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Conferenza droga
Club Club - 16 settembre 1996
PROGETTO PER IL COMUNE DI LUCCA

CLUN PANNELLA-RIFORMATORI "OBBIETTIVO COMUNE"

C.P. 316 - 55100 LUCCA

Tel. 0583 956540 Fax 0583 956568

club.pannella.oc.lu@agora.stm.it indirizzo Web: www.agora.stm.it/pr.

All'Assessore alle Politiche Sociali

Comune di Lucca

============================

Riferimento: N/lettera del 13.09.96 prot. Gen. n.44927 del 13.09.96

Oggetto: Progetto per la creazione di una (Necessita` ed urgenza di incardinare politiche cittadine di normalizzazione in tema di droghe).

Egregio Assessore,

nelle pagine che seguono abbiamo cercato di dare un'idea generale di quello che proponiamo, sapendo che non esiste una risposta unica e definitiva del problema , ma una serie di possibili risposte da sperimentare e valutare.

Il nostro contributo non puo`, al momento, che essere di suggerimento e progettuale e, quindi, in un certo modo ritenuto anche superficiale. Ma ci auguriamo che con il tempo, ed in accordo con l'Amministrazione Municipale, possa essere reso piu` concreto e puntuale.

Per qualsiasi chiarimento restiamo quindi a disposizione, ritenendo e volendo in questo modo intendere che una opposizione costruttiva possa collaborare, senza barattare le proprie idee, al governo della citta`.

Confidando di poter collaborare con Lei e con il Suo ufficio per lo sviluppo e risoluzione di questa problematica, porgiamo distinti saluti.

Lucca, 16 settembre 1996 Angelita BONUGLI

presidente

Allegato : PROGETTO

PROGETTO:

" AGENZIA COMUNALE

SULLE

TOSSICODIPENDENZE "

INDICE

- INTRODUZIONE AL PROGETTO pag. 1

- UN PROGRAMMA SULLA DROGA

PER LA CITTA` DI LUCCA pag. 3

- PERCHE` UNA SULLE TOSSICODIPENDENZE> pag. 4

- CARATTERISTICHE DELLA SULLE TOSSICODIPENDENZA> pag. 4

- I COMPITI DELLA TOSSICODIPENDENZE> pag. 5

PROGETTO

Attivita` di coordinamento dell'Amministrazione Comunale

ai sensi dell'art.114 D.P.R. n.309/90

- PREMESSA pag. 6

- POLITICHE DI RIDUZIONE DEL DANNO pag. 7

- DECRETO LEGGE n.3 del 12 gennaio 1993 pag. 8

- PROGRAMMAZIONE ED ORGANIZZAZIONE

DELL'INTERVENTO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

SUI TEMI DELLE TOSSICODIPENDENZE pag. 9

- LA STRUTTURA pag. 10

- OBIETTIVO pag. 11

- FASI PER LA COSTITUZIONE pag. 13

- CONCLUSIONE pag. 14

INTRODUZIONE AL PROGETTO

Premesso che:

- il numero di consumatori abituali o occasionali di "droghe leggere" (cannabis e derivati) non stimato ufficialmente, ma si valuta comunque nell'ordine delle migliaia di persone (per la gran parte pienamente e enormemente "inserite");

- l'incremento delle morti per overdose da eroina testimonia, da un lato, dell'inadegeuatezza di politiche sanitarie che limitano l'offerta terapeutica ai trattamenti cosiddetti riabilitativi, e dall'altro dell'estrema e pericolosa instabilitß del mercato clandestino delle droghe illegali, che sempre e dovunque rappresenta il primo, pi· grave e rilevante fattore di rischio per i consumatori di eroina;

- le aree della cittß in cui pi· convergono ed acquistano evidenza i molteplici problemi (sociali, sanitari e di ordine pubblico) connessi al fenomeno delle dipendenze e dei consumi di sostanze illegali non definiscono una " mappa dell'emergenza" ma, se cosø si pu dire, rappresentano la "fotografia di una normalitß" che non in alcun modo possibile riassorbire, e che coinvolge direttamente, e per certo verso profondamente (nelle culture, abitudini e stili di vita), migliaia di persone;

- l' "elastico impazzito" fra repressione e tolleranza, che ha contraddistinto le politiche dell'ordine pubblico a Lucca, merita una valutazione realistica e severa, se oltre a rivelarsi inefficace ed a limitarsi a rimescolare il mercato delle droghe illegali, ha finito per diventare un problema fra i problemi che avrebbe dovuto contribuire a risolvere;

- le politiche sociali, sanitarie, criminali e dell'ordine pubblico, anche nel nostro paese, sono condizionate e, talora, pregiudicate da legislazioni proibizionistiche che alcune cittß europee hanno per iniziato coraggiosamente a "denunciare", attraverso la sperimentazione di strategie alternative;

- la sperimentazione intrapresa sul piano internazionale, che comunemente viene definita con il termine "politiche di riduzione del danno", consistita essenzialmente:

a) nella parziale sostituzione dell'offerta del mercato illegale con forme di vendita o di somministrazione legale delle droghe proibite, mediante l'utilizzo dei pi· svariati strumenti giuridici: dalla sospensione dell'applicazione della normativa proibizionista con il ricorso alla clausola della "non obbligatorietß dell'azione penale", come avviene in Olanda; alla deroga rispetto alla legislazione sanitaria con il ricorso a protocolli, validati internazionalmente, di sperimentazione scientifica, come avviene in Svizzera; all'inserimento nella Farmacopea ufficiale di sostanze inserite negli elenchi delle Convenzioni Internazionali in materia di stupefacenti, come avviene in Gran Bretagna;

b) nell'istituzione di aree di relativa e controllata extraterritorialitß (intese soprattutto come "aree di servizio" per i consumatori di droghe), peraltro di diversissima natura e finalitß: dai coffee-shop olandesi alle "Fixerstube" tedesche, centri a bassa soglia in cui alla possibilitß per i tossicodipendenti da oppiacei di consumare "liberamente" droga, senza rischiare l'intervento delle forze di polizia, si affianca l'offerta di servizi sociali e sanitari da parte delle istituzioni pubbliche;

- i risultati di queste politiche hanno complessivamente concorso a ripristinare migliori condizioni di sicurezza nelle cittß ed un migliore livello di assistenza dei cittadini tossicodipendenti, e ad orientare i consumi di droghe, e pi· in generale gli stili di vita dei consumatori, verso forme socialmente pi· sostenibili o, comunque, meno dirompenti.

E` da ritenersi che:

- per affrontare i problemi delle aree a rischio "per droga e criminalitß" che caratterizzano, oltre alle aree della citta` di Lucca, anche altre aree nella provincia stessa e province vicine, sarebbe opportuno che la creazione di una consentisse di sperimentare processi di "normalizzazione", di cui l'esperienza internazionale attesta la validitß;

- anche sui temi posti in premessa (analogamente a quanto giß avvenuto per altri temi), la strada su cui occorre che l'Amministrazione Municipale si muova sia quella della "denuncia" dei pericoli di una legislazione proibizionista sulla droga, che rappresenta sempre pi· un limite e non una risorsa, un alibi per gli immobilismi ed un freno per le buone volontß;

- sia urgente, con la creazione di una , lavorare al pi· presto (anche, laddove i vincoli della legislazione lo imponessero, a titolo di semplice prefigurazione) ad un progetto denominato che consenta a Lucca di proporsi - con il concorso delle competenze, dei saperi e delle esperienze che la Cittß stessa puo`offrire .- come laboratorio dell'innovazione e della riforma anche sui temi delle politiche sulle droghe e con proposte concrete - senza pregiudizi ideologici e con l'acquisizione di tutte le esperienze scientifiche in atto in altre citta` ed in altri Paesi della Comunita` Europea - di politiche integrate di "riduzione del danno", che prevedano anche sperimentazioni di somministrazione controllata di oppiacei.

UN PROGRAMMA SULLA DROGA

PER LA CITTA` DI LUCCA

La situazione attuale della diffusione delle droghe, della micro-criminalita` e criminalita` organizzata connessa alle droghe, dell'AIDS fra i tossicodipendenti, delle morti per overdose, va affrontata con una politica all'altezza della complessita` ed estensione del fenomeno. Occorre prendere atto che la politica burocratico-assistenziale fin qui` seguita, di tipo passivo, non ha portato a risultati significativi.

E` chiaro a chi scrive che e` necessario contrastare il fenomeno di "criminalizzazione di massa" che la legge sulla droga comporta. Come e` anche chiaro a chi scrive che debba essere contrastato il fenomeno di micro-criminalita` e criminalita` organizzata che si sviluppa intorno alle droghe. Un illustre magistrato francese, il Procuratore della Repubblica Georges APAP della Procura di VALENCE (Drome - Francia) , ebbe a dichiarare :

< LA DROGA NON E` VIETATA PERCHE` E` PERICOLOSA, MA E` PERICOLOSA PERCHE` E` VIETATA>. Infatti e` anche intorno a questa frase che si puo` trovare una risposta al fenomeno per il quale la stragrande maggioranza dei tossicodipendenti sono costretti a commettere crimini contro le cose e contro le persone. Ed ecco anche il "perche`" le istituzioni della citta` devono investirsi nello sviluppare una politica sociale e sanitaria non piu` passiva ma attiva, al fine di riequilibrare almeno parzialmente la situazione.

Ogni giorno, nella nostra citta`, vengono effettuati fermi ed a volte arresti di piccoli spacciatori, spesso adesso anche di extracomunitari. Queste sono le ultime pedine del complesso sistema internazionale del traffico di droga. Il loro arresto non comporta alcun beneficio per la collettivita`, visto che la distribuzione della droga non viene minimamente intaccata. Vengono invece distolte le forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza) dall'investigazione e persecuzione di reati piu` gravi, compresi quelli economici del riciclaggio del denaro provento del traffico illecito delle droghe. Il 60-70 per cento delle attivita` delle forze dell'ordine , cosi` come quelle dei Tribunali, e` di fatto sequestrato da una attivita` repressiva che in realta` non incide in nessun modo sul commercio illegale delle droghe che, al contrario, riesce ad alimentare la delinquenza.

E` quindi urgente la necessita` di individuare, subito, soluzioni sperimentali. Una di questa puo` essere la creazione di una che abbia tra i suoi obiettivi principali anche quello di allentare il legame di dipendenza fra il tossicodipendente ed il mondo criminale. Oggi il consumatore delle droghe svolge il duplice ruolo di "vittima del trafficante" e di "autore di reati" , spesso contro la persona e spesso gravi, necessari a soddisfare il bisogno di denaro per acquistare la droga sul mercato illegale. L'allentamento o la recisione del legame con la rete dello spaccio e` la premessa indispensabile di qualsiasi intervento teraupetico e riabilitativo. Altro obiettivo principale e` il contenere la diffusione del contagio da AIDS, sia fra i tossicodipendenti che - da questi - alla popolazione in generale.

PERCHE` UNA

.

La citta` di Lucca ha necessita` di configurare una struttura ad hoc di tipo nuovo, appunto una Agenzia Comunale che realizzi un programma, anche attraverso deleghe speciali, in collaborazione con le Circoscrizioni.

La dovra` essere uno strumento assolutamente non burocratico, pragmatico, di intervento, di coordinamento e di stimolo degli enti a diverso livello operanti nel settore e riunire competenze oggi sparse in assessorati e servizi cittadini diversi, che spesso mai nemmeno si parlano. Di conseguenza dovra` avere un bilancio proprio e responsabile. L'Agenzia potra` essere finanziata anche con stanziamenti del Fondo Nazionale di Intervento per la lotta alla droga (Legge 162/90 art.106 comma 2). Il settore della prevenzione, in particolare, gode di ingenti finanziamenti statali.

CARATTERISTICHE DELLA

L'Agenzia dovra` DIVENIRE la convergenza di tutte le competenze oggi suddivise fra i diversi Assessorati, in particolare per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione dei progetti di prevenzione (Testo Unico Leggi sulle Tossicodipendenze, Legge sulla Prevenzione del Disagio Giovanile, Legge sulla Formazione-Lavoro).

L'Agenzia dovra` AVERE il coordinamento e la gestione delle iniziative integrate fra sanita` e settore socio-assistenziale (praticamente tutti i progetti possibili devono assicurare l'integrazione dei due settori).

L'Agenzia dovra` ESSERE il coordinamento ed il collegamento fra tutti gli altri soggetti che operano nel settore (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Carcere, Magistratura, Servizi Sanitari, ecc.), con competenze concrete di AZIONE e SOSTEGNO delle iniziative fatte proprie dall'Amministrazione Comunale.

L'Agenzia dovra` PERVENIRE alla gestione delle competenze di studio e ricerca, di impulso e di organizzazione della formazione e dell'aggiornamento del personale.

L'Agenzia dovra` VALUTARE criticamente le iniziative assunte.

I COMPITI DELLA

1. Determinare le linee di indirizzo di tutte le "UNITA` OPERATIVE" dipendenti da esso, ed in particolare dei SERT che dovrebbero essere sottoposti a tale organismo.

In particolare i SERT dovrebbero essere autonomi dalle USL e collocati in luoghi diversi dagli ospedali.

2. Coordinare l'azione di comunita` teraupetiche e altri organismi in qualsiasi modo finanziati con denaro pubblico.

3. Istituire i servizi destinati al raggiungimento degli obiettivi della politica sociale cittadina sul tema delle droghe. Tra questi dovranno essere previsti:

3.a) Un progetto pilota che comporti la prescrizione, sotto controllo medico, oltre che di metadone e temgesic - come avviene in altre aree del Paese - anche di eroina. Il numero di persone partecipanti a questo progetto potrebbe essere, in una prima fase, limitato per ogni SERT.

3.b) L'istituzione di "UNITA` MOBILI", in numero non inferiore ad una per ogni circoscrizione, destinate a raggiungere i tossicomani per offrire loro siringhe sterili, preservativi e farmaci sostitutivi all'eroina illegale ed informazioni sulle possibilita` di reinserimento sociale.

3.c) Il completamento degli organici dei SERT e valutare l'opportunita` dell'aumento del numero e la loro dislocazione.

3.d) L'istituzione di un servizio permanente nelle carceri, che eroghi le stesse prestazioni ai detenuti - anche in attuazione delle leggi regionali (per la distribuzione delle siringhe e dei preservativi nelle carceri).

3.e) L'istituzione di un "SERVIZIO MOBILE CONTRO L'EMARGINAZIONE".

3.f) Determinare programmi di collaborazione tecnico-scientifica permanente con la citta` per per apportare suggerimenti e soluzioni per una nuova politica sulle droghe.

PROGETTO

Attivita` di coordinamento dell'Amministrazione Comunale

ai sensi dell'art.114 D.P.R. n.309/90

PREMESSA

La legislazione e le politiche sulle droghe in Italia hanno subito, negli ultimi anni, repentini e contradditori mutamenti.

In un primo momento la Legge n.162/90, superando la Legge n.685/75, ha inasprito pesantemente il regime sanzionatorio a carico dei consumatori di droghe proibite, ed ha affidato alla deterrenza della legge penale la funzione di contenere la diffusione ed i costi di un fenomeno che, alla fine degli anni '80, aveva assunto dimensioni oltremodo allarmanti.

In un secondo momento il referendum (tenutosi nell'aprile 1993), abrogando alcune norme qualificanti della Legge n.162/90, contribui` alla relativa "liberalizzazione" della legislazione vigente in tema di tossicodipendenze, abolendo, da un lato, il ricorso alle sanzioni penali per i comportamenti di consumo ed estendendo, dall'altro, la possibilita` di utilizzo della terapia farmacologica nella cura delle tossicodipendenze.

La Conferenza Nazionale sulla Droga, tenutasi a Palermo nel giugno 1993, sanci` l'adozione, da parte del Governo italiano, di una linea di indirizzo ispirata ai criteri della cosiddetta "riduzione del danno" che, in forme diverse e piu` o meno radicali, alcuni paesi europei stanno sperimentando da alcuni anni.

POLITICHE DI RIDUZIONE DEL DANNO.

Per "politiche di riduzione del danno" sono da intendersi tutti gli interventi (di profilo sociale e/o sanitario) di prevenzione, cura o riabilitazione delle tossicodipendenze:

A) che non si rivolgano esclusivamente a quella parte della popolazione tossicodipendente che accetta, o dimostra di essere in grado di seguire, programmi riabilitativi che comportino l'astensione dall'uso di sostanze psicotrope; sono piuttosto da intendersi conformi alla "riduzione del danno" gli interventi che, investendo l'intera popolazione tossicodipendente affrontino con particolare attenzione i fattori di rischio sanitario (HIV, epatiti, patologie correlate, e in genere forme di morbilita` o mortalita`), sociale (marginalita` economica, abbandono scolastico, disgregazione familiare...) e criminale (scippi, rapine, furti, piccolo spaccio...), che sono oggi connesse al consumo di droghe proibite all'interno del mercato illegale.

B) che promuovano forme di relazione con la popolazione tossicodipendente sufficienti almeno a contendere al "sommerso", alla "clandestinita`" (e al monopolio del mercato criminale) la gestione di quei problemi sociali, sanitari ed economici, che tendono a divampare come straordinarie emergenze di ordine pubblico, quanto piu` vengono confinati in ambiti che non hanno piu` alcun contatto con la vita legale.

In questo quadro acquistano rilevanza, accanto ai tradizionali e pure fondamentali programmi di riabilitazione ambulatoriale e/o comunitaria, una serie di servizi e prestazioni cosiddette "a bassa soglia" o "a legame debole" che si incentrano innanzitutto sull'acquisizione da parte dei tossicodipendenti della capacita` di gestire, in modo consapevole e responsabile, i problemi legati alla dipendenza.

DECRETO LEGGE n.3 del 12 gennaio 1993.

Ancor prima del risultato del referendum e dell'esito della Conferenza Nazionale sulla Droga di Palermo, il Governo emano` un Decreto Legge (D.L. n.3 del 12 gennaio 1993) in cui, pur demandando ad un successivo provvedimento la definizione dei criteri di riconoscimento e valutazione dei "progetti di riduzione del danno", provvedeva agli stanziamenti necessari al finanziamento di alcuni interventi "a bassa soglia" riconducibili alle politiche di riduzione del danno. Questo Decreto Legge, progressivamente modificato nelle successive reiterazioni, nella sua ultima formulazione, incentrata particolarmente sulle procedure di controllo del sistema di finanziamento e dell'efficacia degli interventi, conferma le competenze delle Amministrazioni comunali nell'attivita` di programmazione degli interventi in tema di tossicodipendenza .

D'altra parte la Circolare n.20 emanata dal Ministro della Sanita` il 30 settembre 1994, definendo il regime di utilizzo dei farmaci sostituitivi, apri` nuove possibilita` di intervento promuovendo forme di utilizzo protratto del metadone ed affidandone la somministrazione anche a medici di famiglia. Questa fu una ulteriore conferma dello sviluppo delle politiche di riduzione del danno nel nostro Paese. Stando a quanto contenuto nella premessa della suddetta circolare e` logico chiedersi se sia giustificata, dal punto di vista tecnico-scientifico nonche` da quello umano e deontologico, la perseverante ricerca di raggiungere l'obiettivo del recupero integrale di fronte ad un aggravamento della situazione immunitaria, ed in assenza di qualunque modificazione dello stato psico-sociale del soggetto. Acquista quindi centralita`, anche all'interno delle politiche sociali, la capacita` di offrire strumenti di riduzione del danno per quanto riguarda le modalita` di assunzione delle sostanze e di predisporre mo

delli di intervento che favoriscano le possibilita` di contatto con la popolazione tossicodipendente.

PROGRAMMAZIONE ED ORGANIZZAZIONE DELL'INTERVENTO DELL'AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE SUI TEMI DELLE TOSSICODIPENDENZE.

E` , da parte dell'Amministrazione Municipale, rilevante procedere alla doverosa assunzione di quelle competenze di tipo socio-assistenziale, di inserimento lavorativo, ecc. sui temi delle tossicodipendenze, cominciando ad operare in un'ottica di integrazione con i servizi sanitari, in considerazione, per un verso della centralita` che la legislazione vigente assegna ai Comuni nella programmazione degli interventi di prevenzione dei rischi e di riduzione dei danni, e per l'altro verso della piena titolarita` dell'Amministrazione per quello che concerne le politiche sociali nel loro complesso.

A riguardo e` necessario considerare come siano particolarmente rilevanti le funzioni di indirizzo e di verifica che le assemblee dei Presidenti di Circoscrizione, presiedute dal Sindaco o da un suo delegato, debbono, a norma delle Leggi nn. 502/92 e 517/93, esercitare nei confronti delle Aziende U.S.L. .

Ad assegnare un ruolo propriamente programmatorio su questi temi, non concorre esclusivamente la valutazione generale di un piu` diretto impegno della Amministrazione Municipale ma l'assetto stesso della normativa nazionale. Infatti ai Comuni viene assegnata la possibilita` di accedere direttamente al Fondo Nazionale di Intervento (di cui all'art.127 del T.U. 309/90) per quei progetti che siano conformi a quanto e` attribuito alle competenze dei Comuni dall'art.114 comma 1 T.U. 309/90.

Ai Comuni e` richiesto, inoltre, di corredare del proprio parere le richieste del finanziamento presentate dagli enti ausiliari (di cui all'art.115 del T.U. 309/90), che i Comuni sono tenuti a trasmettere alle Prefetture.

Allo stesso modo, la normativa sottolinea come condizione fondamentale del finanziamento dei progetti presentati dagli enti ausiliari, la possibilita` della loro positiva integrazione nel contesto dei servizi attivati in campo sanitario-assistenziale nell'ambito territoriale in cui ha sede la struttura dell'organismo richiedente.

Questo conferma esplicitamente il ruolo di programmazione che i Comuni devono svolgere nella definizione e realizzazione dei progetti di profilo propriamente socio-assistenziale sui temi della tossicodipendenza.

L'esigenza di coordinamento era gia` inoltre posta come essenziale in circolari del Ministero della Sanita`, che affermavano come con il Fondo Nazionale di Intervento per le tossicodipendenze si intendessero finanziare progetti solo in presenza di meccanismi di coordinamento ben definiti ( in particolare le proposte di prevenzione devono rientrare in un quadro piu` generale nel quale porre particolare enfasi alla realizzazione di e di mirati alla riduzione del rischio).

L'Amministrazione Municipale deve ritenere opportuno, inoltre, che sui temi delle dipendenze confermi la propria determinazione nell'indicare linee di programmazione anche per quegli interventi di specifica rilevanza sanitaria che l'Amministrazione Municipale non gestisce direttamente, ma rispetto ai quali deve comunque esercitare funzione di controllo e di indirizzo, secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo n.517 (art.3 commi 1 e 14).

E` necessario, quindi, che l'Amministrazione Municipale si doti di uno strumento in grado di tradurre in termini progettuali una linea politico-tecnica d'intervento sui temi delle dipendenze, che consenta all'Amministrazione di porsi come interlocutore di quelle strutture sanitarie , pubbliche e/o private, cui la normativa assegna importanti e specifiche funzioni.

LA STRUTTURA.

Tale struttura, denominata , dovra` garantire innanzitutto un efficiente coordinamento dal punto di vista programmatorio di tutti quegli atti dell'Amministrazione Pubblica che, a diversi livelli, abbiano specifica attinenza ai problemi della tossicodipendenza.

E' opportuno, quindi, che l'Amministrazione Municipale realizzi, in questo "ufficio" la convergenza di tutte le competenze oggi suddivise fra i diversi settori (gioventu`, assistenza sociale, sanita`, lavoro) per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione dei progetti di prevenzione, cura, riduzione del danno e reinserimento rivolti alla popolazione tossicodipendente (e definiti sulla base del DPR 845/78, 309/90 e 216/91).

(Fare rientrare le "POLITICHE SULLE DROGHE" nelle competenze dell'Amministrazione Comunale non contribuisce unicamente ad evitare quei rischi di epidosicita` e frammentarieta` degli interventi che costituiscono obiettivamente e comunemente il limite piu` rilevante dell'attenzione riservata ai temi in oggetto. Questo consentira` soprattutto l'acquisizione di una maggiore consapevolezza nel rapporto che l'Amministrazione Municipale deve necessariamente instaurare con tutti quei soggetti - Servizi Sanitari, Prefettura, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Servizi Sociali, Magistratura, Organismi di Volontariato, ecc. - che, sulla base della presente normativa, concorrono, con diverse finalita` e responsabilita`, ad interventi in materia di droga o tossicodipendenza).

OBIETTIVO

La ha quali obiettivi:

A) Programmare gli interventi compresi nelle competenze del Comune ai sensi dell'art.114 comma 1 del DPR 309/90 e delle iniziative che il Comune promuove o cui il Comune collabora in concorso con gli enti ausiliari di cui all'art. 115 del DPR citato.

B) Operare per l'individuazione delle priorita` da perseguire negli interventi e nelle politiche sociali sulle tossicodipendenze, con particolare attenzione a quegli aspetti del fenomeno (marginalita`, illegalita`, piccola criminalita`, ordine pubblico e salute pubblica) che provocano maggiore allarme e instabilita` sociale e condizionano pesantemente la vivibilita` dell'ambiente urbano.

C) Operare per la definizione dell'ambito di intervento dell'Amministrazione Municipale sui temi delle tossicodipendenze nel quadro piu` generale delle politiche socio-assistenziali, promuovendo forme di integrazione (o di fattiva collaborazione), fra quei Settori dell'amministrazione pubblica che vi concorrono a diverso livello e con diverse funzioni.

D) Operare per orientare gli interventi dell'Amministrazione Municipale sui temi delle tossicodipendenze ai criteri piu` sperimentati nell'ambito delle politiche di riduzione del danno.

E) Promuovere direttamente, per quanto di competenza dell'Amministrazione Municipale, e coordinare, stimolare, interagire con tutti i soggetti istituzionali e non, la realizzazione di quegli interventi di cui l'esperienza europea ha gia` confermato l'efficacia e la validita`.

In questo caso e` da considerarsi prioritario:

E.1 - L'istituzione di "UNITA` DA STRADA" per il contatto con i tossicodipendenti "sommersi", che non vengono in contatto con i servizi pubblici e privati.

E.2 - L'installazione, con il coinvolgimento dei SERT, delle Farmacie Comunali e delle Circoscrizioni, di reti di distributori automatici per la vendita e lo scambio di siringhe.

E.3 - La creazione

di "CENTRI DIURNI" per tossicodipendenti attivi che forniscano servizi essenziali ed offrano la possibilita` di entrare in contatto con le strutture di recupero.

E.4 - La creazione di "CENTRI DI ACCOGLIENZA" a bassa soglia (anche residenziali) in cui l'offerta teraupetica (comprensiva del trattamento farmacologico) sia commisurata, piu` che all'accertata disponibilita` dei tossicodipendenti a sospendere l'uso di sostanze psicoattive, all'esigenza di contribuire al superamento di periodi di crisi acuta nel rapporto con la sostanza, scongiurando i rischi e riducendo i danni cui, in queste circostanze, sono esposti non solo i tossicodipendenti ma anche l'intera societa`.

E.5 - La promozione e la diffusione di esperienze di auto-aiuto fra tossicodipendenti attivi, od in gruppi misti comprensivi di figure di riferimento (quali ad esempio i cosiddetti outsiders esperti) che non ricalchino il profilo dell'operatore tradizionale.

F) Procedere alla elaborazione di indirizzi sui temi delle tossicodipendenze che, con il concorso e la collaborazione delle USL , dei SERT e dei medici di famiglia impegnati sul fronte della "riduzione del danno", estendano il sistema di garanzia, le forme di "protezione" e la gamma degli interventi, che la Comunita` locale, nel suo complesso, mette a disposizione dei cittadini tossicodipendenti.

G) Promuovere e progettare "CAMPAGNE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE DELLE FORME DI TOSSICODIPENDENZA DALLE DROGHE E DALLE NON-DROGHE" (psicofarmaci, tabacco, alcool, cacao, zucchero, caffe`,ecc. ).

H) Promuovere e curare "CAMPAGNE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE E DI INFORMAZIONE SULL'UTILIZZO SICURO DELLE DROGHE" rivolte alla popolazione tossicodipendente.

I) Operare per favorire l'integrazione delle iniziative fra Sanita` e Settore socio-assistenziale, realizzando forme stabili di rapporto e di collaborazione con le Aziende Sanitarie Territoriali ed Ospedaliere, nonche` con i responsabili dei SERT attualmente attivati sul territorio della citta`.

L) Curare la redazione di progetti da proporre all'Amministrazione Municipale, prevedendone le forme e le metodologie di realizzazione attraverso processi di coordinamento delle diverse istanze pubbliche, private e del volontariato operanti nel settore.

M) Operare per instaurare un rapporto di collaborazione con quelle citta` europee che hanno gia` sviluppato programmi specifici nel campo delle politiche di riduzione del danno.

N) Collaborare attivamente fra diversi settori comunali ed organismi esterni circa l'utilizzo delle risorse disponibili in ordine al reinserimento lavorativo delle persone tossicodipendenti.

O) Operare per attivare forme comuni di valutazione del riscontro e dell'efficacia degli interventi realizzati.

FASI PER LA COSTITUZIONE

FASE 1 - ATTI

PROPOSTA.

ATTI FORMALI DELL'ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI E GIOVANILI E DEL SINDACO.

ATTI FORMALI DELLA GIUNTA .

ATTI FORMALI DEL CONSIGLIO COMUNALE.

FASE 2 - PRIMA OPERATIVITA`

CONTATTI CON ALTRE CITTA` GIA` IMPEGNATE NELLO SVOLGIMENTO DI UN PROGETTO DI .

CECK-UP DELLE RISORSE GIA` DISPONIBILI E DELLE ATTIVITA` IN ATTO.

RILEVAZIONE ED ELABORAZIONE DATI (es.: mappatura del territorio sulle tossicodipendenze).

ATTIVITA` DI SUPPORTO E DI COORDINAMENTO.

FASE 3 - SVILUPPO

RICERCA DEI FINANZIAMENTI.

ELABORAZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE.

POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE.

FASE 4 - PROGETTI

AVVICINAMENTO DEL TOSSICODIPENDENTE ALLE STRUTTURE (E DELLE STRUTTURE AL TOSSICODIPENDENTE).

MANTENIMENTO - DISTACCAMENTO DAL MERCATO ILLEGALE.

REINSERIMENTO (FAMIGLIA E LAVORO).

PREVENZIONE (TOSSICODIPENDENZA, AIDS, DISAGIO GIOVANILE).

INFORMAZIONE (SCUOLE, MASS-MEDIA, ECC.).

PROGETTI PILOTA.

Si ritiene importante dare immediatamente l'avvio alle procedure per la costituzione della . Questa non deve essere legata ad avvenimenti politici, che nulla hanno a che fare con il problema in questione, ma deve invece corrispondere alla reale necessita` di soluzioni che sono sentite, in primo luogo, da chi soffre della dipendenza in prima persona, ma anche dal mondo circostante che risente della situazione di illegalita` derivante anche da scelte politiche inadeguate.

Lucca, 15 settembre 1996 Marco AFFATIGATO

per: Club Pannella-Riformatori "Obbiettivo Comune"

Partito Radicale-A.R.P.A. Associazione Radicale Pensiero e Azione

Associazione Riformatori per Lucca

CO.R.A. Coordinamento Radicale Antiproibizionista.

 
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