Questa mattina la rassegna stampa di Radio Radicale ha citato una notizia proveniente dalla Svizzera secondo la quale il Parlamento elvetico si sarebbe pronunciato a favore di una nuova politica sulle droghe.Ho provveduto a contattare l'ufficio stampa dell'ambasciata svizzera a Roma per saperne di più e il Dott. Lebet (addetto stampa) mi ha dato i ragguagli del caso.
Il consiglio dei cantoni (l'equivalente del nostro senato) ha discusso ieri due proposte di modifica costituzionale in materia di droghe, una fortemente proibizionista, l'altra di segno decisamente opposto, entrambe di iniziativa popolare.
Si è sviluppato un intenso dibattito e ad un certo punto è intervenuto il governo federale avanzando una terza proposta di mediazione (non nel senso italiano della parola). Stando a quello che mi è stato detto si tratta di una modifica costituzionale che introdurrebbe stabilmente la politica sulle droghe nell'ordinamento legislativo elvetico, dando una funzione di coordinamento al governo centrale e lasciando ai singoli cantoni l'iniziativa (come avviene del resto nellordinamento svizzero).
La cosa positiva è che la proposta del governo conferma la politica seguita in questi ultimi anni, aperta alla sperimentazione e anzi la estende e la rafforza. A detta del dott. Lebet, stando alle informazioni in suo possesso, si andrebbe verso una politica sulle droghe illegali analoga a quella sugli alcolici, cioè, pare a me, verso la legalizzazione (ma non vorrei essere prematuro).
La decisione del "senato" svizzero deve però passare ora al consiglio nazionale (la "camera dei deputati") che ridiscuterà tutte e tre le proposte nella sessione invernale nel mese di dicembre. Se anche la "camera" confermerà questo orientamento, la parola passerà infine ai cittadini che verranno chiamati ad esprimere la loro opinione in una delle quattro consultazioni previste l'anno prossimo. Ciò significa che, se tutto dovesse andare bene, questa decisione che pare proprio aprire una strada nuova in materia di droghe, potrebbe diventare operativa non prima della fine del '97.
Questa è dunque la situazione attuale, stando a quello che mi è stato detto e a meno di miei errori di comprensione. Nei prossimi giorni dovremmo comunque ricevere un po' di documentazione e vedremo di saperne di più.
Resta il fatto importante che la Svizzera pare non volere tornare indietro rispetto alla strada imboccata con le sperimentazioni in città come Zurigo e anzi intende fare di quegli esempi la base per una nuova politica in materia di droghe. Un esempio di pragmatismo e di lungimiranza che dovrebbe essere di esempio per i nostri amministratori locali e nazionali, impegolati ogni giorno tra la "ciccia" degli appalti - fossero anche solo per una variantina al piano regolatore - e le farneticazioni stile Borghezio.