Il rapporto ufficiale dell'esperimento elvetico sulla riduzione del dannodal quotidiano "Il Foglio" del 14 settembre 1996
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Zurigo - La somministrazione di eroina sotto controllo medico ai tossicodipendenti non è una novità o una "stranezza" decisa dal Consiglio comunale di Torino. Da qualche anno è realtà, sia pur ancora in via sperimentale. Da quasi tre anni quindici città svizzere hanno adottato questo metodo. Invece di perdersi in dibattiti ideologici, così come è accaduto in Italia dopo la delibera torinese, il governo elvetico ha adottato un approccio pragmatico al problema della droga e della tossicodipendenza. Così a partire dal gennaio 1994 i primi 250 eroinomani sono stati ammessi al programma di trattamento gratuito a Zurigo, Berna, Friburgo, Ginevra e Basilea. Nel '95, visti i risultati positivi, il numero degli assistiti è raddoppiato e attualmente ha raggiunto quota mille. Il canton Ticino, nonostante l'alto numero di tossicodipendenti è stato l'unico a dichiararsi contrario per l'opposizione del mondo cattolico. Anche nella Svizzera francofona ci sono forti resistenze, mentre in quella tedesca l'opinione pubblica è
favorevole alla distribuzione controllata. A Basilea, nel 1994, c'è stato addirittura un referendum, vinto nettamente dagli antiproibizionisti.
"Ma attenti", avvertono al ministero della sanità a Berna, "a non confondere questo programma con la liberalizzazione o la legalizzazione della droga, oppure anche solo con la tolleranza per gli eroinomani che c'è stata per qualche anno nel parco di Zurigo". Il tentativo svizzero di distribuzione controllata dell'eroina è, infatti, tutt'altra cosa, simile semmai ad analoghi esperimenti tentati a Liverpool e in tutto il Merseyside e a Francoforte. Si tratta dell'attuazione della politica dell'harm reduction, la riduzione del danno sociale legato alla tossicodipendenza. A sottolineare il carattere rigorosamente scientifico dell'esperimento, ecco il più recente bilancio dei suoi risultati, condotto sui primi 260 eroinomani che si sono offerti volontari. "La situazione fisica e sociale dei partecipanti è migliorata in maniera significativa", assicura il professor Ambros Uchtenhagen dell'Istituto di medicina preventiva dell'Università di Zurigo, uno dei quattro curatori del rapporto, "e non c'è stato alcun caso d
i aumento del dosaggio". Le somministrazioni avvengono in locali appositi, con l'assistenza di infermieri, medici e psicologi. L'eroina necessaria viene importata sotto il controllo dell'Agenzia degli stupefacenti dell'Onu. I locali sono aperti ad ore fisse e i partecipanti si iniettano le dosi in loco: non possono portarsi via la droga ma è permesso farsi più iniezioni durante la stessa giornata. Non ci sono stati problemi con gli abitanti dei quartieri vicini. I due terzi degli eroinomani hanno dai 26 ai 35 anni, il 62% sono maschi, il 76% ha avuto l'epatite, il 48% è stato in ospedale psichiatrico, il 43% ha tentato il suicidio, 23 su cento sono sieropositivi. La loro tossicodipendenza dura in media da dieci anni. La metà ha tentato in passato di disintossicarsi in comunità, senza riuscirci. Insomma, una situazione disastrosa.
Un programma per mille tossicodipendenti
All'inizio del programma il 13% dei partecipanti si prostituiva, il 14% era senza casa, l'82% era disoccupato, l'86% aveva subito condanne, il 53% confessava di esercitare ancora attività illegali (piccoli furti, spaccio, microcriminalità), un terzo era malnutrito. Nel giro di pochi mesi i senza casa sono calati al 3% e i disoccupati al 54%. Buoni risultati anche dal punto di vista della delinquenza: il 44% ha potuto rompere ogni contatto con gli spacciatori, solo il 16% è ancora coinvolto in attività illegali e la prostituzione è diminuita fino al 6%. Anche la "politossicomania" è calata: accanto all'eroina il 31% usava anche cocaina, oggi solo il 9%.
"Sono diminuiti i disturbi fisici"
"Ma i motivi principali di uscita", precisa il rapporto, "sono l'ammissione ad altri trattamenti (principalmente di sostituzione con il metadone a scalare) e la difficoltà di rispettare quel minimo di disciplina che la distribuzione controllata impone". In cinque su cento, infatti, sono stati allontanati per minacce di violenza o altri comportamenti intollerabili. Quelli rimasti, in compenso, hanno visto diminuire i propri disturbi fisici più frequenti: l'insonnia (dal 40 al 34%), la mancanza di appetito (dal 28 al 21%), la mancanza di desiderio sessuale (dal 24 al 20%), i sudori notturni (dal 22 al 17%), la gola secca (dal 17 al 14%). "Insomma", conclude il rapporto, "si constata un miglioramento complessivo dei pazienti, soprattutto nei loro comportamenti a rischio". Il rapporto, però, non è sempre entusiasta dei risultati ottenuti. "Non è migliorato", si legge, "il comportamento aggressivo dei pazienti, anche se si nota una riduzione significativa dei sintomi psicopatologici e in particolare degli stati d
epressivi e di angoscia paranoide". Per il professor Uchtenhagen, l'esperimento svizzero dimostra come la terapia di mantenimento con l'eroina sia realizzabile: "Siamo riusciti a recuperare un gruppo di soggetti fortemente marginalizzati, per il quale qualsiasi altro trattamento era fuori discussione". L'esperimento svizzero è provvisorio, si concluderà nel gennaio '97, ma è ormai certa una sua proroga, e c'è chi giura che nel prossimo futuro si allargherà. Quanto al liberarsi definitivamente dalla droga, questo è un altro discorso. Ma la "distribuzione controllata" non ha mai promesso la guarigione totale.