limitano l'offerta terapeutica ai trattamenti cosiddetti riabilitativi, e dall'altro dell'estrema e pericolosa instabilità del mercato clandestino delle droghe illegali, che sempre e dovunque rappresenta il primo, più grave e rilevante fattore di rischio per i consumatori di eroina;
- le aree della città in cui più convergono ed acquistano evidenza i molteplici problemi (sociali, sanitari e di ordine pubblico) connessi al fenomeno delle dipendenze e dei consumi di sostanze illegali non definiscono una " mappa dell'emergenza", ma, se così si può dire rappresentano la "fotografia di una normalità", che non è in alcun modo possibile riassorbire, e che coinvolge direttamente, e per certo verso profondamente (nelle culture, abitudini e stili di vita), decine di migliaia di persone;
- l' "elastico impazzito" fra repressione e tolleranza, che ha contraddistinto le politiche dell'ordine pubblico a Torino sui "casi" San Salvario, Porta Palazzo e Murazzi, merita una valutazione realistica e severa, se oltre a rivelarsi inefficace ed a limitarsi a rimescolare il mercato delle droghe illegali, ha finito per diventare un problema fra i problemi che avrebbe dovuto contribuire a risolvere;
- le politiche sociali, sanitarie, criminali e dell'ordine pubblico, anche nel nostro paese, sono condizionate e, talora, pregiudicate da legislazioni proibizionistiche che alcune città europee hanno, però, iniziato coraggiosamente a "denunciare", attraverso la sperimentazione di strategie alternative;
- la sperimentazione intrapresa sul piano internazionale, che comunemente viene definita con il termine "politiche di riduzione del danno", è consistita essenzialmente:
a) nella parziale sostituzione dell'offerta del mercato illegale con forme di vendita o di somministrazione legale delle droghe proibite, mediante l'utilizzo dei più svariati strumenti giuridici: dalla sospensione dell'applicazione della normativa proibizionista con il ricorso alla clausola della "non obbligatorietà dell'azione penale", come avviene in Olanda; alla deroga rispetto alla legislazione sanitaria, con il ricorso a protocolli, validati internazionalmente, di sperimentazione scientifica, come avviene in Svizzera; all'inserimento nella Farmacopea ufficiale di sostanze inserite negli elenchi delle Convenzioni Internazionali in materia di stupefacenti, come avviene in Gran Bretagna;
b) nell'istituzione di aree di relativa e controllata extraterritorialità (intese soprattutto come "aree di servizio" per i consumatori di droghe), peraltro di diversissima natura e finalità: dai coffee-shop olandesi alle "Fixerstube" tedesche, centri a bassa soglia in cui alla possibilità per i tossicodipendenti da oppiacei di consumare "liberamente" droga, senza rischiare l'intervento delle forze di polizia, si affianca l'offerta di servizi sociali e sanitari da parte delle istituzioni pubbliche;
- i risultati di queste politiche hanno complessivamente concorso a ripristinare migliori condizioni di sicurezza nelle città ed un migliore livello di assistenza dei cittadini tossicodipendenti, e ad orientare i consumi di droghe, e più in generale gli stili di vita dei consumatori, verso forme socialmente più sostenibili o, comunque, meno dirompenti.
RITIENE CHE
- per affrontare i problemi delle aree a rischio "per droga e criminalità" che caratterizzano, oltre a Torino, tutte le grandi Città italiane, sarebbe opportuno che la legislazione nazionale consentisse di sperimentare processi di "normalizzazione", di cui l'esperienza internazionale attesta la validità, e, per altro verso, le ricorrenti emergenze (San Salvario, Murazzi, Porta Palazzo ...) dimostrano l'assoluta urgenza;
- anche sui temi posti in premessa (analogamente a quanto è già avvenuto per altri temi), la strada su cui occorre che l'Amministrazione si muova sia quella della "denuncia" dei pericoli di una legislazione sulla droga, come quella italiana, che rappresenta sempre più un limite e non una risorsa, un alibi per gli immobilismi ed un freno per le buone volontà; a tale denuncia deve seguire la richiesta al Governo e al Parlamento di riformare al più presto le norme che impediscono forme di sperimentazione sociale, politica e sanitaria che altri Paesi europei stanno attuando con ottimi risultati;
- sia urgente (sulla scorta di quanto il Consiglio Comunale di Torino ha già deliberato istituendo l'Agenzia Cittadina sulle Tossicodipendenze) lavorare al più presto (anche, laddove i vincoli della legislazione lo imponessero, a titolo di semplice prefigurazione) ad un progetto sulla Città e le droghe che consenta a Torino di proporsi - con il concorso delle competenze, dei saperi e delle esperienze che la Città offre .- come laboratorio dell'innovazione e della riforma anche sui temi delle politiche sulle droghe.
IMPEGNA IL SINDACO
- a rappresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Sanità, al Ministro della Famiglia e Solidarietà Sociale, al Presidente della Camera, al Presidente del Senato ed ai Presidenti delle Commissioni Igiene e Sanità, Giustizia e Affari Sociali dei due rami del Parlamento, l'interesse del Consiglio Comunale a che: si discutano al più presto le diverse proposte di legge, parlamentari e d'iniziativa popolare, depositate da oltre due anni, che richiedono la legalizzazione dei derivati della cannabis e dell'uso terapeutico degli oppiacei; sia convertito al più presto in legge il decreto di riforma del Testo Unico sulle tossicodipendenze, giunto alla ventesima reiterazione, in una versione che recepisca le proposte di concrete politiche integrate di "riduzione del danno", che prevedano anche sperimentazioni di somministrazione controllata di oppiacei; sia posto al centro della II Conferenza nazionale sulla Droga il tema della "riduzione del danno", senza pregiudizi ideologici e con l'acquis
izione di tutte le esperienze scientifiche in atto in altri Paesi europei;
- ad inviare il presente Ordine del Giorno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero della Sanità, al Ministero della Famiglia e della Solidarietà Sociale, alle Presidenze di Camera e Senato, alle Presidenze delle Commissioni Igiene e Sanità, Affari Sociali e Giustizia di Camera e Senato, alle Presidenze dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato.
Il presente ordine del giorno è stato approvato nella seduta del Consiglio Comunale di Torino del 9/10 settembre 1996.
Esito della votazione: 22 a favore, 2 contrari, 5 astenuti.